Der Steppenwolf

Madeline Miller - La canzone di Achille


 "Mio padre era un re, figlio di re." Ho già detto che amo il modo di scrivere della Miller, studiosa di lettere classiche e insegnante di latino e greco, ha mantenuto una freschezza e una fantasia che le permettono di reinterpretare storie che tutti pensiamo di conoscere, eppure ci sorprendono, perché presentate in modo originale, nuovo, fresco, diverso, che ci fa scoprire aspetti alternativi senza per altro tradire la mitologia che le circonda! "Il bordo affilato della mia invidia era come selce, a una scintilla di distanza dal fuoco." E così che la guerra di Troia  ci viene raccontata da Patroclo, vista dai suoi occhi, narrata come la storia di Achille, suo compagno di giochi sin da ragazzo, poi amico e amante. Una storia di amore e di morte, temuta, annunciata, aspettata e quindi, forse, ancora più sofferta.Una storia che benché ci parli e abbia come riferimento, sempre un amore, forte. passionale, tra due uomini che non si preoccupano di nascondere ciò che li, lega, non trascende mai, non è mai morboso, anche nelle scene più intime resta naturale, semplice, spontaneo! "Era perfettamente immobile, aveva il tipo di calma che avevo sempre creduto inaccessibile agli umani, un modo di fermare ogni cosa a parte il respiro e il battito - come un cervo che cerca di cogliere il suono dell'arco del cacciatore. Mi ritrovai a trattenere il respiro." Patroclo , giovane principe, pavido, ingenuo e succube di suoi coetanei, involontariamente provoca la morte di un altro bambino e non lo nega, viene così bandito dalla corte e dalla famiglia, privato di tutto, è esiliato e affidato a Peleo affinché lo cresca. "«Achille è un'arma, un assassino. Non dimenticartelo. Puoi usare una spada come un bastone da passeggio, tuttavia ciò non cambia la sua natura.»" Achille, principe di Ftia, figlio di Peleo e di Teti,  la più bella delle Nereidi e discendente di Oceano, brilla come una stella, in parte per il divino che è in lui, emana una luce che abbaglia e che intimorisce Patroclo, che schivo, lo evita perché non regge il confronto, ma Achille fra tanti ragazzi sceglie proprio lui come compagno, così nasce un'amicizia che si trasformerà in amore,  nell'amore di una vita, contro ogni tentativo di impedirlo e di ostacolarlo, contro lo stesso volere di Teti. Un amore che ha un limite già deciso, Achille morirà e Patroclo sa che non potrà sopravvivere alla morte del suo amato. "«Lo so. Gli dei non permettono a nessuno di essere famoso e felice.» Inarcò un sopracciglio. «Ma voglio confidarti un segreto.» «Dimmi.» Adoravo quando faceva così. «Io sarò il primo.» Mi prese il palmo della mano e lo premette sul suo. «Giuralo.» «Perché io?» «Perché sei tu la ragione. Giuralo.» «Lo giuro» dissi, smarrito nel rossore delle sue guance, nella fiamma dei suoi occhi. «Lo giuro» fece eco lui." È invece il pavido Patroclo, per amore di Achille e della sua fama, per non lasciare che il nome di Achille venga disonorato, che muore in sua vece, muore per amore e Achille non sa più che farsene della propria esistenza, una vita senza Patroclo non è vita non è degna di essere vissuta, così  insegue la morte che sa di aspettare, cerca Ettore e lo finisce, per avere accesso all'Ade,  per potersi ricongiungere all'amato! "Non lo lascerò mai. Sarà così, per sempre, per tutto il tempo che lui me lo permetterà. Se avessi avuto le parole giuste, le avrei pronunciate. Ma non ce n'erano, nessuna sembrava abbastanza potente, capace di contenere una verità così immensa." Certo tutti conoscono questa storia, eppure sembra di leggerla per la prima volta. La luce e la prospettiva da cui si osserva la scena sono nuove e interessanti e riscoprono fatti, rapporti, motivazioni, sentimenti che forse non avevamo notato, presi dalle urla della battaglia e accecati dall'odore del sangue, Elena, Paride, Ettore restano sullo sfondo, di una guerra che c'è, si sente ma non è mai la vera protagonista, mentre altre figure, come ad esempio la bella Briseide, Macaone e Podalirio, i medici dell'accampamento,  si uniscono a creare un mosaico di interazioni  e relazioni che creano un caleidoscopio di emozioni!La prosa sempre avvincente forse a un leggero calo nella descrizione dei primi tafferugli tra le due fazioni, ma per il resto è sempre impagabile. Che dire, sicuramente da leggere e per gli amanti del genere, imperdibile!  "Una volta Chirone ci aveva detto che le nazioni sono la più sciocca invenzione dei mortali. «Non c'è uomo che valga più di un altro, e non importa da dove proviene.»"