Der Steppenwolf

China Mieville – Embassytown


 "Per gli Ariekei il discorso è diverso... Quando parlano, loro sentono davvero il suono dell'anima. È lì che risiede il significato della Lingua. Le parole sono...» Scosse la testa, incerto se fosse il caso di usare quel termine religioso. «...sono dei tramiti per l'anima. È lì che deve stare il senso: per essere considerato come parte del linguaggio, deve corrispondere al vero. È la ragione per la quale operano mediante similitudini.» «Come me» aggiunsi." Innanzitutto diciamo subito che si tratta di un grande romanzo di fantascienza, senza alcuna contaminazione, questo per gli eventuali amanti di Mieville e dei romanzi weired.La fantasia di China Mieville è davvero stupefacente. I suoi personaggi sono sempre inimmaginabili, davvero difficili da raffigurarsi,   è probabilmente,  in questo romanzo questo aspetto raggiunge il suo apice. "«Gli Ospiti non sono come noi, giusto? Non sono in molti a eccitarsi nell'incontrare una... locuzione aggettivale, un participio passato o quant'altro. Tuttavia, nessuno si sorprende del fatto che loro ambiscano a fare la conoscenza di una similitudine. Gli servite per pensare. I cultori della Lingua lo adorerebbero." Il fatto  ha due aspetti, uno strepitoso, la capacità creativa di quest'autore ha sempre dello spettacolare, che ci stupisce e suscita la nostra ammirazione, l'altro, per chi è abituato a rappresentarsi ciò che legge, se di solito si hanno delle difficoltà iniziali con i suoi personaggi, qui è proprio complicato!Detto questo, per inquadrare cosa abbiamo d'avanti, vediamo cosa ci narra.Siamo in un futuro molto remoto, gli essere umano o i loro discendenti,  hanno esplorato tanto dell'universo, spingendosi sempre oltre e colonizzando tanti pianeti e incontrando tante forme di vita con cui hanno stabilito delle relazioni. "In lontananza, scorgemmo delle steppe in cui correvano mandrie di fabbriche quasi allo stato brado che degli scienziati-gaucho alieni provvedevano a recintare due volte l'anno." Ci troviamo su Arieka, pianeta di confine dell'universo esplorato, abitato da un popolo, gli Ariekei, creature decisamente bizzarre e davvero difficili da immaginare, custodi di una lingua misteriosa e inaccessibile, che ha bisogno di due  apparati di fonazione per essere emessa,  che producono rispettivamente l'"inciso" e l'"eco", che rende incomprensibile il loro parlare, e rende,  chi parla con una sola voce,  automaticamente escluso dal novero delle creature intelligenti, senziente  e in grado di esprimersi. "Ogni Ambasciatore interrompeva l'altro; ogni metà finiva le frasi del suo doppio. Tutte quelle figure nello stesso posto creavano una situazione surreale." La lingua degli Ariekei,  è inoltre, una lingua assolutamente "reale", vale a dire che qualsiasi oggetto o elemento di un discorso deve essere assolutamente reale, esistente. Questo fa si che per un  Ospite sia impossibile  mentire, perché non si può "creare", "inventare" una «bugia», perché sarebbe ricorrere a qualcosa di inesistente,  "dati" non tangibili, non esistente nel mondo reale. I rapporti con gli Ariekei   sono possibili solo grazie ai pochi "ambasciatori", persone doppie clonate e allevate proprio per essere  in grado di comprenderne e parlare  il linguaggio locale. "Così mi spiegò che lui e i suoi amici erano a conoscenza di altri tropi e atti linguistici, ma che le uniche ad aver costituito una comunità a parte erano proprio le similitudini." Un altro tipo di persona è presa in considerazione, quella che diventa parte dell'linguaggio, un similitudine, o un altro tropo.Inoltre il pianeta ha un'atmosfera non adatta alla vita umana, per cui i terrestri, vivono in uno spazio circoscritto, Embassytown, all'interno di una città locale. "All'età di sette anni salutai turnogenitori e turnofratelli e lasciai Embassytown. Vi tornai undicenne: sposata, non ricca ma con abbastanza risparmi e una piccola proprietà," La protagonista e voce narrante, visto che il tutto viene narrato, è Avice Benner Cho, un'umana che incontriamo  all'inizio del romanzo "bambina", anche se non è chiara l'età, perché il conto degli anni su questo pianeta è molto diverso rispetto a quello terrestre, e che poi vediamo ritornare ormai donna, una immergente, vale a dire esperta di lunghi viaggi nello spazio profondo con tecniche particolari, e con tre  matrimoni alle spalle e uno in corso d'opera, anzi è proprio per accontentare l'ultimo marito, esperto di linguaggi, e fortemente interessato a quello degli Ariekei,  che ha fatto ritorno al paese natale. "Quindi, lasciai Embassytown all'età di circa 170 kilo/ore e vi ritornai quando ne avevo 266, sposata, con dei risparmi da parte e un po' di consapevolezza in più." Ma durante il suo soggiorno i rapporti con i locali  cominciano a mettersi male, e si arriva a una insurrezione e ad una possibile rivolta.La storia risulta sempre avvincente, anche se all'inizio, e forse non solo,  si vieni distratti dal tentativo di raffigurarsi le realtà descritte  a volte davvero stupefacenti.Tanti le riflessioni che suscita il romanzo, la colonizzazione, l'arroganza dei più forti, la lealtà e la verità, succubi di società dove la menzogna è la norma.Un ritmo sempre più serrato, anche se l'essere una narrazione rallenta un po', fano di questo romanzo un libro avvincente e interessante, sicuramente da leggere per gli appassionati, probabilmente interessante anche per chi ama la lingua e il linguaggio! "Fu quasi come tornare bambina. Anzi, no: quella dei bambini non è vita. È pura esistenza."