Der Steppenwolf

Paul Auster - Trilogia di New York


 "In sostanza, le tre storie sono una storia sola, ma ognuna rappresenta un diverso stadio della mia consapevolezza di essa." "La questione è la storia in sé: che abbia significato o meno, non spetta alla storia spiegarlo." Questo libro viene presentato come una trilogia di "detective story", e potrebbe anche passare per qualcosa del genere, ma ... ma ci si comincia subito a rendere conto che la parvenza è solo una scusa per parlare d'altro. Di metafisica, forse o forse dello scrivere, o forse è un meta libro in cui si parla di libri, di autori, di giochi e di parole, di tanto, ma senza darlo mai a vedere e cercando comunque di lasciare le sembianze inalterate della detective story, con pedinamenti, telefonate, persone da sorvegliare, persone da trovare.Si tratta effettivamente di una trilogia, tre storie che sembrano slegate ma di cui si percepisce in modo strano e inspiegabile un legame, sottile impalpabile che se non sembra esistere tra esse sembra esistere tra il narratore delle storie  stesse, che non appare eppure c'è essendo anch'esso attore regista e sceneggiatore al contempo presente e assente. "Prenda Hawthorne, dice Black. Un buon amico di Thoreau, e forse il primo autentico scrittore che l'America abbia avuto. Dopo la laurea ritornò a Salem, nella casa materna; si chiuse nella sua stanza e ci rimase dodici anni. E cosa ci faceva là dentro? Scriveva storie." Un libro che ci parla di Auster scrittore ma che ritroveremo come personaggio,  così come tra i personaggio incontreremo scrittore che diventano detective e che ci raccontano di storie e di scrittori. Un Uroboro, magnifico di cui si percepisce l'esistenza senza riuscirlo a vedere o a identificare. Tre storie che ci lasciano sempre con più dubbi di quanto avremmo immaginato, che rompono le fila per fluire nel metafisico, nell'improbabile , nella narrazione della narrazione. "Vagando senza meta, tutti i luoghi diventavano uguali e non contava piú dove ci si trovava. Nelle camminate piú riuscite giungeva a non sentirsi in nessun luogo." Il primo racconto è "Città di vetro",  storia di uno scrittore di romanzi polizieschi, Daniel Quinn, che viene "erroneamente" scambiato per un investigatore, ricevendo più volte telefonate non rivolte a lui, ma un ipotetico detective, alla fine  "accetta" l'errore del caso e fingendosi un'altra persona cerca di risolvere un mistero, che lo coinvolgerà più di quanto sia possibile immaginare tanto da essere preso dalla follia e creando risvolti e giochi tra nomi e personaggi. Il nostro scrittore/detective, incontrerà Paul Auster, che sta scrivendo un saggio sull'autore del Don Chisciotte, creando un nuovo rapporto intertestuale  tra  di scrittore    e personaggio, tra il nostro investigatore e il "Don Quixote", avendo entrambi le stesse iniziali. "Baudelaire: Il me semble que je serais toujours bien là où je ne suis pas. In altre parole: Mi pare che sarò sempre felice dove non sono." Il secondo, che  "Fantasmi" narra la vicenda di un detective privato che viene assoldato per tenere sotto controllo una persona, ma a poco a poco i due ruoli si scambiano e colui che doveva spiare diventa colui che viene spiato.  Il sorvegliante, il sorvegliato. Inoltre tutti i personaggi di questo racconto hanno nome di colori, così come anche i luoghi, un gioco nel gioco, una rebus senza senso, ma che salta agli occhi! "In principio c'è Blue. Piú tardi c'è White, e dopo ancora Black, e prima del principio c'è Brown. È Brown che l'ha svezzato, Brown che gli ha insegnato il mestiere, e quando Brown è invecchiato Blue ne ha preso il posto. È cosí che comincia: il luogo è New York, il tempo è il presente, e né l'uno né l'altro cambieranno" "La stanza chiusa" racconta di uno scrittore che abbandona la vita pubblica, sparisce e cerca di farsi sostituire nella vita, da un amico d'infanzia e lasciando a questi il suo ultimo romanzo, un capolavoro, e affidandogli l'incombenza di pubblicare tutti i suoi scritti. Questi comincia a cercare il vecchio amico, che non crede morto e da cui riceve poi una lettera e   con cui ha sempre avuto rapporto di amore/odio, lo trova al fine in una stanza chiusa,  che riproduce uno degli  elementi classici della narrativa poliziesca, anche in questo casi i nomi giocano un ruolo importante e ritroveremo personaggi del primo racconto come Stillman, Quinn o Henry Dark. "Ma nella vita di un uomo le occasioni perdute non contano meno di quelle còlte, e una storia non può reggersi sui se." Libro di non facile lettura e al contempo di una qualità tale che lo fa scivolar via leggero, affascinate, anche se ci confonde, anche quando intorno a noi crea una nebbia dalla quale è difficile venir fuori, che ci lega, ci toglie per un attimo l'aria, ma ci tiene sulle pagine la cui prosa ti cattura. Lo consiglierei a tutti, ma ... "Scrivere è un mestiere per solitari. Ti prosciuga. In un certo senso, lo scrittore non ha una vita propria. Anche quando lo hai di fronte non c'è veramente. Un altro fantasma.""(I libri vanno letti con la stessa cura e la stessa riservatezza con cui sono stati scritti)"