Der Steppenwolf

Virginia Woolf – Orlando


 "Da bambino, a volte un paggio lo trovava, a mezzanotte, ancora intento a leggere. Gli toglievano il candeliere, e lui sopperiva allevando delle lucciole. Gli toglievano le lucciole, e per poco non metteva a fuoco la casa con un acciarino. Per dirla in breve, lasciando al romanziere la cura di spianare le pieghe infinite di questa seta, Orlando era un nobile malato d'amore per la letteratura." Ci sono dei libri che non si esauriscono con la storia che raccontano, e forse, per essere davvero capiti/apprezzati hanno bisogni di essere ... "spiegati", "illustrati", "commentati", possibilmente dall'autore, quindi, là dove c'è, bisogna leggere, oltre alla trama, una eventuale prefazione, postfazione introduzione o qualsiasi altra cosa, che ci illumini!Questo, sicuramente, è il caso di Orlando!Io non l'ho fatto e non so se lo farò. Ciò implica che mi perda qualcosa, che esula la trama, ma che attiene comunque al contenuto di questo romanzo, a ciò che l'autrice ci voleva dire con questa sua narrazione. "Che il silenzio sia più profondo dopo un rumore, richiede ancora conferma scientifica. Ma che la solitudine risalti maggiormente dopo il corteggiamento, molte donne sarebbero disposte a giurarlo." La voce narrante, fuori campo, è quella di un biografo che ci descrive, scrivendola, la vita di Orlando, fanciullo di nobili origini, venuto alla luce verso la fine del XVI secolo. E di cui sappiamo che è un solitario, riflessivo lettore, che sin da piccolo comincia a manifestare interessi per la scrittura.Orlando cresce, il suo fascino gli procura successi e carriera, facendolo entrare nelle grazie della regina Elisabetta, la qualcosa aggiunge titoli ai titoli già posseduti, onori e ricchezze. Ma lui continua a nutrire questa passione per la letteratura. "Un bel gentiluomo come lui, dicevano, non ha bisogno di libri. I libri li lasci ai paralitici o ai moribondi, dicevano." [...] "Ma il peggio doveva ancora venire. Perché una volta che il male di leggere si è impadronito dell'organismo, lo indebolisce tanto da farne facile preda dell'altro flagello, che si annida nel calamaio e che suppura nella penna. Lo sventurato comincia a scrivere." La storia procede e il biografo ci illumina sulle avventure di Orlando e sulle sue passioni, sul piacere che ricava dalla natura e dalla scrittura, nonché delle donne che lo bramiscono.Ma lui si invaghisce solo una volta, di una cortigiana russa, Sasha, figlia dell'ambasciatore, che però lo tradisce e lo abbandona!Deluso Orlando torna alla casa natia, e dorme per una settimana, alla fine della quale per smaltire il dolore decide di accettare il ruolo di ambasciatore a Costantinopoli.Qui dopo anni  di missione, Orlando dopo una festa e in seguito a una rivolta, dorme nuovamente per un settima, ma quando si risveglia ... è una donna!!Fugge da Costantinopoli e si unisce a un gruppo di nomadi, che la accoglie, ma lei non riesce a integrarsi e decide di ritornare a Londra. "Forse c'è una parentela tra le qualità; una ne attira un'altra; e qui il biografo dovrebbe richiamare l'attenzione sul fatto che la sbadataggine si accompagna spesso all'amore per la solitudine." Sembrerebbe tutto lineare senonché lo scorre del tempo non quello che immaginiamo e che dovrebbe essere, anziché gli anni passano i secoli, e cosi, più procediamo verso la fine del romanzo più lo scorrere del tempo accelera, come se niente fosse, e passano i secoli, e una costante del racconto è l'analisi della letteratura del momento nel quale ci troviamo, così leggiamo una storia della letteratura inglese che va dal XVI al XX secolo!E più si procede più il turbinio intorno a noi accelera in un caleidoscopio di fatti e riflessioni, fino a farci sentire sbandati, privi di un centro, disorientati. Che dire, se da una parte ci sfugge qualcosa  e forse più di qualcosa dall'altra si resta affascinati dalla storia e dalla qualità eccelsa della prosa, davvero affascinante. "l'intelletto, pur essendo divino e adorabile, ha l'abitudine di dimorare nelle più logore carcasse, e spesso, ahimè! divora le altre facoltà; cosicché spesso, là dove lo Spirito è più grande, al Cuore, ai Sensi, alla Magnanimità, alla Carità, alla Tolleranza, alla Gentilezza rimane appena posto per respirare." Mi ero avvicinato a questo libro perché avevo letto che la Wolfe lo riteneva un  «libriccino» orchestrato «in uno stile burla», divertente!Può anche essere ma a me non è sembrato, anzi continuo a ritenerlo piuttosto impegnativo. O forse avrei dovuto leggere una sua spiegazione, ma non l'ho fatto prima di leggerlo e ho rinunciato a farlo dopo! "Le illusioni sono per l'anima ciò che l'atmosfera è per la terra." Lo consiglio? Ma mi sembra difficile, se siete legati alla logica e al pensiero analitico, se la trama non vo interessa più di tanto, allora fateci un pensierino. «La Fama», disse «è simile a...» (e non essendoci più un Nick Greene a fermarlo, si tuffò in una vera orgia di immagini, fra le quali sceglieremo due o tre delle più tranquille): «...a una camicia di forza che immobilizza le membra; a una cotta d'argento che opprime il cuore; a uno scudo dipinto che nasconde uno spaventapasseri», "Anzi, è piuttosto l'animo umano a elaborare con analoga stranezza il corpo del tempo. Un'ora, entrata che sia nel bizzarro elemento dell'animo umano, può allungarsi di cinquanta o cento volte la sua durata d'orologio; al contrario, un'ora si può rappresentare esattamente, sull'orologio mentale, con un secondo. Questa straordinaria discrepanza fra il tempo dell'orologio e il tempo interiore è meno nota di quanto dovrebbe, e richiederebbe una più ampia indagine."