Der Steppenwolf

Jaroslav Kalfar - Il cosmonauta


 "Sine sole nihil sum. Perché tutto è una maschera." Romanzo di esordio tutto sommato,  promettente,  forse ancora acerbo, forse un po' confuso, forse con più pretese di quante se ne potessero evadere, e sicuramente questo è il suo difetto, il voler raccontare troppe cose. "Così non vediamo mai le nostre vere condizioni finché non ci vengono illustrate dal loro rovescio, e non sappiamo apprezzare quello che abbiamo se non quando ci viene a mancare." Racconta una storia personale, di crescita, di maturazione,  affiancandola  a una memorialistica, storica, riguardante la Cecoslovacchia e la Rivoluzione di Velluto della alla fine degli anni '80. La storia personale che muta a secondo della corrente politica dominate, e ci parla degli affetti e del bisogno di qualcuno.A tutto questo lega la sua improbabile missione spaziale e una parte che sconfina nella fantascienza o nel fantastico che dir si voglia, un viaggio nello spazio e un incontro con una "entità" aliena. "«Il silenzio ci fa impazzire» disse. «Ma abbiamo paura che ne sentiremo la mancanza. Bože, quassù l'ambiente è ostile, ma la vita è facile. Procedure sempre uguali, computer e cibo confezionato nella plastica. Sì, mi chiedo se riuscirò di nuovo a vivere in mezzo agli altri. Al pensiero di dover mettere la benzina nella macchina mi viene la nausea.»" La colonna portante è comunque la sua storia d'amore, con Lenka, (forse la figura più bella del romanzo)  fondamentale, importantissima, vitale, ma che finisce con diventare formale anziché sostanziale, uccisa dall'abitudine, fina a tradire la passione per l'avventura, per il sogno di gloria e di vendetta, una meschinità che gli costerà tanto, che provocherà uno strappo non ricucibile,  perché le ferite, anche se si chiudono lasciano sempre una cicatrice! "Ha aggiunto che il lavoro è fonte di un piacere profondo. Ma da che mondo viene? Il caffè è un piacere. La macedonia di melone alla vodka, il teatro. Svegliarsi con una ciocca di capelli del tuo amante in bocca. Questi sono piaceri." La prosa è scorrevole, quindi il racconto vola via senza affaticare, ma anche senza avvincere particolarmente, forse alla fine la parte più interessante e proprio la sua storia d'amore, mentre la meno riuscita, forse perché sembra solo un innesto su tutto il, resto e quella "fantastica" il suo improbabile viaggio/visione su mondi alieni, forse avrebbe dovuto scrivere due cose separate, alla fine il troppo ... stroppia!! "Sappiamo che il mondo funziona per capriccio, per un insieme di coincidenze. Esistono due sistemi principali per affrontarlo. Il primo consiste nel temere il caos, nel contrastarlo (per poi prendersela con se stessi quando la battaglia è perduta), nel costruirsi una vita ben strutturata fatta di avoro/matrimonio/palestra/riunioni/figli/depressione/amanti/divorzio/alcolismo/riabilitazione/infarto, una vita in cui ogni decisione è una reazione alla paura di una sorte peggiore (si fanno figli per evitare di essere dimenticati, si scopa qualcuno alla rimpatriata nel caso l'opportunità non si ripresenti più e si ricade nel Santo Graal dei paradossi: ci si sposa per combattere la solitudine, dopo di che si piomba nel costante desiderio di stare da soli tipico di tutti i coniugi). Con questo genere di vita non si può vincere, ma per lo meno si prova la consolazione della lotta: il cuore umano è appagato quando i conflitti lo distraggono. Il secondo sistema è l'accettazione indiscriminata dell'assurdità di quanto ci circonda."