Der Steppenwolf

Katherine Arden - La ragazza nella torre - La notte dell'inverno.


 "Era tarda notte e una fanciulla cavalcava uno stallone baio attraverso la foresta. La foreste non aveva nome. Era lontana da Mosca, distante da qualunque cosa, runico rumore che si udiva era il suono del silenzio e il raschiare dei rami ghiacciati. Era quasi mezzanotte. Un'ora stregata, magica, di una notte su cui incombevano il gelo, la tempesta e uno sterminato cielo pallido. Eppure la fanciulla e il suo stallone sfrecciavano tra gli alberi, instancabili." Come dicevo nella recensione del primo volume di questa saga, generalmente non comincio una trilogia se non ho a disposizione tutti i libri che la compongono,  e quando sgarro la pago. Così sono stato costretto a tornare sul primo volume, perché non ricordavo tanti particolari della storia, chi fosse chi e cosa avesse fatto. Certo alla fine mi sono chiarito e sono andata avanti, ma in un certo senso, ci sono ricascato, fra un anno dovrò rileggerne due prima di passare al terzo volume! Quindi magari se vi stuzzica l'idea   ... pensateci. "Intaglio oggetti nel legno perché le cose create con la fatica sono più reali di quelle create con il desiderio." Chiaramente anche questo è ambientato in Russia intorno al 1300, e riprende da dove si era interrotto il precedente.Questo secondo volume vede meno presenti le entità che rendevano tanto affascinate il primo volume, ma sicuramente c'è più azione e il ritmo è più veloce e incalzante. «Sta mentendo» commentò Andrej. «Le ragazze mentono spesso.» Avevamo lasciato la nostra Vasja che fuggiva sul suo meraviglioso cavallo, Solovej,  in questo secondo volume, la ritroviamo che vaga verso la civiltà, e dopo essersi imbattuta in un gruppo di misteriosi ladri, si dirige verso Mosca. Questo sarà più o meno il nuovo scenario, e sulla strada per la città si imbatterà in Saša, il fratello, monaco guerriero, che la riconoscerà nonostante la nostra eroina si sia prudentemente travestita da ragazzo, non potrebbe girare da sola nei panni di ragazza, ma che manterrà il suo segreto e non la tradirà, scelta che chiaramente lo costringe alla menzogna, e si sa le bugie hanno le gambe corte, e se si mente su una cosa così grave si perde credibilità su tutto il fronte.A Mosca ritroverà anche la sorella Ol'ga, ma anche vecchi nemici come Padre KonstantinInsieme a nuove minacce. «La magia non esiste.» «Ma tu hai appena...» «Le cose sono o non sono, Vasja» rispose lui. «Se desideri una cosa, significa che non ce l'hai, significa che non credi che sia già lì, e questo vuol dire che non ci sarà mai. Il fuoco è o non è. Ciò che tu chiami magia è solo non lasciare che il mondo sia altro da ciò che vuoi che sia.» Vasja dovrà fare i conti con il suo ruolo che si pone a cavallo tra la nuova religione sempre più pressante e presente e i suoi riti antichi, legati alla magia e alla natura, a tradizioni pagane sempre più avversate, ma cui lei ha scelto di essere paladina e protettrice. Magia che la pervade e nella quale crede,  ma che è sempre più debole, anemica, agonizzante, legata alla natura e alle sue manifestazioni, ormai allontanate e disprezzate dai più,  benché reali e presenti. In questa dicotomia la vedremo costretta a lottare su tutti e due i fronti, quello della realtà e delle nuove scelte e quello arcaico del passato e della magia rappresentata anche da nemici molto forti, vecchi ma al contempo nuovi, oscillando tra i mondi e ricorrendo a tutte le sue risorse.La prosa ormai la conosciamo, ci avvince, e forse la maggior accelerazione data in questo volume, che ci prepara ad un finale a venire, lo rende sicuramente più leggibile del primo volume. "Non aveva né spada né lancia, che certamente non sapeva usare, e nemmeno sguainò il pugnale che portava alla cintura, troppo corto per il duello a cavallo. Ma aveva il suo stallone: un'arma che valeva cinque uomini. Vasja non doveva far altro che starsene attaccata al dorso dell'animale e dirigerlo verso la vittima successiva. I calci di Solovej abbattevano i nemici scaraventandoli lontano; i suoi zoccoli spaccavano crani."