Der Steppenwolf

Judith Schalansky - Lo splendore casuale delle meduse


 "Prima o poi un esaurimento veniva a tutti. Faceva parte del mestiere. Sempre in prima linea. Chi non era abbastanza forte alla lunga non reggeva. A suo tempo era stato difficile l'inizio. Il lungo tirocinio in una scuola al termine del quarto anno di studi. Un salto nel buio. I nuovi arrivati venivano mandati al macello. Il branco sentiva l'odore della paura. Ogni settimana se ne inventavano una nuova. Loro avevano il potere. Ed erano sempre in maggioranza. Si era soli davanti alla lavagna. All'inizio c'era ancora il desiderio di ridere con loro. Di invertire i ruoli. Di fare squadra. Ma imparò in fretta. Bisognava farsi un nome, dare un colpo di reni. Perché il suo posto sarebbe sempre stato davanti alla lavagna, sola davanti alla classe. La porta era chiusa. Quarantacinque minuti potevano essere lunghissimi. Bisognava trovare il modo di superarli. L'attenzione. Erano costantemente in agguato, volevano solo vederti fallire. Se commettevi un errore, eri perduto per sempre. Da quel punto di vista avevano una memoria da elefanti. Il branco aveva una rete ben organizzata. La reputazione ti precedeva. Non erano permessi errori. Passare al contrattacco. La cosa piú importante era essere severi fin da subito. Per ammorbidirsi c'era sempre tempo. Almeno in teoria. Essere duri. Coerenti. Niente eccezioni. Niente pupilli. Restare imprevedibili. Gli studenti erano i nemici naturali. Gli ultimi nell'interazione scolastica. Presto tutti seppero chi era la Lohmark." Siete mai stati attratti da una copertina?  Be' ho cominciato a leggere questo romanzo perché intrigato dalla copertina e forse anche dal titolo.Non conoscevo l'autrice e non avevo letto recensioni sul libro. Ma sono subito stato catturato da questo testo assai difficile da giudicare. Già  come si giudica un testo?  Certo ci possono essere valutazioni assolutamente tecniche che prendono in esame la qualità della scrittura, ma molti capolavori sono tali proprio perché innovativi. Certo si può tener conto della costruzione dei periodi, dell'uso della retorica, della capacità di tener inchiodati gli occhi al testo. Ma alla fin fine è bello ciò che piace e non stanca. Per cui, spesso, la valutazione di un testo è altamente soggettiva. "Già solo il fatto che l'uomo debba andare a scuola dimostra l'inadeguatezza della sua costruzione. Quasi tutti gli altri animali nascono completi. Pronti per la vita. E ne sono all'altezza." Questo romanzo potrebbe essere un esempio di quanto vado dicendo.Immagino che lettori diversi potrebbero dare valutazione diametralmente opposte, perché alla fin fine è un libro molto controverso, e ad una qualità della scrittura che ho trovato veloce e avvincente, tratta tremi diversi  e teorie non sempre condivisibili. "Bambini e animali domestici. Finiva sempre male. Regalarne uno a un bambino era una forma particolarmente perfida di maltrattamento degli animali." La nostra protagonista è Inge Lohmark,  insegnante, inacidita, di biologia in un paesino dell'ex DDR, nel quale aleggia ancora  una certa nostalgia del socialismo, che quando vigeva non era apprezzato, ma dal quale è difficile liberarsi. Il paesino è alla deriva, i nuovi tempi hanno soppresso quel poco che c'era senza dare nulla in sua vece e uno dei fattori di misura è  il tasso di natalità,  ai minimi storici. "Alcune piante hanno piú geni dell'uomo. La strategia piú promettente per salire al potere era ancora quella di venire sottovalutati. Per poi colpire al momento giusto. Non si poteva ignorare che la flora era in agguato." Donna algida, che è costretta a mascherare le proprie paure, che spesso la immobilizzano,  si rivolge agli alunni dando loro del lei per mantenere le distanze e impedire che loro si 'approfittino' di le fino a sopraffarla e spiega loro che "..., nessuno, né l'animale né l'uomo, può esistere da solo. Tra gli esseri viventi vige la concorrenza e, talvolta, qualcosa che assomiglia alla cooperazione. Anche se accade raramente. Le principali forme di coesistenza sono la concorrenza e il rapporto preda-predatore".Non risparmia a nessuno i sui terribili giudizi, rendendo tutti vittime delle sue considerazioni, anche il marito con cui vivo un rapporto assolutamente formale e verso il quale non ha alcuno slancio sentimentale, la sua vita è fredda. Forse l'unica cosa che la eccita sono i  suoi studi di biologia, le sue meduse, organismi primigeni, splendidi, inappuntabili: "In principio era la medusa. Tutto il resto venne dopo. La sua perfezione è senza eguali, nessun altro animale bilaterale è dotato della sua bellezza. Nulla supera la simmetria radiale.". Ma nella vita reale non sa come posizionarsi, cosa sia veramente giusto o meno infatti assiste, senza intervenire, alle vessazioni che Ellen, una delle sue allieve,  subisce da parte di alcuni bulli. Ma qualcosa si sta incrinando nel suo sistema di vita. "Non solo la miopia si trasmette in modo dominante. Ogni incontro fra genitori e insegnanti era un'occasione per manifestare. La prima legge dell'ereditarietà: se i figli sono terribili, i genitori sono ancora peggio. Le caratteristiche latenti e ancora innocue nei loro discendenti, negli adulti sono pienamente sviluppate." Il romanzo sembra un testo di divulgazione scientifica semplificato e raccontato con arguzia e sarcasmo che può addirittura strapparci più di qualche sorriso, ma anche farci innervosire o lasciarci perplessi, ma gli si deve riconoscere un'enorme forza interna.Più che i fatti ci faranno compagni i suoi pensieri, e non è facile riuscire a tenere il passo con il groviglio di riflessioni che ci inonda. Consigliato, ma con prudenza! "Bisognerebbe essere animali. Veri animali. Privi della coscienza che ostacola la volontà. Gli animali sanno sempre quel che fanno. O meglio, non hanno bisogno di saperlo. Quand'è in pericolo, la lucertola perde la coda. Gettare la zavorra inutile. Invece noi pensiamo sempre alla prossima cosa da fare, al modo migliore di comportarci. Gli animali conoscono i propri bisogni, hanno un loro istinto. Affamati o sazi, stanchi o svegli, impauriti o pronti ad accoppiarsi. Lo fanno e basta."