Der Steppenwolf

Patti Smith - I tessitori di sogni


  "Nel 1991 ho vissuto nei sobborghi di Detroit con mio marito e i miei due figli, in una vecchia casa di pietra posta accanto a un canale che si gettava nel lago Saint Clair. Amavo profondamente la mia famiglia e la nostra casa, e tuttavia quella primavera conobbi una terribile e inesprimibile malinconia. Me ne stavo seduta per ore sotto i salici, persa nei miei pensieri. Fu in questa atmosfera che cominciai a scrivere I tessitori di sogni. Cominciai a dedicarmici al principio dell'autunno, proprio mentre le pere iniziavano a prender forma. Scrissi a mano su fogli di carta millimetrata, e il 30 dicembre 1991, il giorno del mio quarantacinquesimo compleanno, portai a termine il manoscritto. Qualcuno mi ha chiesto se definirei I tessitori di sogni una fiaba. Ho sempre adorato questo genere di racconti, ma temo che non possieda i requisiti necessari. Tutto ciò che è contenuto in questo libro è vero, ed è stato descritto esattamente com'era. La sua stesura mi ha scosso dal mio strano torpore e spero che in qualche modo colmi il lettore di una vaga e singolare gioia.""Non amo particolarmente la poesia, o forse trovo difficile parlare di poesia, mi sembra una cosa molto intima, alla quale è particolarmente difficile avvicinarsi, e ancor meno comprenderla nei suoi risvolti."Perché così è il dente di leone. Si spoglia ed esplode in desideri." Certo ci sono tante poesie che toccano le nostre corde più profonde, che ci fanno vibrare, sognare, piangere e ridere, senza che si sia capaci di render conto di queste emozioni, e probabilmente,  potrebbero essere assolutamente diverse da quelle che hanno ispirato le parole che scorrono sotto i nostri occhi."Sembrava che l'intera creazione fosse mappata in alto, e mi sentivo risucchiare dalle risate degli altri ragazzini in una quiete che aspiravo a padroneggiare. Qui si poteva udire il formarsi di un seme e il ripiegarsi dell'anima come un fazzoletto."È difficile parlare di poesia, o per meglio dire è difficile trasformarle in pensieri logici, sequenziali e razionali, prosaici, ciò che sfugge alla prosa per trasformarsi in lirica, in poesia, in emozione, cosi diventa difficile parlare di questo scritto, intimo, personale, che non è poesia, ma che sembra esserlo, che racconta episodi della vita  e dei sogni dell'autrice, e che apparentemente ci raccontano, ma che in realtà scorrono indipendenti, arrivando a smuovere qualcosa che non è narrabile. Non sono poesie, non sono esattamente racconti, ma l'approccio a questo libro non può essere quello classico della lettura, forse è più come bere, dissetarsi o addirittura ubriacarsi, sempre che si riesca ad apprezzare quanto abbiamo d'avanti."La mente è un quadro. E lì nell'angolo c'è l'accenno di una spirale. Forse è un virus; forse il tatuaggio di uno spirito."Così questo teso, in parte biografico, in parte narrazione di sogni che trascendono anche il personale, può colpirci o stancarci secondo che si riesca ad entrare in sintonia con l'artista, o che si provi a leggere con distacco.  Possiamo immaginare di vedere ciò che vuole farci sentire, o sentire cose nostre, risvegliate da parole e immagini che scorrono sulle pagine insieme alla fotografie dell'artista ... e dell'artista!Se si conosce  e si apprezza Patti Smith, sicuramente da leggere, altrimenti la vedo dura! "Un pomeriggio mi mandarono in paese da sola. Ero agitata perché avevo deciso di chiedere informazioni sulla gente del campo al vecchio che vendeva pesciolini da esca. I bambini lo temevano, ma in una certa luce pareva quasi beato, eterno. L'uomo più vecchio nella casa più vecchia: una catapecchia fatiscente, dipinta di nero e in posizione arretrata in un tratto di terra invaso dalla vegetazione. La parola esca era stampinata sul tetto inclinato. Lì sedeva, con qualunque tempo, in salopette, vicino alla tomba della moglie, sepolta nell'ombra accanto alla casa.Rimasi lì accanto a lui. Mi sembrò di non averglielo chiesto davvero. Perché la mia mente, che sfrecciava qua e là, non voleva saperne di collaborare con la mia lingua. Ma forse una frase o due mi erano sfuggite. Infatti rispose, mentre voltava la conca della pipa senza aprire gli occhi, quasi senza muovere le labbra:Devono essere i tessitori di sogni..." "La mia bisnonna mi prese in antipatia, così come era accaduto con mia madre. Però avevamo molto in comune, dato che assomigliavo ai suoi figli e avevo qualcosa dei suoi tratti e dei suoi modi scostanti. Discendeva da una lunga stirpe di contadini e pastori solitari del Norfolk. Erano nel suo sangue, e dunque mescolati nel mio. Anche se mi snobbava, ero consapevole di possedere, tramite lei, l'animo del pastore. Tramite lei ero attratta dalla vita dei sognatori e immaginavo di badare a un gregge, raccogliere lana in una sacca di pelle e contemplare il colore delle nuvole."