Der Steppenwolf

Harry Bernstein - Il Muro Invisibile


 "Noi eravamo gli ebrei e loro i cristiani. In realtà quello che avevamo là era un ghetto in miniatura, poiché c'era un muro invisibile fra le due parti, e sebbene lo spazio che le separava fosse solo di pochi metri, in quanto la strada era molto stretta, la distanza sociale avrebbe potuto essere di chilometri e chilometri." Della serie non è mai troppo tardi, dopo Frank McCourt, che scrisse il suo celebre 'Le ceneri di Angela' a 66 anni, vincendo un Pulitzer, ecco Harry Bernstein, che debuttò con questo romanzo all'incredibile età di 96 anni.Come il primo, anche Bernstein ci racconta della sua infanzia, in una autobiografia che se non è ambientata in Irlanda, si svolge nella vicina Inghilterra, in una strada di un quartiere operaio del Lancashire, dove la povertà regna come nel romanzo di Angela, e come in quel caso, entrambi sono accomunati dall'avere un padre alcolizzato! Ci fermammo entrambi e ci squadrammo, silenziosi, per un attimo, come due cuccioli che si fiutano quando si incontrano. Allora chiesi: "Dove vai?". "A casa tua" disse lui. "Mà mi ha mandato a chiedere uno scellino in prestito per l'affitto. E te?" "Dalla tua" risposi. "Anche la mia mi ha mandato a chiedere uno scellino per l'affitto." "Allora ci vediamo dopo" replicò lui. "Ciao!" "Ciao!" risposi. E scappammo via fiduciosi in direzioni opposte, troppo sciocchi per renderci conto dell'inutilità delle nostre rispettive commissioni. Mia madre e la sua erano anch'esse amiche e più tardi, quando si incontrarono per discutere di questo episodio, scoppiarono in sonore risate. Si sbellicarono entrambe, ridendo a crepapelle fino alle lacrime. Ma qui il filo conduttore è dato dal razzismo, nella stessa strada abitano cristiani ed ebrei, gli una da un lato gli altri dall'altro, e pare che ci sia un muro, invisibile e dividere e a rendere impossibili i contatti tra i due gruppi etnico/religiosi.Harry ci racconta di quando ha  quattro anni, ed è il più piccolo di cinque fratelli.Il padre, ebreo immigrato dalla Polonia, lavora nelle locali industrie di  manifatture tessili, ma sperpera  buona parte del suo salario bevendo per poi sfogare la rabbia per la sua vita  stentata  sui figli. Sulla  madre ricade il compito di mandare  avanti casa e famiglia ingegnandosi come può come può, e ricorrendo ad ogni espediente, nella speranza di far mangiare i figli. Non appena se ne andava, mia madre esclamava con disprezzo: "batesky". Era un peggiorativo, in chiave polacca, dell'epiteto offensivo batesemas, che noi ebrei del Lancashire usavamo affibbiare ai cristiani. Vivono in una fatiscente casa a schiera, allineata con altre simili su un lato di una strada di ciottoli. Una strada come ce ne potrebbero essere tante,  ma caratterizzata dall'invisibile muro che divide e separa i due marciapiedi con gli ebrei da una parte, i cristiani dall'altra. Mondi separati e inconciliabili, si fronteggiano con usanze, credenze, abitudini, diverse e pregiudizi che nella loro diversità, sono uguali, proprio perché accomunati da fattori che vanno oltre la razza o la religione, accomunati dallo stesso bisogno, dall'indigenza, dalla miseria, dalla fame. I fratelli vanno a scuola, compatti per difendersi dalle angherie di altri bambini, ma una volta vengono attaccati da una banda di bambini cristiani e a salvarli interviene  Arthur Forshaw, liceale cristiano, una luce che squarcia le tenebre del razzismo. Questo avvenimento sarà il trampolino di lancio per la passione che spingerà la sorella di Harry tra le braccia di Arthur. Ma la vita viene alterata dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, che altererà la vita dei protagonisti  e quella della strada, ma non intaccherà il sentimento sbocciato tra i ragazzi. L'amore non conosce differenze. Ma questo solo per chi ama, per gli altri è qualcosa di inconcepibile, di inaccettabile, e come perdere una figlia (l'odierna  cronaca ci mostra come ancora oggi si preferisce uccidere una figlia piuttosto che lasciarla libera di amare chi vuole!) Ma forse a volte l'amore alla fine può vincere. Qualche volta mi domando come gli uomini possano aver mai scritto della gloria della guerra e dipinto quadri che rappresentano questa gloria. La realtà è tutto il contrario. L'ho imparato sulla mia pelle e non penso che potrei continuare ad andare avanti se non sapessi per quale motivo combattiamo, poiché questa potrebbe essere veramente la guerra che mette fine a tutte le guerre. E quello che mi tiene in vita e mi fa andare avanti, è il pensiero del mondo nuovo che questa guerra porterà con sé. Metterà fine a molta della miseria che c'era prima, alla povertà tanto per cominciare, io, spero, e in particolare alle differenze che hanno sempre separato le persone l'una dall'altra..." La scrittura fluente, semplice, non impegnativa, che ancora una volta ci induce a fare un parallelo con McCourt, fa si che il romanzo scivoli via velocemente, toccandoci, il cuore e strappandoci qualche lacrima a volte di tristezza a volte di gioia. Ci commuove e ci diverte, anche narrandoci di gente povera, di fame e di razzismo, ma il tutto filtrato dagli occhi di un bambino di 5 anni.Certo noi siamo lontano dalle vicende e dall'epoca narrata, eppure in noi risuona un eco, di come se rivivessimo cose sentite se non vissute, forse di quando ci raccontavano della fame e della guerra, della miseria e della forza di affrontarle con un sorriso sulle labbra.Consigliatissimo, anzi raccomandato! "Ma tutto questo cambierà Harry. Credimi, tutto cambierà. La gente diventerà più accorta. Il cervello umano tende a svilupparsi. Un giorno tutti saranno così evoluti da vedere e capire la verità e non si comporteranno più come un branco di pecore. Allora quel muro che separa i due lati della nostra strada crollerà proprio come le mura di Gerico. Forse, io e Lily, oggi, abbiamo dato una piccola spallata. Ma un giorno sentirai risuonare una tromba e tutto svanirà. Oh, sì, Harry, avremo un mondo migliore. Le cose non saranno sempre come sono adesso. Ci saranno tempi migliori per noi tutti, non solo per pochi. Ascolta quello che ti dico adesso. Ti prometto che ci sarà un mondo migliore di quello in cui stiamo vivendo oggi...""