IlDiario

il PGI chiede la cetezza della pena


Partito Giustizialista: Albanese sgozza una donna a Sutri (VT)
Nei giorni scorsi è stato arrestato a Sutri (VT) un pregiudicato albanese cinquantatreenne,  certo Aga Asilan reo di aver sgozzato la convivente, trentunenne, madre di tre figli. Notizie analoghe spesso si leggono sui giornali e femminicidi, termine ultimamente in uso per designare gli omicidi spesso domestici di donne, sono purtroppo all’ordine del giorno. La cosa pertanto non sarebbe rilevabile in se, né per l’etnia dell’omicida, in quanto la violenza domestica contro le donne non è prerogativa degli stranieri in quanto coinvolge spesso anche nostri connazionali ma per un altro aspetto, quello cioè che lo stesso pregiudicato nel 2011, ossia appena 13 anni fa, aveva già ucciso una donna e precisamente a Cave in provincia di Roma. Anche quell’omicidio, come l’ultimo per sgozzamento (forse la religione islamica dell’assassino l’ha eccitato nella vista degli sgozzamenti di cristiani, yazidi e sciiti in Siria ed Iraq ad opera dei tagliagola del Califfato, ma questa è una supposizione senza riscontri perché anche io personalmente sono amico di diversi mussulmani che al contrario anche di tanti sedicenti cristiani sono delle brave persone) dimostrò una particolare propensione alla violenza dello stesso perché uccidere una donna a picconate non può certo considerarsi un omicidio preterintenzionale e d’impulso. Ma tant’è, arrestato dai carabinieri per quell’omicidio la magistratura gli diede appena 16 anni di carcere, ridotti poi a 14 in appello. Bene, se il primo omicidio è stao 13 anni fa vi domanderete come è possibile che quest’uomo ha ucciso un’altra donna dopo appena 13 anni? La risposta è data dalle leggi ultragarantiste (altro che giustizialiste) propinate durante il Governo di  un noto pregiudicato di Arcore, con la complicità di certo buonismo di sinistra, di una Chiesa Cattolica e del Partito Radicale che quasi quotidianamente ci parlano di amnistia e s’interessano dei diritti dei detenuti e non certo del diritto alla sicurezza delle persone perbene e della mancanza assoluta della certezza della pena nel nostro Paese. Infatti la Magistratura di Sorveglianza considerando l’Asilan non più socialmente pericoloso lo ha liberato dopo appena 9 (nove) anni. Non sarebbe forse il caso di far rispondere per responsabilità oggettiva che considera erroneamente non pericoloso una persona macchiatasi di omicidio. E non sarebbe forse il caso di rivedere la legislatura italiana, che disconosce tra pene quella della pena di morte che pure è prevista dalla Bibbia dove esplicitamente è scritto. “occhio per occhio, dente per dente” e “vita per vita” (Levitico 24, 19-20), oppure i nostri governanti pensano che quello ordinato da Dio sia errato. Il Partito Giustizialista è per la certezza del diritto, per la responsabilità personale di chi concedendo sconti o dando permessi non risponde dei crimini commessi dal criminale in un periodo che avrebbe dovuto trascorrere in carcere e chiede a tutti quanti condividono la nostra battaglia di unirsi a noi per la costituzione di un movimento a favore dell’istituzione della pena di morte nel nostro Paese.Filippo OrtenziSegretario NazionalePartito Giustizialista Italiano