C'era una volta una forchetta molto lucida, con i denti d'argento. Tutti l'ammiravano, e la volevano in sposa. Arrivò il cavatappi, e facendo un giro di danza girondina, disse: - Bella forchetta lucente, guardami un po': io giro, prillo, tiro, strappo e stappo! Non sono un tipo bello e interessante? Sposami, forchetta, e stapperemo insieme una bottiglia di spumante! La forchetta rispose: - Bello mio, tu stappi, stappi: ma non m'acchiappi! E il cavatappi, deluso,se ne andò nel cassetto. Ed ecco il coltello, lama luccicante ed affilata, che si fece avanti e mostrandosi di qua e di là, disse: - Forchetta deliziosa, guardami un po'! Io taglio, sego, spello, buco, divido e spartisco! Se mi sposi, sarò come una spada al tuo fianco! E la forchetta: - Bello mio, tu tagli, tagli:ma non mi pigli! E il coltello se ne andò al suo posto nel cassetto.Arriva il cucchiaio... piano piano...col suo testone tondo e dice: - Eccomi qua...cara forchetta:non ti senti un po' sola?Io ho un bel posto nel cassettocon uno spazio vuoto... Vuoi venire a stare con me? La forchetta lo guardò: ed ecco che guardandolo non vide solo lui,ma la propria immagine, perché anche il cucchiaio era ben pulito,lucido come uno specchio: però non si vide com'era, ma a testa in giù, perché se ci si guarda nella parte concava di un cucchiaio, succede così. La forchetta si mise a ridere, poi girò dall'altra parte e si specchiò: e si vide grassa grassa, perché chi si specchia nella parte convessa di un cucchiaio, si vede così. Allora la forchetta rise forte, e disse: - Non ti sposo per la casa o per le lire, ma perché mi fai divertire! Così forchetta e cucchiaio diventarono le posate sposate, e abitarono nel cassetto: lui in una stanza e lei nell'altra per stare più comodi. Però... spesso...stavano vicini e giocavano insieme, e facevano il bagno nella vasca del lavandino, insieme alle altre amiche posate, nella schiuma profumata. E sospiravano tanto, ma così tanto, che il detersivo, attorno, faceva grandissime bolle.