DILOGIE & OMBRE

Di-stanze (pezzetti di un sogno reale)


I giardini della mia infanzia non erano con rose ai viali, ma viole blu e tulipani gialli… Perché per un daltonico il mondo è diverso da quello che sembra a tutti.Ma non me ne sono mai fatta un cruccio, si diceva che in fondo avessi un modo differente di vedere e sentire le cose.Ecco perché in quel ponte il riflesso era di un grigio così puro che specchiarmi mi faceva stare bene. Ecco perché quel tuo occhio storto mi faceva impazzire.E non potevo non sentirmi appagata e felice, e non potevi sembrarmi che il più bello fra tutti.Mi battevi sempre a scacchi, e io non desistevo, dopo che pazientemente mi avevi insegnato il gioco, era diventata per me una sfida riuscire a vincere. “Scacco al re!” lo dicevo quasi gridando, sentendo la vittoria vicinissima. E tu non parlavi, non guardavi che la scacchiera e quel cavallo imbizzarrito che correva verso la tua regina.Poi la pioggia. Di sabato pioveva sempre, di sabato quando non ti avrei voluto lasciare mai più e cancellare le distanze che si erano poste fra di noi. Avevo solo quel sabato. E piangevo, insieme alla pioggia.Non sei più come ti ricordavo. E mi sembra di non averti neanche mai conosciuto. Sempre magro, ma diverso. Mi hai detto di non esserti mai sentito capito da me, di non essere mai stato felice in fondo. Lo hai fatto con la calma di sempre. Guardando la strada.Scacco matto. Un’altra volta. Definitivo.A mia totale insaputa. O quasi.  E oggi non avrei neanche voluto giocare, e forse neanche vincere a tutti i costi, come avevo sempre fatto..