DILOGIE & OMBRE

Post N° 105


I CIPRESSI SEMPREVERDI INVECCHIANO OSSERVANDO IL MONDO CAMBIARE I SUOI ATTORI Sei arrivato su un fiocco di neve, in una fredda mattina d’inverno, nel silenzio che gela e copre la vita stessa.Mi ha portato il caldo soffocante di un pomeriggio di giugno, il mare calmo e l’acqua fresca di un’estate appena iniziata.Ci siamo incontrati in un giorno anonimo di primavera e per ben cinque volte abbiamo contato tutte e quattro le stagioni circondandoci di sogni.Quando anche i miei pianti soffocati, dimenticati, dispersi, sotterrati, annaspavano una felicità reale di fittizia calma, il mio pensiero era anche tuo. E non esistevano bugie che non fossero le promesse più vere, recitate in silenzio o cantate a squarciagola, noi, piccoli incoscienti, che giocavamo a fare i grandi, costruivamo un amore e amore usciva dalle nostre bocche, carnose e languide, e amore riempiva i nostri occhi e il nostro letto.Ma qualcuno ha deciso per noi. Ed è stato fatale.Io, che mai sarei cambiata, trasformavo il mio di mondo in un quadro da appendere su di una parete e dimenticare, mentre tu dipingevi il tuo di quadro nel quale saresti entrato, facendone parte, da protagonista.Mi avresti dovuto maltrattare, tradire, esasperare, perlomeno il ricordo di te sarebbe stato marcio e deforme, così ti avrei odiato fino al midollo, sputando veleno sul mio passato con te. Avresti semplicemente dovuto rovinare tutto, anche la fine, soprattutto la fine, in modo tale che il solo pensiero del tempo perso a rincorrere stupide follie, a disegnare gli attimi in cui saremmo stati insieme mi avrebbe fatto rabbrividire.  Solo così ti avrei potuto odiare, fino in fondo.Invece mi hai avvolto nella candida bambagia e viziata come una bambina, io, gioiello dentro una campana di vetro, vivevo nei tuoi respiri e nel mondo, quello vero, che non mi appartiene e che mi hai fatto conoscere e un poco amare.Ma qualcuno ha deciso per noi. E lo ha fatto per sempre.Sono salita sull’ultimo treno con le mani ancora sporche e il vestito sgualcito, con il viso tumefatto da un dolore che mi aveva divorato lo stomaco. E ho mangiato quelle parole che ti avevo scritto, ad una ad una, masticando frenetica quel foglio bianco fatto a pezzi.Ricordo tutto e non dimentico.Sono scesa dal primo treno bambina, vestita a festa, pulita e rassettata, libera e nuova. Che ne avrei fatto ora di te? Eri troppo piccolo e tremendamente fastidioso, eri ormai troppo diverso da me. Mi inseguivi ancora, come si segue una piccola padrona, con occhi supplichevoli e muti, ma non ci capivamo più, io non ti capivo più. Mi sei saltato addosso, volevi giocare e invece mi hai spaventata. Con un calcio ti ho allontanato da me, scaraventandoti a terra, è stato un attimo. Sono corsa all’impazzata verso casa, coprendomi il viso smostrato, mentre tu inerme ti spegnevi lentamente nel mio campo di papaveri.  .
IL TESTO PARTECIPA AL CONCORSO NARRATIVO "STORIA D'AMORE" CREATO DA WRITER