Fatti e opinioni

Che cosa penso di Monti


A costo di deludere (ipotesi minima) o di far arrabbiare (ipotesi - spero - massima) qualche amico, voglio dire in breve quello che penso di Mario Monti e del suo governo.Dobbiamo essergli grati per aver accettato quell'incarico, sapendo perfettamente che gli avrebbe portato insulti, disprezzo, odio eccetera. Lo ha fatto per senso di responsabilità nei confronti del suo Paese, per rispetto verso un vecchio Presidente a cui erano rimasti pochi santi a cui votarsi, per l'orgoglio (perché no?) di vedere riconosciute le proprie capacità, per l'enormità del compito (certamente non sottovalutato) e della sfida.Come dice John Belushi/Bluto Blutarsky in una scena di Animal house, "quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare". Sì, perché questo signore distinto e sobrio (parola simbolo), dall'aria di professore pedante e noioso, deve avere la tempra dell'acciaio, considerate le pressioni a cui è sottoposto. Ha raccolto dalle mani improvvide e inerti del suo predecessore la macchina di un'Italia sull'orlo del baratro e, con determinazione, ha dato una secca sterzata.Posto che nessun governo potrà mai accontentare tutti (ed io per primo non sono del tutto soddisfatto), si è subito dato da fare. Certo, ha preso i soldi dove era più facile, ma lo ha fatto per la buona ragione che servivano subito. Perché è un problema far pagare i ricchi: bisogna prima scovarli. E non si può dire che non ci stia provando, visti i ritmi degli accertamenti. Perciò invece di lamentarci diamogli una mano, esigendo ricevute fiscali, scontrini e fatture: i soldi che "risparmiamo" pagando in nero li cacciamo fuori con gli interessi non solo in tempi di crisi, ma sempre, in termini di minori o peggiori servizi.E quando andremo a votare non mandiamo in Parlamento sempre gli stessi che, a chiacchiere, disprezziamo. Restituiamo a questa parola logorata, "democrazia", il suo significato. Prendiamo in mano il nostro destino: ne siamo gli artefici, anche se molti, troppi, non se ne rendono conto.