Fatti e opinioni

Le cose che mi emozionano


Il 6 febbraio 1999 nella rubrica della posta del quotidiano "la Repubblica" è stata pubblicata la lettera seguente: "Non si chiamano Ross, Green, Carter, Hataway, non lavorano a Chicago ma nel reparto rianimazione di un ospedale pubblico in una cittadina del Veneto che molti italiani neppure conoscono, Camposampiero. In un giorno in cui è facile avere la guardia abbassata, il primo gennaio, hanno ricoverato un paziente con una patologia rarissima, sei casi in quattordici anni in tutto il Veneto, dove quindi le conoscenze del medico finiscono per contare meno delle sue capacità di intuizione. Una patologia che ha una mortalità del 90,95 per cento anche in forme meno gravi di quel caso. Per due volte lo hanno letteralmente strappato alla tomba, e mentre lavoravano 24 ore al giorno hanno trattato con grande umanità i parenti che li assillavano con domande e paure. Uno di loro ha detto, qui non si muore senza il nostro permesso. Non era una spacconata, ma la consapevolezza di una professionalità eccezionale. Oggi il paziente torna a casa. E' mio fratello, li ringrazio."