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Paolo Bonaiuti (che si alterna con Sandro Bondi a diffondere, interpretare, precisare, chiosare il mutevole pensiero del capo) stigmatizza la caduta di stile di Romano Prodi (secondo il quale Silvio Berlusconi "ha poco tempo davanti"). Trovo singolare questa deplorazione da parte di chi ha dato l'avvio all'uso intenzionale e sistematico della denigrazione dell'avversario nell' ingessato (fino ad allora) agone politico italiano. In questo sarei persino propenso a riconoscergli, in un certo senso, un merito, se non avesse esagerato. Sì, perché siamo tutti al corrente delle sue "imprese", dalle più recenti (la "gnocca" di cui ha gratificato Margaret Thatcher, nientemeno) alle più datate (definisce i giudici "golpisti", dà del "kapò" al deputato europeo Martin Schulz eccetera). Insomma, come può parlare di stile uno che ha la classe di un tritacarne? D'altra parte chi può credere che Berlusconi abbia davvero "poco tempo davanti"? Nessuno. Basta guardarlo e andare a riguardarsi le sue foto indietro nel tempo, in una fantascientifica carrellata: da tredici anni a questa parte (dalla sua mitica "discesa in campo") non fa che ringiovanire, perdere rughe, riacquistare capelli, conquistare cuori di bellissime fanciulle. Secondo me ci seppellirà tutti.
Adesso scusate se mi volto di spalle: non mi sembra elegante farmi vedere mentre mi tocco i coglioni per scaramanzia. Ah, lo suggerisco anche a lui, anche se (ipse dixit) i coglioni sono di sinistra.