Graffiti cromati

Ritrovarsi davanti ad un quadro.


Marta si era svegliata presto. Aveva dormito benissimo in quel letto. Era accogliente e il cuscino aveva la giusta morbidezza, quella che aveva sempre cercato. Tirò la tenda e aprì la porta. Era domenica mattina. Parigi era silenziosa e stupenda. I cafè erano già aperti e qualche solitario mattiniero  già sedeva con un caffè e un giornale davanti. Una specie di preparazione alla giornata ancora da iniziare. Si vestì in fretta e scese a comprare del pain au chocolat, alla boulangerie non molto distante dall’albergo. Mangiò con calma, godendo di quel sapore dolce che le piaceva. Rimise la giacca e la sciarpa e s’incamminò lungo la Senna. C’era il sole. Era maggio. Ma l’aria era abbastanza fresca. Lungo la Senna c’erano bambini in bici, accompagnati dai genitori e giovani donne che facevano footing. Lei camminava a passo spedito. La sua meta era il Museo d’Orsay.E ci arrivò in circa venti minuti. Fuori , i turisti, facevano la fila per entrare. Aspettò in fila circa un quarto d’ora. Fece il biglietto e finalmente entrò. Aveva sempre amato gli impressionisti, ecco perché ci teneva a visitare quel museo. L’aveva preferito al Louvre. Le sale erano pieno di gente e lei non scelse una linea, un ordine da seguire per la sua visita, ma si diresse verso l’opera che per prima voleva vedere da vicino. Si trattava de “L’origine del mondo” di Courbet. Era lì davanti al quadro, ora. E lo guardava. Non era grande, ma non era nemmeno piccolo. Era piccolo visto da lontano e possedeva dentro una grandezza che non sapeva raccontare. La sala, dove si trovava esposto quel quadro, non era molto piena. C’era un uomo sui quarant’anni , tre adolescenti e una donna con sua figlia. La ragazza era alta e bionda, di rara bellezza. L’uomo sui quaranta , leggeva intento sulla sua guida. Marta lo guardò. Sembrava assorto in un altro mondo…. Nicolas era in piedi dall'alba. Ogni volta che tornava a Parigi, nel primo giorno di soggiorno, si alzava molto presto e andava a camminare sui boulevard ancora illuminati dai lampioni notturni. Aveva lasciato Marta in albergo. Marta sola nei suoi sogni tranquilli. Era uscito nella fresca brezza del  maggio parigino. Indossava la sua morbida giacca nuova e tra le mani aveva la piccola guida della città che gli regalò suo padre. Quello della Guida non fu il solo regalo di suo padre: all'epoca del suo esame di maturità ebbe in dono anche il viaggio nella città delle sue fantasie artistiche. Quell'anno incontrò Marta. Erano così giovani e belli! Lei bella lo era ancora.Nicolas pensava di non amare più Marta. Pensava di sapere tutto di lei e del suo corpo; e quello che sapeva non lo eccitava più come un tempo. Eppure viveva con una donna che conservava quasi intatta la sua bellezza; era una donna che gli amici gli invidiavano. Una donna che lo amava.Lui fece la fila al Museo d'Orsay, tutto concentrato nei suoi ricordi giovanili. Si ritrovò, con il biglietto in mano e la guida, nella sala dov'era esposto il quadro di Courbet. Povero Courbet, ricordato soprattutto per quello! Nell'ampio salone c'erano una donna elegante sui quarant'anni, tre adolescenti e una donna con sua figlia. La donna elegante lo guardò, lui rispose a quegli occhi. Marta, era Marta!( Kiss_and_knife & DiapasonRed)