Diario Infernale

L'anno che verra'


Si e’ chiuso l’anno 2014, che potremmo chiamare l’anno di Renzi.   Dal giorno della caduta di Berlusconi, fatto fuori da un complotto internazionale basato sull’intrigo dello spread, ogni anno e’ stato contraddistinto da un nome.    Il 2012 fu l’anno di Monti, il salvatore della patria.  Oggi abbiamo ben chiaro che non salvo’ proprio nulla, ma assesto’ al paese una terribile mazzata fiscale, che ha provocato una caduta sia della produzione che del consumo di portata storica.    Naturalmente non tocco’ quasi per nulla i parassiti veri dello stato, se vogliamo escludere la riforma Fornero, che tendenzialmente avra’ i suoi effetti piu’ significativi negli anni a venire.Il 2013 fu l’anno di Letta, dopo l’affondamento di Bersani, che pensava di “vincere facile” ma non aveva fatto i conti con lo scontento popolare provocato dalle politiche del Governo Monti, da cui opportunamente il Cav si era sfilato qualche mese prima.    Anche in questo caso non ci fu una grande svolta, nonostante Letta avesse un grande appoggio da una coalizione abbastanza vasta di partiti, compreso il Cav.L’Italia e’ infatti un paese che ha bisogno di profonde riforme strutturali, che tolgano le incrostazioni provocate da 30-35 anni di infestante persistenza dell’influenza delle idee sinistre in tutti i gangli vitali dell’organizzazione statale, non esclusa magistratura e alta burocrazia.   Occorre ridurre la presenza statale in tutte le innumerevoli partecipate, occorre efficienziare l’amministrazione eliminando i fannulloni, occorre ridurre le tasse sui produttori eliminando i parassiti, razionalizzare la spesa pensionistica tagliando le pensioni d’oro, valorizzare i punti di forza del sistema paese, puntando principalmente sull’immenso patrimonio culturale, artistico e paesaggistico di cui e’ dotato il nostro territorio.Nulla di tutto cio’ ha fatto il Governo Letta, che si e’ limitato a litigare per alcuni mesi sulla decisione di eliminare oppure no la tassa sulla prima casa (richiesta del Cav).   Poi verso settembre 2013 la condanna di Berlusconi e la relativa decisione della sinistra di appoggiare la sua espulsione dal Parlamento ha provocato la fuoriuscita di Forza Italia dalla coalizione e Letta ne e’ uscito praticamente azzerato (pur conservando il potere con una manovra di Palazzo).Arriviamo al 2014.  Renzi prende il potere con un blitz, e all’inizio ha una spinta energetica enorme, una popolarita’ favolosa (anche a destra) che lo porta a vincere le elezioni europee con il 41 % dei voti.      Pero’ la sua maggioranza e’ fragile (e’ quella stessa di Letta).   Lui cerca di rafforzarla arrivando ad un intesa con il Cav, sfruttando anche il fatto curioso che il Cav ha di lui (almeno all’inizio) un’opinione favorevole, lo vede in pratica come il suo degno erede, ma solo spostato nel campo sbagliato.Grandi promesse, ma risultati zero.   L’anno si chiude con un calo del PIL, la disoccupazione in aumento, il deficit appena appena al minimo tollerabile dalla UE. Che succedera’ adesso, nel 2015?   Renzi vuole continuare, ma con una maggioranza fragile, sempre insidiata dalla sua opposizione interna, che potra’ mai fare?