Diario Infernale

Referendum: centralismo o federalismo?


E’ normale, nella prassi politica, che il popolo non c’entri per nulla con le decisioni e le normative che vengono introdotte volta per volta dai nostri amabilissimi parlamentari, per lo piu’ dietro l’impulso del Governo.    Ci sono sicuramente le elezioni politiche che devono determinare l’orientamento degli elettori nei confronti delle strategie da adottare, ma alla fine il personale politico e’ piu’ o meno sempre lo stesso, con un ricambio relativamente modesto, per cui l’inerzia parlamentare e’ sempre molto forte.            Inoltre, bisogna notare che le leggi vengono per la loro gran parte scritte da personale amministrativo che non cambia ad ogni elezione.  La dirigenza pubblica e’ stabile e compatta come una colla tutte le eventuali sbandate dei nostri politici.            Quando invece il popolo puo’ incidere con forza sulle decisioni?  Proprio nell’occasione dei referendum.    Col referendum si introduce una cesura netta fra le vie da adottare.  Non c’e’ piu’ la melassa, c’e’ solo un SI o un NO.     Alcuni referendum passati hanno determinato svolte storiche nella politica italiana.    Non li elenco perche’ sono molto noti.            Ci sono stati anche referendum scarsamente incisivi.  L’ultimo sulle trivelle ne e’ un banale esempio.   E questo referendum prossimo venturo e’ di quelli epocali oppure no?            Dal lato della riduzione costi, sicuramente no.  La spesa pubblica italiana supera gli 800 miliardi, e non saranno 500 (o meno) milioni a spostare qualcosa.     Dal lato della velocita’ dell’approvazione delle leggi, probabilmente no.  Gia’ adesso, se c’e’ la volonta’ politica, una legge impiega meno di 3 mesi ad essere approvata da entrambe le Camere.   Come si vede, dipende dalle teste, e non dal manico.            C’e’ poi il (falso) argomento della svolta autoritaria.   Ma questo fattore dipende dalla legge elettorale.   Una legge che non c’entra con la Riforma, e che puo’ essere cambiata in qualsiasi momento, oppure disattivata dalla Corte Costituzionale, come e’ gia’ accaduto con la precedente legge, molto simile.            Rimane quindi l’ultimo argomento: la centralizzazione delle decisioni in tema di politiche energetiche e di infrastrutture strategiche.   In altre parole, un minor potere alle Regioni.   Questo e’ forse l’unico argomento solido che potrebbe indurre qualcuno a votare SI al referendum.    Ma per altri versi (per es. chi vuole piu’ federalismo) l’argomento potrebbe indurre una consistente fetta di elettori a votare NO.            Probabilmente sara’ questo tema a caratterizzare il decorso degli eventi successivi al referendum.