Diario Infernale

Referendum: senza paura


I recenti avvenimenti a cui abbiamo assistito, che hanno avuto il culmine nelle elezioni americane di novembre con la vittoria inaspettata di Donald Trump, che ha scandalizzato i benpensanti di tutto il mondo, mi ha portato a meditare sulla situazione italiana, che avra’ un punto di svolta significativo nel prossimo appuntamento referendario.            Dobbiamo aprire gli occhi e riconoscere la realta’, che vede ormai due punti focali di riferimento nella battaglia del referendum, e sono evidentemente Grillo e Renzi, nell’assenza di una destra ormai in disfacimento.    Sono due artisti che hanno saputo convogliare su di se le aspettative della gente, da una parte nel M5S quello della rabbia di chi ha dell’andazzo corrente una visione disgustata, dall’altra nel PdR (partito di Renzi, che non coincide con la cosiddetta sinistra), chi invece si trova ancora bene inserito nell’ingranaggio e desidera solo piccoli aggiustamenti al meccanismo per migliorarne il funzionamento.            In quest’ottica ognuno dovrebbe per prima cosa chiedersi: sono disgustato oppure mi trovo (piuttosto) bene e quindi non voglio fare salti nel buio?    Nel mio caso vale la seconda, ma debbo riconoscere che una gran maggioranza di giovani si trova nella prima ipotesi.   Quindi, forse non conviene essere troppo egoisti dalla vista corta e iniziare a fare delle considerazioni di convenienza.            Sui temi di cui sopra si e’ espresso sinteticamente e con grande forza Grillo, definendo il fronte del SI un “serial killer della vita dei nostri figli fra 20 anni”.    Il mantenimento dello status-quo, inteso come consolidamento dell’establishment esistente, dice Grillo, e’ un delitto, un peccato mortale che ci portera’ alla catastrofe.    In questo senso coincide con le previsioni distopiche fatte da Casaleggio nel suo ultimo video, dove si prefigura addirittura una terza guerra mondiale.            Ma la catastrofe verra’ veramente?   E’ significativo che ambedue i fronti avversi profetizzano la stesa cosa, se vince l’altra parte.    E le stesse profezie venivano fatte prima dei due recenti appuntamenti elettorali, quelli della Brexit e delle elezioni americane.   In ambedue i casi si e’ verificato l’evento inatteso (che nel nostro caso potrebbe essere la vittoria di Grillo), ma non e’ successo nulla di catastrofico, anzi.  La Borsa americana e’ salita, il dollaro si e’ rafforzato, ed anche nel caso inglese la leggera svalutazione della sterlina non ha fatto altro che rafforzare  l’economia britannica, che conosce una crescita che noi letteralmente ci sogniamo.             Dobbiamo quindi guardare a questo referendum in quest’ottica.  Vogliamo veramente che l’elite dominante si consolidi o preferiamo dare uno scossone alla baracca, per vedere che effetto fa?   Senza paura, soprattutto.