Taverna di Xanders

Capitolo 11° "L'ombra del Demone".


Finalmente libero. È questo il primo pensiero che mi sorge in mente. Lo so, avrei dovuto continuare e scrivere quel che accadeva nella tenda ma gli spostamenti e la breve colluttazione che c’è stata alla fine semplicemente mi avrebbero fatto rischiare di spargere inchiostro sul mio diario. O forse no? In effetti, dopo quello che ho ascoltato e visto preferisco aspettare, devo rielaborare il tutto, non voglio scrivere solo ciò che mi hanno lasciato guardare. Eccomi qui con il benestare di mia moglie a girare per la cittadina di Buona Pietra, non ha retto al mio sguardo supplichevole, credo. Anche in una situazione del genere non possiamo permetterci di non lavorare. Per questo motivo abbiamo usato l’anello della Vecchia Veggente proprio per trasportare un carro, che con un fianco aperto da un ampio telone si presterà a essere una versione ridotta della nostra taverna. Mentre io girerò lieto per le viuzze, almeno per un po’, mia moglie con le cameriere inizia a lavorare stuzzicando gli appetiti dei presenti con un bel calderone e uno stufato dall’odore paradisiaco. Inspiro l’aria e ascolto le voci delle persone che riempiono il luogo, cose che per quanto desideri non riesco quasi mai a offrire sulle righe delle mie pagine. Come mi era stato raccontato della piazza non è rimasto in sostanza molto, il fulmine ha lasciato un grosso buco bruciando persino il terreno, portandosi con sé alcuni edifici. Le abitazioni qui, come vuole il buon nome della cittadina, sono fatte di eccellente pietra di fiume e i tetti in parte di legno e paglia sono molto caratteristici. Su di un pavimento nero come la notte, è stato montato un discreto numero di tende color perla, sia per dare un tetto a chi non lo possiede più, ma anche per creare una sorta di quartier generale, dove le nuove truppe si possono riunire. Poco fa, infatti, ero proprio in una di queste tende e non sento alcun desiderio nel ritornarci. La giornata ci regala un piacevole sole, accompagnato sempre da una temperatura fredda. Le persone come piccoli germogli si adoperano in diversi compiti vedo molti ragazzi senza nemmeno l’ombra di una barba e Anziani con troppi capelli bianchi intenti ad allenarsi. La fanteria di Kueria rimane vicino al portone d’ingresso della cittadina, mentre gli arcieri di Alisha sono sistemati vicino alla piccola fortezza. Da quel che mi è stato riferito, la dimora della famiglia Rosa Nera non è ancora agibile, gli orchi ne avevano fatta la loro tana, posso solo immaginare cosa vi sia ancora lì dentro. Mi sento curioso, andrò a darci un’occhiata. L’odore di pane riempie una viuzza rendendola più allettante rispetto ad altre. Scopro che diverse persone hanno riaperto le attività chiuse sino a poco tempo prima, commercianti, bottegai, negozianti in genere, sono tutte donne, e questo è splendido. Per quanto si prospetti tempi assai duri e addirittura, una guerra, la voce e il canto del gentil sesso mi rendono allegro. Sento chiaramente il ritrovato potere degli Umani, a loro il fato ha donato la capacità di decidere del proprio destino, e per quanto si possano costringere con la forza a lavorare, non renderanno mai quanto in un momento di speranza come questo. Continuo a camminare per una stradina che tende a salire, fino a raggiungere un piccolo pozzo fatto di pietra, dove decido di fermarmi. Bevo un sorso d’acqua donatomi da una donna dai capelli grigi, a lei chiedo se sappia chi siano gli uomini che accompagnano la giovane ragazzina con l’armatura di lupo. La donna mi spiega che, il giovane ragazzo dal sorriso beffardo è il Figlio del signore di Ricco Lago, città vicina a questa dove adesso mi trovo, si chiama Sir Edurath o qualcosa del genere, è il promesso sposo della ragazza e prima dell’arrivo del mio gruppo d’amici, era previsto che si sarebbero sposati e trasferiti nella cittadina a sud verso la capitale del Regno.  Wollit invece è il ragazzo corpulento, dallo sguardo intelligente, suo padre era il capo della guardia personale del nobile, ma dopo la sua morte avvenuta per mano dell’arrivo dei pelle-verde, il posto è stato indegnamente preso da lui. L’inesperienza non aiuta e in fondo è noto che molti lavori anche i più delicati tra i nobili passino per semplice successione di sangue. Compro del pane ancora caldo e del formaggio saporito, mi fermo chiudendo gli occhi lasciandomi bagnare dal calore della giornata quando l’ora del pasto è oramai imminente. Ripenso a ciò che è successo nella tenda all’alba. Arethwyn dopo aver scrutato in modo torvo Connè Varò aveva tirato fuori il pugnale “uccidiamoli tutti e tre” aveva esordito con voce decisa “lui è grasso per questo già inutile, l’altro” aveva additato il ragazzotto “sorride troppo, mi ricorda Varò, e il vecchio” aveva schioccato la lingua “è stato incapace di guidare la sua gente, fino a ieri assisteva ai roghi” né la Ragazza né i tre nobili avevano avuto il coraggio di fiatare. Kueria si era fatta avanti ponendosi con la sua alta statura tra l’Oscuro e gli umani “mi fai solo ridere orecchie a punta, solo per l’aspetto giudichi le persone?”, aveva quindi posato la mano sulla sua spada “ sei abile con quella balestra ma mi chiedo quanto tu regga con una spada in mano, ho già appeso altri come te a un albero, Elfo” con fare di sfida gli aveva sorriso contro “e poi chi dice che la ragazza sia davvero così innocente“. Nel frattempo la Fatina si era adagiata sulle ginocchia della Veggente cercando di calmare il pianto dell’anziana donna, nella confusione non sono riuscito a capire cosa si dicevano. Intanto Maja e Alisha mettevano giù un piano piuttosto ardito. Grazie alla polvere magica dell’elfa, il gatto nero della Messaggera era reso invisibile così che questo potesse avvicinare indisturbato il quartetto di nobili umani. Ritengo che il potere dell’umana di leggere l’altrui pensiero, grazie al contatto con il suo felino, avrebbe tolto qualsiasi dubbio. Facile per il felino raggiungere il quartetto ho pensato anch’io. Il caso però ha voluto che mentre la donna delle montagne litigasse con l’Oscuro guerriero il gatto abbia deviato il suo percorso raggiungendo per prima la giovane dai capelli castani. L’armatura del Lupo d’Acciaio ha subito annullato l’incanto d’invisibilità e lo sguardo della ragazzina si è posato sul gatto intento a strofinarsi. “Non vi fidate di me?”. Con attenzione ci aveva osservato uno a uno “Non merito la vostra fiducia forse?” le lacrime avevano riempito i suoi occhi “Vi ringraziamo per quello che sino ad ora avete fatto per noi, ma io ho sfidato il Re e a me spetta adesso il confronto, se ritenete opportuno proseguire il vostro viaggio io lo capisco”. Un silenzio ancora più imbarazzante riempiva la tenda “potete andarvene se volete, ho imparato che la fiducia è qualcosa che si riceve o si perde, ed io fino a poco fa credevo di aver visto qualcosa di speciale in voi, ma forse mi sbagliavo”. Guardando poi verso Varò “avevate ragione voi Signore, non so valutar bene le persone, invitare qui il vostro amico Taverniere e fare una riunione con i Liberatori di Buona Pietra mi hanno fatto capire molte cose, vi renderò la vostra libertà da subito, ora scusatemi tutti”. Velocemente la Giovane aveva lasciato la tenda seguita dai tre che non si erano dimostrati eroi con gli orchi, figurarsi contro chi ne aveva sbaragliato un intero esercito. La discussione tra gli Avventurieri era quindi sfociata in lite ed io con la mia Famiglia sono uscito, proprio mentre Connè Varò era liberato dalle guardie, l’unica a essersi tenuta in disparte è la piccola Druida. Credo che l’avventuriero ci abbia giocato anche questa volta, ci ha spinti in un terreno avverso, quello del dubbio e sospetto per guadagnarsi nuovamente la libertà, in un momento così caotico un uomo può essere anche lasciato dentro una cella finendo dimenticato. Raggiungo la zona a Est adibita a rudimentali capanne di legno, probabilmente adibiti alla costruzione delle armi e armature, al momento appare deserta. Torno sui miei passi, ed entro in una Tavernetta gestita da una donna che mi ricorda molto Gemma dato il colore dei suoi capelli rossi. Ascolto quello che la gente dice sulla venuta dei cosiddetti Liberatori della cittadina. Alcuni straparlano, altri raccontano di aver lavorato con loro in questi giorni. Ritengo che sia molto difficile per le persone di questo luogo comprendere davvero chi siano i miei Amici avventurieri. Eppure nei loro racconti ritrovo bagliori della loro anima. Raccontano della piccola Druida e della sua tigre, i bambini del luogo hanno per la prima volta giocato con un’animale così temibile, persino la Gnometta si è dimostrata paziente anche con i bambini più tremendi i miracoli che riesce a compiere rendono le persone molto fiduciose sull’esito della guerra. Di Kueria invece dicono che sia un tipo assai diretto, la sua forza non si avverte solo nei gesti ma nel modo di parlare, ti guarda negli occhi e valuta attentamente chi gli sta davanti, però non si tira in dietro e ama proporsi per essere in prima linea anche nei compiti più difficili. Già in passato avevo udito storie sul popolo dei barbari delle montagne, essi sono chiamati i corridori del cielo, vivono di caccia e non allevano bestiame né tanto meno possiedono cavalli, ma dicono che siano egualmente veloci. Letteralmente il nome della mia amica significa “colei che corre sulle nuvole”, è molto intelligente lo dimostra che parla molto bene la lingua comune, e l’essere anche una commerciante di pelli pone l’accento sulla sua versatilità. Credo che in passato abbia molto sofferto, ma ancora non la conosco abbastanza da dirlo con precisione.  Alisha invece si è dimostrata in più occasioni una persona umile e disponibile, pur essendo una Messaggera di un popolo fatto di rettili e animali parlanti, dimostra desiderio di ribellione. Gli umani cresciuti dal popolo degli Antichi sono costretti a severi esercizi, discipline marziali di alto livello e un’assoluta disciplina e ubbidienza. Eppure questa Messaggera ama parlare, confrontarsi e dimostra il desiderio di crescere. Ha un carattere severo, non si limita a eseguire il compito che le è stato assegnato, ma continua cercando l’eccellenza. In più occasioni durante le cene, si è confrontata con molte persone, anche gente di età veneranda, non ha mai mancato di esprimere la sua opinione e durante le ore di lavoro o addestramento ha spronato tutti a fare del proprio meglio. Di Maja dicono che sia una forza della natura, pone entusiasmo in tutto quello che fa. L’essere in possesso di polvere di Fata, o come sospetto io, polvere di Folletto decreta che l’elfa ha vissuto per un lungo tempo tra questi bizzarri esseri, ottenere la loro fiducia non è cosa da tutti. Potrei dire che è una sorta di Paladino del mondo delle vita, non indossa armi fatta eccezione del pugnale che le ho donato in taverna, e anche quella volta che è stato invocato il Golem di pietra ha usato il suo potere per evocare una protezione per lo stesso costrutto. Dicono che durante la notte giri per il bosco e luci fluttuanti la seguano, la mattina c’è sempre frutta sugli alberi e l’acqua del pozzo non è mai stata tanto abbondante. Haumena in quanto fata è l’essere che più di tutti sprigiona curiosità, il potere di governare il freddo ha portato un clima migliore nella zona, senza contare che l’attuale barriera che protegge questa terra è stata eretta da lei, almeno due volte al giorno vola molto in altro per rigenerare l’incantesimo. Ama la vita, questo è palese, sembra innamorata del mondo e delle persone, adora udire il sorriso dei bambini e nella sua tenda ogni sera, i più piccoli si radunano per ascoltare le sue storie. Per ultimo Arethwyn, in quanto elfo oscuro non è socievole per natura, il suo popolo è dannato e violento, anche gli infanti dal momento della nascita vengono valutati per capire se sono idonei alla vita. L’odio e l’ira fanno da padroni in questa società e ombre proprio come Arethwyn sono il prodotto di addestramenti estremi. Assassini, oserei dire perfetti. Per quanto l’elfo si sforzi di trattar male chiunque ispira rispetto e timore, molti segretamente seguono il suo fare e alcuni addirittura si appostano mentre lui si allena così da carpire alcuni segreti. Ciò che nessuno di queste persone sa è che i miei amici alla fine, proprio come me sono dei reietti. Siamo nati in luoghi diversi, eppure siamo snaturati, diversi dai nostri simili, oserei dire unici e quest’unicità ci rende simili tra di noi. Il tempo è volato il sole inizia a calare, odo urla e grida dalla strada, poi una scossa …….  Un terremoto.  No! La piccola fortezza è crollata dalle macerie esseri in armatura nera con occhi color fuoco e spade alla mano, percorrono le vie attaccando chiunque senza pietà … non ho più tempo, devo raggiungere la mia famiglia. ----------------------------------------Per i giocatori; dopo la discussione e aver udito ciò che ha detto la Ragazzina, cosa pensate di fare? A vostro parere il vostro personaggio in questa giornata tranquilla, cosa ha fatto? Mentre scoppia il Caos che fate? Ricordatevi che avete delle truppe, e che non siete soli.-----------------------------------------Per il pubblico da Casa le tre possibili risposte:A) Sfrutto la situazione per andarmene, non mi vogliono almeno così ha detto la Ragazzina.B) Mi organizzo con i miei compagni e mi preparo allo scontro.C) Penso alle persone e mi assicuro di salvare quante più persone posso.musica opsionabile;