Beata ignoranza. Questa parola mi martella la mente oramai da giorni.La febbre dovuta alle ferite che ho subito, mi ha tenuto a letto per più di due settimane. Sono rimasto sotto le coperte cercando un sonno ristoratore che non ho trovato, credo sia stato per il furto del mio diario nel quale avevo riportato i fatti di questi ultimi mesi e la notizia dello stato di Arethwyn, tutto questo mi ha inferto il colpo di grazia. Le pazienti cure di mia moglie però, mi hanno spinto alla fine a rimettermi in piedi. La mia Sofia, lei è la luce e la speranza di questa mia vita, senza mia moglie lo sconforto mi avrebbe già avvolto completamente da secoli, è stata lei a donarmi un nuovo diario, dove poter scrivere nuovamente, e mentre la osservo, seduta vicino a me torno a scrivere posando la piuma su queste pagine ruvide. Aprendo la piccola finestra del carro ciò che ho visto mi ha aperto nuove ferite dentro il cuore, l’odore si fumo, sangue, lacrime e dolore ancora aleggiano nell’aria. Ricordo ancora adesso quel giorno di pieno inverno quando una ragazza vestita con un mantello rosso ha aperto la mia Taverna chiedendo aiuto, era stato palese sin da subito che fosse posseduta da un qualche spirito maligno, eppure abbiamo deciso di ospitarla lo stesso trattando il caso come abbiamo fatto già in passato. La presenza di un mio vecchio amico Elfo Oscuro, valente guerriero, l’arrivo di una Fata dei ghiacci, che si dichiarava la guardiana della ragazza posseduta, e il giungere di una Donna, Messaggera degli Antichi mi aveva spinto a chiedere loro aiuto, sperando di poter salvare la giovane dal maleficio che la possedeva. Sono stato un vero idiota a non informarmi meglio, il Fato aveva portato davanti alla mia casa una prescelta, in se tratteneva uno dei due Dei della distruzione, esseri demoniaci destinati all’annientamento del nostro mondo. Non sapevo che già l’altro Dio si era liberato dal suo sigillo di carne è già tramava per congiungersi con la Divina sorella così da iniziare una guerra che avrebbe inizialmente coinvolto il mondo degli umani. O forse sono stato semplicemente sordo a ciò che mi era stato detto dall’Elfo Oscuro, avrei dovuto parlare con la mia Veggente, affidarmi al resoconto della Fata e credere di più alla profezia fatta dagli Antichi. Dopo pochi giorni dalla partenza dei tre Avventurieri, la Demonessa si è liberata, io sono stato trasformato in pietra e Gemma una delle mie cameriere è stata posseduta dalla Dea della distruzione. I demoni da quel che ho capito, per vivere in questo piano materiale devono possedere un essere vivente di questo mondo. Sotto i miei occhi ho assistito a un fallimento totale. Gli Eroi guidati dalla Messaggera degli antichi intanto avevano trovato due neonati gemelli, un maschio e una femmina, la profezia diceva che grazie alla loro giovane età, essi sarebbero divenuti i nuovi portatori e sigilli viventi degli Dei del male. Non appena i due neonati sono stati portati da noi alla taverna, parlando con mia moglie, non abbiamo avuto il cuore di imporre ai neonati un tale terribile destino. Con gli Eroi abbiamo deciso che avremmo dovuto trovare un altro modo per fermare gli Dei della Distruzione. Forse subiamo la punizione che ogni mortale deve aspettarsi, ogni qual volta viene meno al volere del Fato. Da lì in poi abbiamo cercato di sciogliere i fili di una matassa più grande di noi, che a ogni gesto s’ingarbugliava ancora di più. Ho chiesto aiuto ad alcuni amici, vecchi e nuovi. Ai tre valenti Eroi si sono aggiunti una Donna delle montagne, un’Elfa dai poteri mistici e una Gnoma figlia dei leggendari Druidi. Durwill il mio amico nano ha armato le mani di questi valorosi con oggetti magici e persino con i suoi lupi d’acciaio. Con mio profondo rammarico, anche Connè Varò ha risposto al mio appello guidando gli Eroi verso la cittadina di Buona Pietra luogo che abbiamo scoperto essere già stato toccato dalla presenza di uno degli Dei oscuri.Ed eccoci qui, in un piovoso giorno di primavera, i due gemellini crescono e stanno bene, di loro si prendiamo cura Stella e Luce, e la Fata dei ghiacci sembra aver trovato in loro un nuovo stimolo per andare avanti. Dove prima sorgeva la cittadina di Buona Pietra però, vi è rimasto solo terra bruciata dal soffio distruttivo di un Dio che adesso possiede non un corpo mortale ma quello di un Drago delle foreste. Dei nobili che prima guidavano questa gente, è sopravvissuta solo una bambina di sedici anni che apparentemente sembra morta, privata dell’anima. Desolante; come se non bastasse, anche Arethwyn dopo lo scontro con il Drago è rimasto immobile, giace adesso disteso su di una branda, tra di noi lui ha subito la ferita più letale. Questa guerra contro gli Dei della distruzione gli ha fatto comprendere che Gemma la donna da lui amata è destinata a morire qualunque cosa succeda, non appena la Demonessa lascerà il suo corpo lei perirà. Per questo motivo il guerriero Oscuro ha smesso di combattere e gli Eroi che con lui hanno affrontato questo primo scontro in sella a formidabili destrieri, girano per l’accampamento chiedendosi se valga la pena continuare questa guerra. Nei loro sguardi comprendo il desiderio di non esser visti da nessuno, mentre vagano come spettri al fianco di chi cammina tra le macerie cercando cari dispersi o resti dei loro averi. A ogni modo la maggioranza delle persone del popolo si è risvegliata, a loro si sono uniti diversi avventurieri accorsi durante lo scontro per aiutarli. Da un Fato che li predestinava all’obbedienza e al sacrificio, adesso vivono organizzandosi tra di loro, decisi a scegliersi il proprio destino, su molti di loro vedo ancora le riga delle lacrime sui visi sporchi di cenere per i cari scomparsi, eppure i loro occhi brillano e sembrano accesi di una speranza che adesso nel mio cuore sento estinta. Dovrei essere in qualche modo felice per questa gente, ma sento il peso delle mie scelte e quelle dei miei amici, noi abbiamo sconvolto il loro mondo così come lo conoscevano, e molte buche nel terreno adesso sono riempite con corpi d’innocente. Forse sarebbe meglio gettarsi a terra come il mio amico Elfo Oscuro attendendo la fine? Le prime partenze e gli arrivederci giungono al fine. Al fianco del mio amico Nano Durwill, ho appena finito di salutare Jojyn e la sua tigre, la Druida ha deciso di far ritorno alla sua foresta sacra, così da riunirsi al suo ordine di Druidi, la guerra, la morte di così tanta gente e l’assistere alla perdita di un Drago della foresta le hanno frantumato il cuore. Mi chiede di salutare tutti, con dispiacere ho assistito alla restituzione delle armi magiche e del lupo d’acciaio. Il primo degli Eroi è partito, mi chiedo tra quanto gli altri faranno lo stesso. Alisha mi ha incontrato a metà mattinata, mi ha informato del suo desiderio di far rientro verso le terre degli Antichi, come Messaggera è suo dovere fare rapporto degli accadimenti successi in questi mesi, e magari cercare consiglio così da esserci di maggiore aiuto, l’ho abbracciata con affetto, la guardo volar via sulla sua chimera vestita con l’armatura di lupo d’acciaio, spero di vederla presto. Vorrei tornare a letto e dormire per sempre. Torno al carro mentre scende la pioggia e le lacrime si mescolano all’inchiostro sul mio diario. Ripenso a Connè Varò e metto mano al pezzetto di pergamena che mi ha lasciato, lo stringo con forza e desidero di poter tornare indietro e fare scelte differenti. Un nuovo giorno e finalmente giunto, la pioggia ha smesso di tediarci, la partenza oramai è imminente, la cittadina è distrutta il popolo deve trovare un luogo più sicuro, le tende non ci possono proteggere. Esco dal carro poco dopo aver baciato la mia Sofia... Mi è stato riferito che a poche centinaia di metri dal nostro accampamento un gruppo di uomini in armatura, sì e radunato. Parlando con alcuni Anziani ho proposto di andare loro in contro, magari la sorte ci aiuterà facendo sì che nuove forze si aggiungano alle nostre. Qualche lancia in arcione ci farebbe comodo. Grazie all’aiuto di Stella, una delle mie fidate cameriere, ho raggiunto con la Veggente il luogo da me predestinato, osserverò questi umani in armatura e cercherò di chiedere senza dar troppo disturbo.L’idiozia di tali umani è sconcertante, hanno allestito un torneo. Il Re ha comandato ai nobili di riprendere sotto il vessillo reale, la cittadina distrutta, sono stati quindi inviati alcuni nobili della corte così da occupare il posto vacante della precedente famiglia di Rosa Nera oramai quasi estinta, e tra di loro hanno scelto questo modo. Una Giostra. Come spesso capita gli uomini di potere, prendono senza chiedere al popolo, basterebbe che uno di questi signori scendesse di sella, raggiungendo a piedi la comunità, offrendo aiuto o consiglio, servendoli e non con il desiderio di essere serviti da loro. Invece eccoli lì con lance finte e spade smussate a contendersi qualcosa che in vero non gli appartiene. La cosa mi deprime ancora di più, ma forse non sono stato meglio di loro, mi sono sentito capace di fermare i piani di due Dei, avrei dovuto lasciare che la predizione fosse esaudita e basta, lasciando sacrificare i gemellini e infischiandomi di tutto il resto.Mi sono trattenuto per un po’ sembra che oramai a breve si scoprirà chi è il nobile a divenire il nuovo signore di Buona Pietra, dovrei avvertire la gente del popolo, ma il loro destino è essere sudditi ed io non voglio più mettermi di mezzo. Da qui a un paio d’ore questi uomini gli andranno in contro e armi alle mani gli spiegheranno che i loro sogni di libertà sono finiti. L’emblema di un cinghiale nero si palesa sul pettorale di un cavaliere piuttosto robusto, è sir Loreat, nipote del Re sembra il più papabile per la vittoria del torneo, il suo avversario, un giovane cavaliere sir Huruol con il simbolo di un cigno azzurro, per quanto abile sembra già pronto a lasciare il passo al nobile di rango superiore. Nei primi due scontri il giovane cavaliere ha tenuto la lancia lontano dal pettorale del cinghiale nero e anche se ancora in sella sembra chiaro che nel prossimo scontro vincerà sir Loreat per tre lance a zero. Banale, come previsto ha vinto il cavaliere del cinghiale nero, credo sia meglio far ritorno, prenderò la mia famiglia e con loro, ritornerò a casa. Devo parlare con gli Eroi, per chi lo vorrà la mia Taverna, sarà sempre aperta, attenderò con pazienza la fine del mondo. Mai come adesso nella mia vita sento che tutto quello che ho fatto, è stato inutile. La mano della Veggente si è posata sulla mia spalla “guarda vecchio Elfo, osserva e torna a imparare come facevi un tempo” queste le sue esatte parole mentre pur se privata dell’uso della vista, m’indicavano un punto della zona di scontro. Un’imponente figura simile a un grosso scimmione camminava usando tutti e quattro gli arti, le nocche delle mani erano usate per sostenere il peso del busto in avanti, un mezz’orco dalla pelle olivastra indossava un’armatura rudimentale, e sulle spalle un pesante mantello di pelle d’orso lo rendeva ancora più imponente e robusto.
Capitolo Finale "le armi dell'Anima"
Beata ignoranza. Questa parola mi martella la mente oramai da giorni.La febbre dovuta alle ferite che ho subito, mi ha tenuto a letto per più di due settimane. Sono rimasto sotto le coperte cercando un sonno ristoratore che non ho trovato, credo sia stato per il furto del mio diario nel quale avevo riportato i fatti di questi ultimi mesi e la notizia dello stato di Arethwyn, tutto questo mi ha inferto il colpo di grazia. Le pazienti cure di mia moglie però, mi hanno spinto alla fine a rimettermi in piedi. La mia Sofia, lei è la luce e la speranza di questa mia vita, senza mia moglie lo sconforto mi avrebbe già avvolto completamente da secoli, è stata lei a donarmi un nuovo diario, dove poter scrivere nuovamente, e mentre la osservo, seduta vicino a me torno a scrivere posando la piuma su queste pagine ruvide. Aprendo la piccola finestra del carro ciò che ho visto mi ha aperto nuove ferite dentro il cuore, l’odore si fumo, sangue, lacrime e dolore ancora aleggiano nell’aria. Ricordo ancora adesso quel giorno di pieno inverno quando una ragazza vestita con un mantello rosso ha aperto la mia Taverna chiedendo aiuto, era stato palese sin da subito che fosse posseduta da un qualche spirito maligno, eppure abbiamo deciso di ospitarla lo stesso trattando il caso come abbiamo fatto già in passato. La presenza di un mio vecchio amico Elfo Oscuro, valente guerriero, l’arrivo di una Fata dei ghiacci, che si dichiarava la guardiana della ragazza posseduta, e il giungere di una Donna, Messaggera degli Antichi mi aveva spinto a chiedere loro aiuto, sperando di poter salvare la giovane dal maleficio che la possedeva. Sono stato un vero idiota a non informarmi meglio, il Fato aveva portato davanti alla mia casa una prescelta, in se tratteneva uno dei due Dei della distruzione, esseri demoniaci destinati all’annientamento del nostro mondo. Non sapevo che già l’altro Dio si era liberato dal suo sigillo di carne è già tramava per congiungersi con la Divina sorella così da iniziare una guerra che avrebbe inizialmente coinvolto il mondo degli umani. O forse sono stato semplicemente sordo a ciò che mi era stato detto dall’Elfo Oscuro, avrei dovuto parlare con la mia Veggente, affidarmi al resoconto della Fata e credere di più alla profezia fatta dagli Antichi. Dopo pochi giorni dalla partenza dei tre Avventurieri, la Demonessa si è liberata, io sono stato trasformato in pietra e Gemma una delle mie cameriere è stata posseduta dalla Dea della distruzione. I demoni da quel che ho capito, per vivere in questo piano materiale devono possedere un essere vivente di questo mondo. Sotto i miei occhi ho assistito a un fallimento totale. Gli Eroi guidati dalla Messaggera degli antichi intanto avevano trovato due neonati gemelli, un maschio e una femmina, la profezia diceva che grazie alla loro giovane età, essi sarebbero divenuti i nuovi portatori e sigilli viventi degli Dei del male. Non appena i due neonati sono stati portati da noi alla taverna, parlando con mia moglie, non abbiamo avuto il cuore di imporre ai neonati un tale terribile destino. Con gli Eroi abbiamo deciso che avremmo dovuto trovare un altro modo per fermare gli Dei della Distruzione. Forse subiamo la punizione che ogni mortale deve aspettarsi, ogni qual volta viene meno al volere del Fato. Da lì in poi abbiamo cercato di sciogliere i fili di una matassa più grande di noi, che a ogni gesto s’ingarbugliava ancora di più. Ho chiesto aiuto ad alcuni amici, vecchi e nuovi. Ai tre valenti Eroi si sono aggiunti una Donna delle montagne, un’Elfa dai poteri mistici e una Gnoma figlia dei leggendari Druidi. Durwill il mio amico nano ha armato le mani di questi valorosi con oggetti magici e persino con i suoi lupi d’acciaio. Con mio profondo rammarico, anche Connè Varò ha risposto al mio appello guidando gli Eroi verso la cittadina di Buona Pietra luogo che abbiamo scoperto essere già stato toccato dalla presenza di uno degli Dei oscuri.Ed eccoci qui, in un piovoso giorno di primavera, i due gemellini crescono e stanno bene, di loro si prendiamo cura Stella e Luce, e la Fata dei ghiacci sembra aver trovato in loro un nuovo stimolo per andare avanti. Dove prima sorgeva la cittadina di Buona Pietra però, vi è rimasto solo terra bruciata dal soffio distruttivo di un Dio che adesso possiede non un corpo mortale ma quello di un Drago delle foreste. Dei nobili che prima guidavano questa gente, è sopravvissuta solo una bambina di sedici anni che apparentemente sembra morta, privata dell’anima. Desolante; come se non bastasse, anche Arethwyn dopo lo scontro con il Drago è rimasto immobile, giace adesso disteso su di una branda, tra di noi lui ha subito la ferita più letale. Questa guerra contro gli Dei della distruzione gli ha fatto comprendere che Gemma la donna da lui amata è destinata a morire qualunque cosa succeda, non appena la Demonessa lascerà il suo corpo lei perirà. Per questo motivo il guerriero Oscuro ha smesso di combattere e gli Eroi che con lui hanno affrontato questo primo scontro in sella a formidabili destrieri, girano per l’accampamento chiedendosi se valga la pena continuare questa guerra. Nei loro sguardi comprendo il desiderio di non esser visti da nessuno, mentre vagano come spettri al fianco di chi cammina tra le macerie cercando cari dispersi o resti dei loro averi. A ogni modo la maggioranza delle persone del popolo si è risvegliata, a loro si sono uniti diversi avventurieri accorsi durante lo scontro per aiutarli. Da un Fato che li predestinava all’obbedienza e al sacrificio, adesso vivono organizzandosi tra di loro, decisi a scegliersi il proprio destino, su molti di loro vedo ancora le riga delle lacrime sui visi sporchi di cenere per i cari scomparsi, eppure i loro occhi brillano e sembrano accesi di una speranza che adesso nel mio cuore sento estinta. Dovrei essere in qualche modo felice per questa gente, ma sento il peso delle mie scelte e quelle dei miei amici, noi abbiamo sconvolto il loro mondo così come lo conoscevano, e molte buche nel terreno adesso sono riempite con corpi d’innocente. Forse sarebbe meglio gettarsi a terra come il mio amico Elfo Oscuro attendendo la fine? Le prime partenze e gli arrivederci giungono al fine. Al fianco del mio amico Nano Durwill, ho appena finito di salutare Jojyn e la sua tigre, la Druida ha deciso di far ritorno alla sua foresta sacra, così da riunirsi al suo ordine di Druidi, la guerra, la morte di così tanta gente e l’assistere alla perdita di un Drago della foresta le hanno frantumato il cuore. Mi chiede di salutare tutti, con dispiacere ho assistito alla restituzione delle armi magiche e del lupo d’acciaio. Il primo degli Eroi è partito, mi chiedo tra quanto gli altri faranno lo stesso. Alisha mi ha incontrato a metà mattinata, mi ha informato del suo desiderio di far rientro verso le terre degli Antichi, come Messaggera è suo dovere fare rapporto degli accadimenti successi in questi mesi, e magari cercare consiglio così da esserci di maggiore aiuto, l’ho abbracciata con affetto, la guardo volar via sulla sua chimera vestita con l’armatura di lupo d’acciaio, spero di vederla presto. Vorrei tornare a letto e dormire per sempre. Torno al carro mentre scende la pioggia e le lacrime si mescolano all’inchiostro sul mio diario. Ripenso a Connè Varò e metto mano al pezzetto di pergamena che mi ha lasciato, lo stringo con forza e desidero di poter tornare indietro e fare scelte differenti. Un nuovo giorno e finalmente giunto, la pioggia ha smesso di tediarci, la partenza oramai è imminente, la cittadina è distrutta il popolo deve trovare un luogo più sicuro, le tende non ci possono proteggere. Esco dal carro poco dopo aver baciato la mia Sofia... Mi è stato riferito che a poche centinaia di metri dal nostro accampamento un gruppo di uomini in armatura, sì e radunato. Parlando con alcuni Anziani ho proposto di andare loro in contro, magari la sorte ci aiuterà facendo sì che nuove forze si aggiungano alle nostre. Qualche lancia in arcione ci farebbe comodo. Grazie all’aiuto di Stella, una delle mie fidate cameriere, ho raggiunto con la Veggente il luogo da me predestinato, osserverò questi umani in armatura e cercherò di chiedere senza dar troppo disturbo.L’idiozia di tali umani è sconcertante, hanno allestito un torneo. Il Re ha comandato ai nobili di riprendere sotto il vessillo reale, la cittadina distrutta, sono stati quindi inviati alcuni nobili della corte così da occupare il posto vacante della precedente famiglia di Rosa Nera oramai quasi estinta, e tra di loro hanno scelto questo modo. Una Giostra. Come spesso capita gli uomini di potere, prendono senza chiedere al popolo, basterebbe che uno di questi signori scendesse di sella, raggiungendo a piedi la comunità, offrendo aiuto o consiglio, servendoli e non con il desiderio di essere serviti da loro. Invece eccoli lì con lance finte e spade smussate a contendersi qualcosa che in vero non gli appartiene. La cosa mi deprime ancora di più, ma forse non sono stato meglio di loro, mi sono sentito capace di fermare i piani di due Dei, avrei dovuto lasciare che la predizione fosse esaudita e basta, lasciando sacrificare i gemellini e infischiandomi di tutto il resto.Mi sono trattenuto per un po’ sembra che oramai a breve si scoprirà chi è il nobile a divenire il nuovo signore di Buona Pietra, dovrei avvertire la gente del popolo, ma il loro destino è essere sudditi ed io non voglio più mettermi di mezzo. Da qui a un paio d’ore questi uomini gli andranno in contro e armi alle mani gli spiegheranno che i loro sogni di libertà sono finiti. L’emblema di un cinghiale nero si palesa sul pettorale di un cavaliere piuttosto robusto, è sir Loreat, nipote del Re sembra il più papabile per la vittoria del torneo, il suo avversario, un giovane cavaliere sir Huruol con il simbolo di un cigno azzurro, per quanto abile sembra già pronto a lasciare il passo al nobile di rango superiore. Nei primi due scontri il giovane cavaliere ha tenuto la lancia lontano dal pettorale del cinghiale nero e anche se ancora in sella sembra chiaro che nel prossimo scontro vincerà sir Loreat per tre lance a zero. Banale, come previsto ha vinto il cavaliere del cinghiale nero, credo sia meglio far ritorno, prenderò la mia famiglia e con loro, ritornerò a casa. Devo parlare con gli Eroi, per chi lo vorrà la mia Taverna, sarà sempre aperta, attenderò con pazienza la fine del mondo. Mai come adesso nella mia vita sento che tutto quello che ho fatto, è stato inutile. La mano della Veggente si è posata sulla mia spalla “guarda vecchio Elfo, osserva e torna a imparare come facevi un tempo” queste le sue esatte parole mentre pur se privata dell’uso della vista, m’indicavano un punto della zona di scontro. Un’imponente figura simile a un grosso scimmione camminava usando tutti e quattro gli arti, le nocche delle mani erano usate per sostenere il peso del busto in avanti, un mezz’orco dalla pelle olivastra indossava un’armatura rudimentale, e sulle spalle un pesante mantello di pelle d’orso lo rendeva ancora più imponente e robusto.