Il diario dei sogni

Siviglia


Facemmo l'amore la prima volta su di un disco di flamenco, non mi era mai successo prima...ad ogni arpeggio di chitarra la mia lingua percorreva la sua pelle che diventava sempre più dolce, le labbra fremevano mentre mordicchiando i capezzoli , sentivo lei chiamarmi per nome...Non ti fermare Francesco...la parola magica per i miei sensi, un attimo ed ero già sul suo ventre solleticando con la bocca l'ombelico, bagnato della mia saliva e già sapevo dove andare...cosa fare...cosa trovareil suo fiore profumato era davanti a me in silenzio, devoto lo accarezzai, lo baciaimi rispose con il suo nettare che cominciò a sfiorarmi le labbra, ed io ringraziando segui ogni linea, ogni lembo di pelle, l' incavo segreto era umido, caldo mi feci sfiorare il viso per bagnarlo, una scia di miele mi accarezzò come un brivido ...le sue mani erano nei miei capelli e la musica era alta, la nostra danza andalusiana con le mie mani che si muovevano a ritmo sui fianchi, spingendo verso il sedere, premendo per farla inarcare e sentire ogni battito del suo corpo...risalii, volevo la sua bocca, volevo un bacio, e volevo entrare in lei, come una missione erotica da compiere al più presto...eccitati, tremanti, parlandoci in una lingua straniera, dicendoci le nostre intimità senza capire una sola parola....ma l'amore è universale ed io sapevo che cosa mi stava dicendo, lo sapeva tutto il mio corpo, le braccia che si stringevano , le dita che toccavano, la lingua frenetica, il mio pene eretto e fiero che si spingeva lentamente dentro di lei e fuori c'era il flamenco, che suonava nella stanza, il letto si muoveva, le lenzuola accartocciate, spiegate, sudate sotto i nostri corpi che non trovavano pace, sembravano lottare, muoversi nervosamente per poi fermarsi, complice un bacio più dolce, il calore che sentivo sul mio sesso, gli occhi che si chiudevano per raggiungere l'estasi come in preghiera...fluidi che si incrociano, che si spalmano , che si uniscono, che gioiscono insieme e la pelle che diventa l'unica garanzia che siamo ancora in terra e non in paradiso, mentre il flamenco si placa e la musica diventa romantica, lieve, carezzevole, come il vento innocente di Siviglia quella notte...