Il diario dei sogni

un racconto gotico


 Era il suo segreto, il suo sangue era più rosso degli altriJuliet, con la sua inconfondibile voglia di morire e poi rinascereogni sera un rituale, preghiere silenziose sgranellate in rosari usati ,comprati a Lisbona da vecchiette con rughe come papiri antichi...la sera diventava notte, la notte desiderio, incubo di vita, soffocava nei meandri del buio, ogni stella un dolore, la luna l'ultimo sacrificio di quell'inutile viaggio che stava per compiere e nulla la distoglieva da quelle assorte preghiere.Nero come ogni centimetro di tessuto, nero come le infinite ombre che candele messe a cerchio scagliavano sui muri e nere erano le labbra con cui baciava meticolosa la croce, crocevia dei granelli perlati e graffiati...quante cicatrici nel cuore Juliet, quanti  amori e dissapori, quanto vino nero scolato nelle grotte dei pensieri per sapere che solo gli occhi luccicano, pensano, sognano, come una vita a parte, distante, fredda, gelida come tutte le notti passate in quella preghiera stremante...Inconfondibili i tocchi delle campane, inarrivabili i corvi che si svegliavano all'alba per annunciare quel sole stupido, inutile, freddo nel suo sorriso beffardo, dittatore di vestiti da mettersi, di braccia da scoprire, da viso da mostrare e Juliet si vestiva di nerodanzava di nero, pensava di nero , nei suoi orli e pizzi precisi, nel velo invisibile che metteva ogni giornata e scendendo le scale nascondeva il suo rosario consumato tra le pieghe del suo piccolo seno e viveva, strana sensazione la vita in quella mattina di ottobre.Strana Juliet che cammina per strada