ARCHEOLOGIA NUOVA

Altra recensione de "I segreti delle antiche carte geografiche. Simbologie mariane e cartografie per il Nuovo Mondo" ...


Da: “IL GRAFFITO”, ottobre 2011Indaghi sull’America che fu … e scopri Teglio!di Elisabetta PruneriDurante lo scorso mese di agosto è uscito per i tipi del gruppo Albatros, il volume “I segreti delle antiche carte geografiche”, un saggio storico-geografico frutto del lungo e appassionato lavoro di Claudio Piani, torinese di nascita ma valtellinese nella vita e nel cuore, e Diego Baratono, piemontese doc. La notizia sembrerebbe riguardare uno smilzo manipolo di lettori-eruditi, tanto più che la ricerca in questione nulla concede alla moda della storia romanzata. Anzi. Il libro intende essere, cito gli autori, “la fedele cronistoria delle nostre intricate e intriganti indagini […] intraprese per puro, antico e romantico appétit de science”. Le indagini in questione riguardano il magmatico periodo delle grandi navigazioni verso il Nuovo Mondo (XIV-XV sec.) con le loro implicazioni politiche, economiche, culturali e sociali. Piani e Baratono prendono le mosse dalla Weltkarte di Martin Waldseemüller, una preziosa, quanto anomala per l’epoca, carta geografica del 1507. Proprio le anomalie dell’antico documento, di cui si parla diffusamente nel testo, innescano una serie di domande sulle persone, sui luoghi, sugli avvenimenti che hanno portato alla scoperta di un nuovo continente e sui motivi che hanno indotto i potenti di allora a battezzarlo con il nome di America. Con sguardo nuovo i due studiosi propongono inedite interpretazioni, intrecciando personaggi storici noti con illustri sconosciuti , carte geografiche antiche con dipinti famosi sacri e profani, città importanti con luoghi pressoché ignoti, fino a restituire un’immagine sorprendente di quel lontano periodo. Immagine in cui il rigore storico viene a volte vivificato da affascinanti teorie come quella che collega il nome America al mistico culto di Maria. Un ulteriore motivo  di interesse per noi valtellinesi, risiede nella scoperta della Valtellina, più precisamente di Teglio, come luogo di importanza tutt’altro che trascurabile nelle “intricate e intriganti indagini” narrate. Veniamo a sapere infatti che proprio Teglio, con il bellissimo mappamondo affrescato di palazzo Besta, rappresenta a sorpresa una delle tappe fondamentali di tutta la ricerca. Nel libro molti sono insomma gli spunti di riflessione su un periodo della nostra storia non ancora completamento svelato ai nostri occhi. Sono persuasa che un approccio curioso e attento all’opera ripagherà ampiamente i lettori che verranno in contatto con tesi del tutto innovative, destinate a far discutere  studiosi e appassionati del settore.