ARCHEOLOGIA NUOVA

OROLOGIO SOLARE O ALTRO?


DA: "nationalgeographic.it"Il "prosciutto" che segnava l'oraUno studioso ha realizzato un modello 3-D del bizzarro orologio solare ritrovato tra le macerie di Ercolano: funziona (più o meno)di Traci Watson
La riproduzione dell'antico orologio solare: l'ombra indica che sono le 9 del mattino. Fotografia di Christopher Parslow; stampa 3-D di Christopher Chenier, Wesleyan Digital Studio Lab.È uno degli oggetti più strani giunti fino a noi dall'antichità. Per la sua forma è stato battezzato "il Prosciutto di Portici", anche se fu estratto dalle ceneri di Ercolano, una delle città romane distrutte dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. In realtà questo pezzo di metallo abbastanza piccolo da stare nel palmo di una mano è un orologio solare, praticamente una meridiana portatile, che indica l'ora a seconda dell'ombra proiettata dal sole. Oggi, grazie a una riproduzione realizzata con una stampante 3-D, uno studioso sta provando a capire se e come funzionasse.Il "Prosciutto" fu portato alla luce nella seconda metà del Settecento dalle rovine della celebre Villa dei Papiri, e già gli archeologi dell'epoca si resero conto che fosse un orologio solare (il dibattito verteva piuttosto sulla forma: per qualcuno somigliava più a una brocca per l'acqua che a un prosciutto). In pratica si tratta del corrispettivo dei moderni orologi da taschino. In epoca greca e romana le meridiane fisse erano molto diffuse, ma di quelle portatili solo circa 25 sono giunte fino a noi, dice Alexander Jones, storico della scienza all'Institute for the Study of the Ancient World della New York University. Di quella ritrovata a Ercolano non si conosce la data precisa, ma è di sicuro una delle due più antiche rimaste, se non la più antica in assoluto.A riprodurre l'oggetto per studiarlo è stato Christopher Parslow, classicista e archeologo della Wesleyan University di Middletown, nel Connecticut. Parslow è andato al Museo archeologico nazionale di Napoli, dove l'orologio è conservato, e gli ha scattato decine di foto, che ha utilizzato per mettere a punto un modello digitale; la stampante 3-D del suo ufficio ha poi impiegato poche ore per realizzare una riproduzione in plastica (rispetto all'originale che è in bronzo placcato d'argento).L'orologio ha su un lato una griglia leggermente distorta che serve da quadrante; le righe verticali indicano i mesi dell'anno, quelle orizzontali le ore dopo l'alba o prima del tramonto. L'originale ha perso lo gnomone - la "lancetta" che proiettando l'ombra serve a indicare l'ora - ma un resoconto del Settecento lo descrive fatta a forma di coda di maiale: così Parslow ne ha aggiunto uno al suo modello.Lo studioso ha poi cominciato a mettere alla prova l'orologio all'aperto. Funziona così: bisogna posizionarlo in modo che il sole batta da sinistra sullo gnomone, proiettando l'ombra sul quadrante. La punta dell'ombra deve toccare la linea verticale che segna il mese corrente; da lì, si conta quante righe orizzontali ci siano tra quella più in alto e quella più vicina all'ombra : il numero indicherà le ore che sono passate dall'alba o che mancano al tramonto.In teoria l'orologio è progettato per indicare le mezze ore e perfino i quarti d'ora: ma tende a oscillare con il vento, ed è "così piccolo e così difficile da tener fermo che una tale accuratezza si rivela più ideale che pratica", sostiene Parslow, che ha presentato le sue prime osservazioni a un convegno dell'Archaeological Institute of America e della Society for Classical Studies. C'è da dire che i Romani non avevano poi tanto bisogno di conoscere l'ora con troppa precisione: probabilmente l'orologio era una sorta di status symbol, sostiene Jones, "come certi costosissimi orologi svizzeri moderni. Non si possiedono solo per sapere che ora è; si possiedono per far vedere che li si possiede".Ma perché ha la forma di un prosciutto? Parslow non può rispondere con certezza, ma nota che il maiale era un simbolo positivo nella filosofia epicurea, che sottolineava l'importanza di vivere momento per momento (lo stesso Orazio, il poeta latino oggi noto per il suo Carpe Diem, si definiva "maialino del gregge di Epicuro"). E si ritiene che molti dei testi ancora oggi sepolti nella Villa dei Papiri - che gli studiosi tentano da anni di decifrare - abbiano a che fare proprio con l'epicureismo."C'era molto senso dell'umorismo tra gli epicurei", spiega Kenneth Lapatin, curatore delle antichità al Getty Museum di Los Angeles. Forse la forma dell'orologio è uno scherzo macabro: "goditi la vita finché puoi, perché alla fine ti ritroverai come un prosciutto".(23 gennaio 2017)© RIPRODUZIONE RISERVATA