ARCHEOLOGIA NUOVA

Le linee di Nazca e l'Acqua ...


E' da almeno una ventina d'anni, che "suggerisco" l'esistenza di forti ed inequivocabili indicazioni "latenti" nelle antiche culture, che rimandano all'Acqua: dagli Egizi Antichi ai Maya agli Inca e così via. Molto probabilmente è questo "dettaglio" a far comparire, in una certa qual misura, il "fumus" di quei contatti probabilmente mai avvenuti, ma così tanto spesso ventilati ed utilizzati per far cassa da studiosi più o meno emeriti, ma certamente senza tanti scrupoli intellettuali, che propinano alle masse "assetate" di conoscenza fantasiose elucubrazioni prive di qualsiasi fondamento scientifico. E' l'Acqua, quindi, con tutta probabilità, come da tanto tempo sostengo, il vero trait d'union che lega le grandi culture del passato e che con ogni probabilità consente e consentirà di risolvere tutti o buona parte di quei "misteri", che ancora oggi ne pervadono le relative Storie. Il mio lavoro di ricerca,   pionieristico in tal senso, benché non considerato, sminuito se non a volte canzonato dai vari arroganti "savants" di turno (l'invidia è l'ancella dell'ignoranza: spesso viaggiano a braccetto. Questa non è polemica, sia chiaro, bensì una semplice constatazione di dati di fatto ...), è parzialmente condensato nel testo che ho pubblicato nel 2004 per la ECIG di Genova: "Le Abbazie ed il Segreto delle Piramidi. L'Esagramma, ovvero le straordinarie Geometrie dell'Acqua". Già il titolo rende l'idea. In ogni caso è da alcuni giorni che la notizia su Nazca gira ... Buona lettura ...     Da: "LaRepubblica.it"ARCHEOLOGIALinee di Nazca, altro che UfoServivano a ritrovare l'acquaNuova spiegazione per gli affascinanti disegni osservabili solo dal cielo nel Perù meridionale: la loro posizione permetteva agli antichi di ritrovare pozzi e acquedotti, così rari e preziosi nella regione di LUIGI BIGNAMI
Un disegno nel deserto di Nazca: rappresenterebbe un cane LE "LINEE di Nazca" sono uno dei reperti archeologici più intriganti del nostro pianeta: tracciate tra il 300 a.C. e il 500 d.C., si trovano nel deserto di Nazca, nel Perù meridionale. Si tratta di oltre 13.000 linee che si compongono a formare oltre 800 figure che rappresentano soprattutto animali stilizzati. Date le dimensioni dei disegni che li rendono quasi impossibili da osservare dall'alto (furono scoperte solo nel 1927, quando casualmente si sorvolò la zona), le linee hanno fatto nascere numerose interpretazioni, tra le quali quella fantascientifica che vuole che esse siano state costruite per richiamare visitatori che sarebbero giunti dal cielo. Ancora oggi non è chiara in assoluto la motivazione di tali linee. Un'ipotesi vuole che esse avessero un significato astronomico: ciascuna figura "puntava" verso una costellazione del periodo. Un'altra ipotizza che chi disegnò tali figure lo avesse fatto in attesa del ritorno degli dei sulla Terra. Ma c'è anche chi vede una correlazione tra le linee e l'acqua, così scarsa nel territorio. Questa ipotesi, poco sostenuta nel passato, ha ripreso vigore ultimamente grazie allo studio di un ricercatore indipendente americano di Poughkeepsie, David Johnson, che ha lavorato con la collaborazione di ricercatori della University of Massachusetts, ed è stata divulgata dall'Agenzia peruviana "Andina". Secondo Johnson i geroglifici peruviani formerebbero una enorme mappa delle risorse d'acqua sotterranea. Egli infatti, avrebbe trovato una stretta correlazione tra gli antichi acquedotti o altri elementi "d'acqua" e le principali figure del luogo. Sarebbe stata l'esperienza, secondo il ricercatore, a permettere alle popolazioni preispaniche di conoscere le vie d'acqua sotterranee che scendono dalle montagne circostanti il deserto. L'ipotesi di una relazione tra le figure e l'acqua sarebbe sostenuta dalle ricerche dell'Istituto Archeologico Tedesco e dall'Istituto Andino di Ricerche archeologiche i cui ricercatori hanno documentato la presenza di offerte religiose in piccole cavità vicino ai geroglifici proprio come se si volessero ringraziare gli dei per la presenza dell'acqua in quel punto. E dunque, l'ipotesi di Johnson vuole che le "linee" formavano un paesaggio rituale la cui finalità fosse quella di permettere a chi fosse in grado di leggerle di procurarsi acqua."E' assai probabile  - ha spiegato Johnson - che le linee fossero una specie di linguaggio che serviva per comunicare dove fossero localizzati i pozzi e gli acquedotti". Così, ad esempio, quando si incontra un trapezoide significa che lì vicino esiste un pozzo. I cerchi sarebbero stati disegnati in prossimità di fontanelle o sorgenti. E così facevano anche le grandi figure degli animali. Il colibrì, ad esempio, una delle immagini più belle tra le "linee", indicava con il suo becco dove si trovava un grande pozzo.  (01 settembre 2010) © Riproduzione riservata