Dike

'NA TAZZULELLA 'E CAFE'


La Corte di Cassazione  con sentenza n. 7819 del 28 marzo 2013 ha recentemente statuito la possibilità per la Banca di licenziare un proprio dipendente "colpevole" di aver abbandonato il posto di lavoro per recarsi al bar per una pausa caffè.Ed invero, nello specifico, il dipendente ha in primis rifiutato di compiere un'operazione richiestagli da un utente per poi lasciare incustodita la propria cassa davanti una fila di ben 15 utenti, per godersi un buon caffè.Alla luce di ciò, la Suprema Corte, con la succitata sentenza, ha affermato la legittimità della giusta causa di licenziamento statuendo che: "La giusta causa di licenziamento di un cassiere di banca, affidatario di somme anche rilevanti, deve essere verificata con riguardo non solo all'interesse patrimoniale della datrice di lavoro, ma anche, sia pure indirettamente, alla potenziale lesione dell'interesse pubblico alla sana e prudente gestione del credito. Né il rigoroso rispetto delle regole di maneggio del denaro può essere sostituito da non meglio specificate regole di buon senso, inidonee ad assicurare la conservazione del denaro della banca e dei clienti" e precisando, al riguardo, che il comportamento tenuto dall'impiegato di banca significava negazione del potere organizzativo e disciplinare della datrice di lavoro manifestatasi per fatti concludenti invece che in forma espressa ( e quale comportamento più concludente di quello di fare una pausa caffè durante l'orario di lavoro e in presenza di 15 utenti in doverosa attesa?).Tutto questo anche per dar voce ai tanti utenti di banche e uffici postali che, durante le interminabili fila, si lamentano spesso dell'inerzia dei dipendenti che si allontanano dalle casse. Ammettiamolo, chi di voi non ha mai sentito qualcuno in fila lamentarsi così:"ma dove sono? a bere il caffè?". Da oggi qualcuno ci crederà davvero!