The city of Dite

7/4/'300 (6)


Però a la dimanda che mi faciquinc'entro satisfatto sarà tosto,e al disio ancor che tu mi taci.E io: "Buon duca, non tegno ripostoa te mio cuor se non per dicer poco,e tu m'hai non pur mo a ciò disposto."(If X, 16-21)Discepolo e maestro convergono su una comunicazione che spesso trapassa la parola, l'intenzione stessa: Dante, nel rispetto di ciò, non esagera nel chiedere o nell'attendere risposte. Ecco dunque che il parlare divene superfluo e l'empatia regna sulle anime di chi la sposa. Nell'illustrazione, una scena disegnata dal canto X.