Il suo è uno stile frammentario, linguisticamente innovativo, molto personale, in cui la storia privata di viaggiatore, la coscienza politica, l’amore per le persone e le cose si intrecciano con la vocazione di registrare immagini, fissare momenti, renderli pubblici sottraendoli alle variazioni e all’incertezza della memoria. In questo suo pensiero in immagini, in questa sua fede nel cinema Marker lavora sulle possibilità linguistiche, ma si direbbe quasi biologiche, del montaggio: montaggio tra immagini, tra immagine e testo, tra colonna visiva e colonna sonora, tra ricordi e registrazioni, tra intimità e divulgazione. Nasce così una rete di pensieri, di obbiettivi e risultati, organizzata sotto la guida di un autore, dell’autore Marker, che fa valere i suoi gusti, la sua sensibilità e la sua poesia. Coerenza soprattutto dello spirito.Montatore, cineasta, fotografo, scrittore, poeta, romanziere, giornalista, reporter e testimone, viaggiatore, creatore di materiali multimediali, tutte le definizioni sono state valide per Marker in un certo momento e a volte più d’una contemporaneamente. Personaggio solitario, enigmatico, non si lascia etichettare, non si lascia fotografare. Di lui si sa che è nato nel 1921 forse il 22 o il 29 luglio in Mongolia o forse in Francia. Chris Marker è uno pseudonimo, uno tra quelli che Christian-François Bouche Villeneuve adotta nel corso degli anni. Marker è passato attraverso diversi mutamenti tecnologici e mediatici per sua scelta, più che obbligato dai tempi, e con un deciso vantaggio sulle mode. Della sua produzione fanno parte oltre ai film in 16 mm e in 35 mm, video, CD-ROM e istallazioni. Viaggiare, filmare, intervistare e capire sono la sua prassi. Il cinema, il video, la fotografia, le lettere sono il suo alfabeto e, la materia prima dei suoi film, diceva Bazin, è l’intelligenza.Viva Paci
CHRIS MARKER
Il suo è uno stile frammentario, linguisticamente innovativo, molto personale, in cui la storia privata di viaggiatore, la coscienza politica, l’amore per le persone e le cose si intrecciano con la vocazione di registrare immagini, fissare momenti, renderli pubblici sottraendoli alle variazioni e all’incertezza della memoria. In questo suo pensiero in immagini, in questa sua fede nel cinema Marker lavora sulle possibilità linguistiche, ma si direbbe quasi biologiche, del montaggio: montaggio tra immagini, tra immagine e testo, tra colonna visiva e colonna sonora, tra ricordi e registrazioni, tra intimità e divulgazione. Nasce così una rete di pensieri, di obbiettivi e risultati, organizzata sotto la guida di un autore, dell’autore Marker, che fa valere i suoi gusti, la sua sensibilità e la sua poesia. Coerenza soprattutto dello spirito.Montatore, cineasta, fotografo, scrittore, poeta, romanziere, giornalista, reporter e testimone, viaggiatore, creatore di materiali multimediali, tutte le definizioni sono state valide per Marker in un certo momento e a volte più d’una contemporaneamente. Personaggio solitario, enigmatico, non si lascia etichettare, non si lascia fotografare. Di lui si sa che è nato nel 1921 forse il 22 o il 29 luglio in Mongolia o forse in Francia. Chris Marker è uno pseudonimo, uno tra quelli che Christian-François Bouche Villeneuve adotta nel corso degli anni. Marker è passato attraverso diversi mutamenti tecnologici e mediatici per sua scelta, più che obbligato dai tempi, e con un deciso vantaggio sulle mode. Della sua produzione fanno parte oltre ai film in 16 mm e in 35 mm, video, CD-ROM e istallazioni. Viaggiare, filmare, intervistare e capire sono la sua prassi. Il cinema, il video, la fotografia, le lettere sono il suo alfabeto e, la materia prima dei suoi film, diceva Bazin, è l’intelligenza.Viva Paci