LABALLERINADOLCE

... Oggi E' Uno Di Quei Giorni In Cui Si Dovrebbe Essere Felici.

... Si dovrebbe, perché la vita non scorre sempre liscia e lineare, come vorremmo.
Come dovrebbe.
Come si meriterebbe.
Oggi è uno di quei giorni, in cui, dopo cause nefaste, resta solo l'alone del ricordo di una felicità che permeava l'anima, prima della fine e nemmeno si immaginava che quella fosse la felicità. Adesso è tutto semplice: ci si ferma a pensarci ed appare la verità, come un oracolo. Ma allora... Allora no, mica c'è tempo di riflettere, quando sei sereno, vivi, vivi e basta.
Oggi scorrono lacrime sofferenti, oggi è il giorno del dolore, quello in cui non devi vergognarti di non aver ancora superato il tuo male. Oggi non vieni additata come vittimista, come incapace a risorgere, indolente.

Guardo fuori dalla finestra e penso che la primavera è meravigliosa, che è la mia prima e vera primavera, il primo anno in cui la vedo e posso godermela. E' un pensiero che riscalda, sì, ma non brucia. Non brucia quanto la solitudine, quella che ci si crea addosso senza volerla.
Però io ho la possibilità di vederla questa primavera, c'è chi ha dovuto smettere di contare le sue primavere, è stato interrotto bruscamente, da una mano invisibile, a cui non è possibile opporsi. C'è chi amava la primavera e gli hanno tolto la possbilità di gustarsela. Come non sentirsi in colpa? Essere qui e non vederla nemmeno.
Le religioni ci inculcano che dovremmo essere orgogliosi, quando qualcuno di amato ed onnipotente vuole qualcuno al suo fianco. Ma non ci insegnano ad assorbire il dolore, a gestirlo. Non ci insegnano a sopportare il dolore, il vuoto. Ad incamerare la paura che ti avvolge.

Chi sostiene che vedere la morte in faccia serva ad amare la vita, semplicemente non sa quello che dice.
Chi biasima le persone che giudicano e poi ti giudica a sua volta, puntandoti un dito contro, colpevolizzando il tuo chiuderti a riccio ed il muro di silenzio che costruisci per difenderti da un ulteriore dolore, straparla solo perché la vita non l'ha messo a dura prova, non ha dovuto sostenere quello che hai subìto tu.
Non augurargli di provarlo, non resisterebbe, cadrebbe nell'oblio della pazzia.
L'insensibilità, l'arroganza e la presunzione portano certe persone ad autoproclamarsi messia ed a elargire ammonimenti o deprezzamenti di cui chi soffre non necessita.

Semplicemente non capiscono. Non comprendono che ti sei persa in un cimitero di ricordi angusti e meschini, rinchiusa in una torre di babele di lacrime avvelenate, un dedalo di dolori, con un cuore indigente e sanguinante che continua a sopravvivere nel proprio mondo, un modo creato ad hoc per non perire completamente, un mondo di tristezza e favole.

Solo lì può respirare chi ha perso tutto quello che aveva e ha rimasto solo una tomba di straziante tormento.