A volte mi metto lì e scrivo... subito dopo mi rendo conto che non ho voluto dire nulla con quel mio scrivere, forse... nulla di importante... come il rigetto di un qualcosa che è rimasto indigesto. Perché lasciamo “fuggire” da noi quelle cose che reputiamo di poca nota?… forse non dobbiamo darcene pena, dovremmo rivolgere attenzione ad altro, o forse ancora, non è importante lo scrivere ma lasciar dire… non so, mi convince poco... ogni frase che esce da noi, risiede in qualche luogo del nostro vivere e se viene allo scoperto è per un segnale o per il morire di un pensiero... diversamente non si sarebbe destata… la parola ha una sua vita propria, eppure spesso diciamo che molti parlano a vanvera... quindi anche noi… sorrido, ciò che l’occhio vede e dice non può essere lontanamente paragonato a ciò che la parola ha cercato di riportare... forse per il pittore è diverso, per il poeta, forse per lo scultore… il passaggio tra il momento in cui si “vede” e l’attimo in cui diventa “visibile”... nel mezzo è trascorso un universo di cose. Così tra ciò che si è pensato e ciò che si è scritto è mutato un contesto e allora forse… tutto è da rifare… ma se non ci si sofferma a chiedersi il perché di certe frasi dette o sentite… come si può pensare di aver anche solo provato a stabilire un contatto?… a volte non è necessario stringere mani… il contatto prima avviene tra il mio pensiero e il vostro… diversamente è solo un tocco che fra un attimo avreste dimenticato… e io non voglio aver motivo di dimenticare o di esser dimenticata… non ancora… e mi auguro di non averlo mai.