DolceMarea

Uno sguardo...


Uscii quasi di corsa, con i capelli ancora umidi... li piegai a coda di cavallo, l'occhiale scuro poggiato sulla testa che mi fungeva da cerchietto. La mia camicia bianca preferita con i primi tre bottoni  "persi"  infilata nei miei soliti jeans e gli stivali corti  "vaqueros"  chiari che mi davano sempre quell'aria più slanciata, provocante e libera... entrai nel bar cercai il solito tavolino riparato ma in vista e mi sedetti. Mentre accavallavo le gambe è sopraggiunto  il cameriere chiedendomi cosa desideravo.. "... un caffe' lungo molto caldo" . Nell'attesa mi guardavo in giro cercando, ma il mio sguardo vagava senza fermarsi perchè forse era ancora presto, perchè forse avevo sbagliato bar...  sapevo che non era così, sapevo che l'ora era giusta, il contesto e pure io lo ero. mi osservo poco a volte,  ma mi sento molto e lì, quella mattina ero particolarmente attiva dentro di me, ero accesa e attenta. Poi un raggio diverso, un respiro diverso, una corrente d'aria direi, mi porta a girarmi e in fondo al locale in un altro tavolo appartato ma in vista, lo vedo.  So che è lui, non lo conosco, non gli ho mai parlato ma ciò che vedo è ciò che il mio corpo vede e respira... sento il mio corpo che trema, la pelle d'oca, un brivido che mi fa scendere una goccia lungo la schiena... nessuno vede niente, nulla si muove...  "..signorina il suo caffè"  "ah, grazie, molto gentile"  mi alzo, mi muovo con grazia e mi dirigo verso quel tavolo, verso quell' uomo, ho tutto il tempo di osservarlo, di percepirlo...  adoro  "percorrere"   un uomo se  lo trovo interessante,  forse lui non se ne accorge,  forse...  non mi è dato di sapere ma di sentire e mi basta...   prendo il giornale che è posato sul tavolo accanto al suo,  per un secondo intercetto il suo sguardo e passa il mondo...  non gli sorrido, non ammicco, non faccio nulla...  non serve.  Torno al mio posto, leggo una pagina, finisco il caffè, mi infilo gli occhiali pago e passandogli accanto me ne vado....