DolceMarea

Gitano...


Non potevo non restare stregata, non potevo  non lasciarmi trascinare... non potevo mantenere il controllo... il sangue bolliva... il corpo seguiva il suo tempo... la notte mi chiamava e  io non potevo  far finta di non sentire. Erano arrivati il giorno prima... avevo visto dalla finestra le carovane che si stavano organizzando nel prato per fare il campo... come l'anno scorso, come l'anno ancora prima, come tutti gli anni... ho  sentito il richiamo e  come ad un comando ho risposto. Sono  scesa,  avevano acceso il fuoco nel campo... era la loro festa, avevano il permesso... avevano i loro suoni, le loro musiche... le loro storie, ognuno raccontava la sua e poi al termine di ogni storia un canto, un ballo ad un ritmo sempre più alto, ad un tempo sempre più remoto...  Atos mi  vide, senza che  io  mi  mostrassi, senza attirare la sua attenzione, ma come entrai nella sua sfera visiva posò il suo sguardo su di me e non mi mollò, lo tenne fisso inchiodato, gli occhi dicevano ciò che la storia raccontava e la musica si rifletteva sul suo corpo lucido e caldo, lo sentivo anche se eravamo a dieci metri di distanza. Ero tutta tesa.. ma bramavo al pensiero che l'attesa non sarebbe durata molto... ma serviva ad accendere tutte le luci...  mi rimandava ad altri tempi, ad altri ricordi che ora potevano essere rievocati e vissuti... il fuoco giocava con i suoi capelli e i suoi occhi neri cupi e profondi che mi sapevano portare lontano mi parlavano e mi cullavano... siamo rimasti fermi per più di mezzora.. non sapevo quanto ancora saremmo rimasti così, ma il tempo non aveva attimi, non c'erano secondi o minuti... solo la tensione dell'ora... l'immagine di quella atmosfera irreale e così vera... chiudo gli occhi un secondo non c'è più... accellero il respiro... e poi le mani, le sue, grandi, forti, nervose mi prendono la vita e mi sollevano, mi stringono al suo petto e mi fanno scivolare sul suo corpo facendomi sentire la forza del desiderio, la forza della passione.  Mi porta nella sua carovana e mi fa indossare il mio vestito, mi guarda spogliarmi senza toccarmi, senza fare un passo... solo i suoi occhi fissi quasi a marchiarmi... in una forma di possesso che solo lui ha su di me... e poi usciamo... la storia sta finendo,  sta per cominciare la nostra musica, è il tempo della nostra danza... ci mettiamo in mezzo... ci giriamo in tondo e poi siamo solo noi e il  fuoco,  noi e la notte,  noi e il ritmo, noi e il cuore che batte... noi e la vita...  l'inizio di una notte che può durare un attimo o può durare per sempre...  ma è la notte dei tempi che non finisce mai e non comincia mai... sento il mio corpo che respira... sento la mia passione che mi parla...  ogni mio senso è vivo...  ogni mia parte  è sollecitata,  chiamata,  sfinita  e  viva...  nulla è lasciato al caso... tutto è lasciato al fato, di un gitano e la sua donna.