Linea - Laguna Nord

Post N° 1


Piccoli battelli che solcate le onde torbide o cristalline con passo antico, bianche motonavi che incedete sicure tra canali e barene alzando gorghi schiumosi, vi osservo dal mio rifugio trentennale e attendo il vostro passaggio cadenzato che ritma e scandisce le mie ore.Da pendolare della vita e in giovinezza, nutro lo spirito e gli occhi della pienezza che regala lo scenario avvincente della laguna e delle sue isole a corona; tutto sembra immobile e fisso ma, pur se impercettibilmente, niente è mai com’era prima.Piccole e grandi imbarcazioni, che sfidate tenaci l’acqua millenaria seguendo la rotta assegnata, nel variare del tempo e della luce anche il vostro andare si conforma e muta in una gamma di possibilità infinite.Accostando il dire al sentire la varietà così mi balza incontro: ecco allora che avanza assonnata, la motonave del risveglio mattutino che sbuffa e si affanna per la ressa, quella pigra un po’ indolente, che arranca a malincuore nella brina, la festosa e la briosa che inondano di spruzzi ogni riva, la sbarazzina un po’ malandrina che gioca a cuscinate con le onde, la più severa e accigliata che sfida le correnti e le maree, quella carica di sogni che insegue l’oro e il rosso del tramonto, la bizzosa che fa le fusa come un gatto innamorato e quella che non vedi e solo senti, che scivola a tentoni nella nebbia o nel buio più profondo della notte.Se sposto un po’ lo sguardo sulla gente, vengo assorbita da un viavai corale incessante, da un turbinio di lingue e di dialetti di persone accomunate un po’ dal caso e allora equipaggi e passeggeri, sono con voi con la mente e i pensieri, vi accompagno nel viaggio tra le sponde, attraversiamo insieme la laguna ora rosa, ora bruna, ora di un pallore evanescente, ora di un nero incombente, con il sole, la pioggia, il vento, la tempesta, cavalchiamo senza posa l’acqua livida, limacciosa, ammiriamo incantati giochi specchiati di riflessi o le cime spruzzate di biancore che si stagliano lontane sullo sfondo.Ma oltre a fronteggiare la natura, a voi capitani e marinai, un compito più alto è assegnato, di trasportare esistenze e destini, gli umori più diversi e genuini, sorrisi larghi o solo accennati, amori clandestini appassionati, dolori che si consumano nell’ombra, cuori caldi e colmi di dolcezza, sguardi gelidi pieni di asprezza, respiri un po’ mozzati dalle pene e molte bocche chiuse imbronciate e molti occhi stanchi e velati; mani rinsecchite, dal grigiore, piedi gonfi di fatica e di sudore, volti illuminati dalla gioia, anime consumate dalla noia e voci capricciose di bambini, molte diversità solo accennate, forme racchiuse dell’unicità di ognuno, unite solo dall’andar sull’acqua.Tutta questa ricchezza mi conforta, inconsapevoli mi fate compagnia; il vostro movimento senza posa è metafora allargata della vita, che pure incanalata nel suo solco, in un fluire da qualcuno stabilito, consente di variare lo spartito e oscillare tra l’andante con brio e il pizzicato.E al vagare reale o immaginato, sono concesse note sempre nuove, ce le regala copiose e armoniose, l’amore per la terra e la laguna e per l’umanità che vi si spande.