Drama

Strade e mercati d'agosto


 Sgomma sull'asfalto molle per il sole rovente, una canotta nera fascia muscoli senza più tensione, un ciuffo pesante sul volto greve, volgare, la musica spaccatimpani, irritante già al primo sguardo, una donna che cerca di distogliere l'attenzione dalle carni flaccide e dal viso butterato, offrendo alla vista seni gonfi e senza incanto, al Balon merce senza valore e oggetti quasi preziosi si lasciano toccare e si infilano nelle fantasie e nei desideri degli avventori fiaccati dal caldo, centrini ingialliti, scatole intarsiate rose dai tarli, un torchio riverniciato, sacche militari, occhiali retrò, borse all'uncinetto, cinture consunte, giacche fruste, chiavi antiche che hanno  aperto porte che non esistono più, e portoni pesanti che non si aprono più e madìe che non custodiscono più nulla, la zingara, scura in viso, la pelle macchiata, vende un servizio spaiato di posate inox, contratta dignitosa col compratore straniero, gli porge con grazia la merce, parla con inaspettato accento torinese,  un'anziana senza più regole, un cappello buffo, una gonna corta e ampia attorcigliata su cosce senza sole e senza carne, una sigaretta fumata malamente che pende dalle labbra, ruba senza nascondersi un mazzo di carte, la donna del banco la guarda, ne ha pena, finge di nulla, un uomo e una donna camminano vicini, parlano fitto, si guardano trasognati, ma non si abbracciano nè si toccano,  amanti che temono sguardi indagatori, le strade strette, acciottolate, qui si vendono cose inutili, si regalano sogni, un po' tarlati, un po' ossidati. Quanto la chiave? Devo sigillare un dolce, un dolce antico. Lui sorride e le chiede pochi spiccioli. Lei torna a casa, si sente ricca col suo tesoro arrugginito.