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Volevo solo dire che per il prossimo post "letterario"mi ci vorrà tempo. Infatti devo ancora iniziare l'Isola di Arturo di Elsa Morante (Premio Strega 1957), i caratteri del libro sono piccoli, i miei occhi lacrimano senza motivo per via del clima umido e non sono nello stato d'animo adatto per affrontare questo capolavoro. Spero che qualcuno l'abbia letto, così magari, può darmi qualche dritta e la propria semplice opinione.Bisogna essere fortunati quando si sceglie di leggere un libro, perché si corre il rischio di leggere grandi capolavori senza comprenderne a pieno la profondità ed il significato, semplicemente perché sono stati letti in momenti sbagliati.Mi è capitato di leggere Il vecchio ed il mare di Hemingway e Il vecchio della montagna di Grazia Deledda nel momento in cui mio nonno era grave. E' stato commovente, è stato come confondere realtà e fantasia, è stato come far visita ad un mondo parallelo che mi ha dato la possibilità di provare qualcosa per questi personaggi anziani, quasi fossero il mio nonno in veste di pescatore ora ed in veste di pastore poi. Si vede la realtà con occhi nuovi e ti leghi al libro come se fosse una persona, un amico, qualcuno che conosce bene quanto soffri per la persona che ami.Stranamente il vecchio della montagna mi faceva pensare ad un cartone famoso della mia infanzia: Heidi, anche se non si ambienta sulle Alpi, ma sui promontori sardi (la Deledda nei suoi romanzi e racconti non ti fa uscire dalla sua isola, sei sempre in Sardegna). E' bello ogni tanto avere delle intermittenze, quelle di Proust, per cui a volte anche una immagine suggerita da un libro ti porta nel mondo dei ricordi, nella tua infanzia, nel tuo passato. A me basta poco per trovarmi indietro negli anni, sarà perché per carattere sono nostalgica e malinconica, o perchè probabilmente non sono proprio cresciuta!Quando si ha un buon libro e cari ricordi non si è mai soli.Un bacio a tutti quelli che passeranno.Marianna