Sto ascoltando una canzone che da un pò di tempo a questa parte sento dolcemente e tristemente mia: Talk dei Coldplay. Al di là del testo e del suo significato, è la frase musicale meravigliosa di quella chitarra elettrica dal suono freddo, a volte stridente, ma così paradossalmente melodica, che mi prende dal profondo dell'anima!
Dal primo momento che ascoltai questa canzone, che si apre e si chiude con una folata di vento, avvertii che davvero qualcosa era stato spazzato via... foglie secche, vecchie abitudini, in attesa di nuovi sentimenti strani ed indecifrabili.
La paura del futuro.
Una folata di vento freddo, che ti mette i brividi e poi...questa melodia bellissima che ad un certo punto dal piacere e dall'emozione ti procura brividi ancora più intensi. Dove sarò nel futuro? intanto nel presente io sono qui, nei luoghi della mia vita, della mia infanzia e cerco di godermeli a pieno, perché so che fra poco dovrò lasciarli.
Il vento è freddo e tagliente, ma ti accompagna dolce questa melodia, si rafforza con le percussioni ed i bassi.
Non so spiegarmi come mai dal primo momento che ascoltai questo pezzo, mi comparve innanzi, nella mente, ma viva e palpitante, l'immagine di tutto il lungomare di C.mmare, i cantieri sullo sfondo, le foglie degli alberi spazzate via dal ventol il sole che sorge da dietro Faito e tocca coi suoi primi raggi le spiagge, le strade, il percorso che ho sempre fatto...poi vedo gli artisti nella cassa armonica, quella magnifica costruzione che domina il centro storico della città ed il lungomare. Come in un breve film. Chissà dove andrò un futuro e quando rivedrò questo splendore che tante volte mi ha lasciata indifferente, ma che adesso sento il bisogno di rivedere più spesso, di guardarlo e fissarlo nella mia mente.
Le nostre sono città che o si odiano o si amano. Ed io amo tutto della mia terra: il suo traffico ogni estate ed ogni weekend, la gente accogliente, i suoi problemi che non verranno mai risolti, le sue paure, i suoi colori, i suoi profumi, la sua storia, il suo mistero.
Non so come vivrò in un cupo paesino o in una superprecisa e superdotata città del nord Italia... certamente lavorerò meglio (anche se non è detto), farò come certi tipi di piante che si adattano al terreno in cui sono trapiantate, pena la morte...porterò sempre nel cuore come oggi negli occhi, i lastroni lavici delle strade, gli edifici del centro storico, l'erba sulla spiaggia, i giovani innamorati che si baciano poggiati alle ringhiere, il porto col suo profumo di mare e la perenne musica estiva in cassa armonica.
Spero di trovarmi bene anche altrove, altrimenti soffrirò da morire.
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