Creato da MarcoVaccari il 11/02/2008

Doppelgaenger

due sono i satiri, affittuari d'una mente

 

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Eugenio Montale, un'altra lettura che rende immortali

Post n°56 pubblicato il 26 Novembre 2008 da MarcoVaccari

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio il 

non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.


Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Anche la mia concezione d'amore è riconducibile a una scala, una scala di cristallo. Perchè non da la possibilità di fermarsi, o si romperà e cadrai giù. Con pochi, pochissimi momenti di pausa dove rifiatare, ma con la coscienza di dover ripartire, o anche quella piccola oasi dissolverà velocemente, senza scampo.


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Commenti al Post:
mara.alei
mara.alei il 29/11/08 alle 21:50 via WEB
Bellissima! E' la poesia di Montale che preferisco...
 
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INTRO

tutt'oggi non siamo che ombre,

riflessi di luce,

orfani di miti ed eroi

L'autore

 

Un'epopea inimitabile. Inarrivabili

ed eterni Queen. It's a Hard life

Questa volta è tutto ciò che hai

Quando si fermerà il mio tempo?

dicono che non tornerà...

sei sicura che... non lo vuoi con te?

 

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Salvami, sconosciuto viandante
Che per la via vai con piglio spento.
Celebre, irsuto il mento torbidi
sono i colori della mia coscienza cangiante.

Il frutto di sovrano albero
È un figlio bastardo,
riconosco un compito arduo
spiare la mente di uno spirito libero.

Non conosco mentale l’artifizio
Generato pur lucidamente.
Ritorno martoriante
Di un preteso esito fittizio.

Tu, o primo, o tollerante,
accogli gli audaci sospiri.
Due sono i satiri
Affittuari di una mente.

di Marco Vaccari

 
 
 

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