Dev'esserci un modo geniale per sfuggire al monotono trantran di quest'esistere; i divini voli della fantasia devono pure aver la potestà di proceder sempre senza ostacoli verso altezze di totale libertà, di sganciamento da qualsiasi remora mortale. Salire e salire, vagare e vagare fin oltre i confini universali, osservare dal di fuori la materia per capacitarsi dei suoi continui mutamenti in altra e ancora in altra arcana contingenza, mutar di luogo, forma, consistenza e non meravigliarsene; restare a guardare, dimenticare il punto di partenza, tutte le finitezze che recan sofferenza, dominare i tenebrosi e i luminosi ammassi, uscirne e rientrarvi quasi un gioco fosse, andare e venire dall'origine alla fine e viceversa, scandagliare i mutamenti genetici del caos in ordine e il suo contrario nel tutto e nelle parti, anche le più infime, magari riportarne traumi, ma agire come nulla fosse, con spensieratezza, quasi fosse codice genetico insito nell'universale anima dalle ancestrali origini...
DEV'ESSERCI
Dev'esserci un modo geniale per sfuggire al monotono trantran di quest'esistere; i divini voli della fantasia devono pure aver la potestà di proceder sempre senza ostacoli verso altezze di totale libertà, di sganciamento da qualsiasi remora mortale. Salire e salire, vagare e vagare fin oltre i confini universali, osservare dal di fuori la materia per capacitarsi dei suoi continui mutamenti in altra e ancora in altra arcana contingenza, mutar di luogo, forma, consistenza e non meravigliarsene; restare a guardare, dimenticare il punto di partenza, tutte le finitezze che recan sofferenza, dominare i tenebrosi e i luminosi ammassi, uscirne e rientrarvi quasi un gioco fosse, andare e venire dall'origine alla fine e viceversa, scandagliare i mutamenti genetici del caos in ordine e il suo contrario nel tutto e nelle parti, anche le più infime, magari riportarne traumi, ma agire come nulla fosse, con spensieratezza, quasi fosse codice genetico insito nell'universale anima dalle ancestrali origini...