Pensieri e Poesie

Riflessione


Notoriamente un giorno di festa è una giornata interminabile. La aspettiamo tutta la settimana ma finisce, poi, per rivelarsi di una noia mortale. Forse siamo talmente abituati a correre, intrappolati in ritmi frenetici, che non appena ci troviamo alle prese con una giornata di ozio totale, la confondiamo con la noia.
E’ un giorno come un altro: un giorno dove tutto scorre verso il nulla. Cerco soprattutto di non pensare. Di non fissare i miei pensieri, i miei desideri sul mio viso.Già! Una giornata, ma di quelle che ti segnano per la vita.Penso alle strade che avrei voluto percorrere mano nella mano, alle vetrine davanti alle quali avrei voluto osservando la tua immagine riflessa, la nostra immagine riflessa, quella di due amanti abbracciati, anziché le meraviglie che i negozi proponevano. Penso al tavolino del bar, sotto un sole cocente, che ci vedeva fare colazione, gli occhi negli occhi, senza che esistesse nient’altro se non noi, il suo sorriso, il mio sogno. Squilla il telefono. Chissà perché spero che sia lei. Decido di uscire, prendere aria, troppo tempo sono stato chiuso come in una prigione.E’ quasi sera. Dalla strada principale giungono rumori lontani, sempre più fievoli e smorzati. Ritmi sempre più lenti, profumi e odori meno accesi; il tramonto si fa largo oscurando dolcemente un cielo meravigliosamente terso. Dietro la linea perfetta del mare il sole sparisce piano, portando con sé tutta una giornata. Ma non il suo ricordo. E’ il momento. Per ascoltarsi, per pensare, per ricordare. Il momento per godere appieno di ciò che è stato. Il momento per essere soli, con tutto ciò che di bello si è vissuto. Ha camminato lentamente fino al mio angolo di paradiso, vergognosamente vicino alla città eppure tanto diverso dal ritmo metropolitano.Una piccola strada, quasi sconosciuta, conduce verso questo piccolo angolo di paradiso. Scoperto per caso, tempo fa, girovagando senza metà alla ricerca disperata di un luogo magico. Un luogo per fuggire dalla gente, dai consigli, dalle voci senza senso e senza scopo. Per fuggire da tutti. Per stare solo e pensare. Per poter chiudere gli occhi e lasciarsi andare. Insieme un pacchetto di sigarette e l’accendino verde. Quello appena comprato. Un piccolo angolo di paradiso, protetto dalla strada e circondato da una macchia folta è ancora rischiarato dalle ultime luci della sera. Chiudo gli occhi, poso la testa sulla sabbia e mi lascio andare al ricordo. Chiudo gli occhi e lasciarsi finalmente andare. Chiudo gli occhi ed ascolto il mare. Chiudo gli occhi e scrivo nella sabbia e nel cuore. Scrivo e rifletto.Solo così mi sento un gabbino libero di volare nel cielo. Solo con me stesso e il dolce dolore di lei.Il giorno che l’ho incontrata ho ringraziato Dio. Avevo  perso il senso della vita e dell’amore. Nessun amore, nessun sentimento, nessun desiderio. Nessuna emozione, per non soffrire, ne gioire. Non credere più nella vita, ma lasciare che tutto scorresse in attesa della fine. Almeno fino a quel momento, ma non avevo fatto i conti con lei. E sinceramente non avrei mai pensato che potesse riaccadere. Ma per fortuna , come per magia, è apparsa. Per fortuna un giorno l’ho trovata. E dall’abisso più nero ho rivisto la luce. Ho rivisto il sole. Un fulmine improvviso e maledetto. Una lama che squarcia il cielo azzurro. Che ti coglie impreparato, inerme, indifeso.Ma l’amore arriva e non una sola volta. Vivere o rinunciare?. Non ricordo i particolari. Ma impresso nella mia mente, nella mia anima e nel mio cuore sono ancora vivi le sensazioni che provai in quel piccolissimo attimo. Mi sentii naufragare. Tutto intorno a me girava vorticosamente. Un silenzio incredibile, quasi immobile, mi travolse. Solo io e lei. Ed il mio cuore, che batteva a mille. Ma silenziosamente, perché tu non dovevi sentirlo.Così ho iniziato a scrivere. A scrivere di un amore che non c’era. Ma che sognavo. Di un amore talmente bello da sembrare un quadro dipinto, dove ogni colore, ogni sfumatura, persino ogni espressione sembrava perfetta.Vagavo alla ricerca di piccoli particolari, piccoli e fragili frammenti di vita a me riservati. Un’emozione avvolta nel buio. Lontana. Fortissima. Di quelle che ti catturano in un lampo. Ma il mio amore era soltanto un’idea, che mi scaldava il cuore, Che rischiarava le mie giornate. Che mi faceva sorridere. Che mi accompagnava in ogni mio respiro, ma che non c’era.E allora non ti bastano più le immagini, i ricordi, le speranze. Tutto torna nero, sbiadisce, scolorisce velocemente, lasciando un solco doloroso di lucida follia.Sono tornato a scrivere della mia vita, dei miei sogni, dei miei pensieri, del mio dolore, ma soprattutto di lei.Ho sempre creduto che quando ci si innamora davvero, quando si pone al centro della propria vita una persona, la persona che ami, sia per sempre. Ed in parte lo credo ancora. Ho fatti questa scelta, anche se non so quanto consapevole fossi di intraprenderla ancora. Di intraprendere nuovamente la strada che porta, sempre e necessariamente, verso la sofferenza. Ma l’ho fatto con entusiasmo, con gioia e con amore.  Ho amato tanto, tantissimo chi non c’era. Chi non era parte della mia vita, né il sostegno nel momento del bisogno e nemmeno la compagna di risate e momenti felici.Ho amato lo stesso. Ho amato il suo essere così diverso, così scostante, ma così solare. Mentre gridavo ai quattro venti la forza del mio sentimento, il colore della mia passione. Spesso sentivo di infastidirla. Ma perdonatemi, se male ho intrapreso un chiaro gesto di rifiuto. Ma quando sei dentro il vortice delle emozioni, il vulcano dell’entusiasmo, che ogni giorno ti rende sempre diverso, sempre più forte, è difficile ragionare con lucida razionalità. La nebbia ti avvolge il cuore e la mente.E’ vero non ho mai ricevuto un gesto palese oppure un qualcosa in cambio. Ma in amore, almeno per me, non è mai stato un rapporto di scambio paritetico. Ho sempre pensato che chi avesse avuto qualcosa da donare avrebbe dovuto farlo.Ero tornato a gustare i momenti sereni, dolci e burrosi di un amore che nasce. Ero tornato a sorridere d’avvero. Ero tornato a sperare, a credere nelle parole, nei gesti, a leggere nei sorrisi. Ero tornato a chiudere gli occhi ricordando i profumi, i sapori, l’emozioni che pensavo non toccassero più a me. Pensare al respiro affannoso di quando i suoi occhi penetrano i miei. Era come calmare il timore che l’unica direzione della via sia un nuovo dolore? Era giusto vivere per la paura? Era giusto vivere senza amore? Non sono riuscito a fermarmi un istante. Fino ad oggi.Ora scrivo il malessere. Mentre gli occhi arrossati si abbassano appena. Lasci che le lacrime calde dipingano le guance in una luce triste. Credevo che il dolore fosse sempre lo stesso. Sempre uguale. Che avesse sempre lo stesso vestito. Lo stesso odore. Lo stesso sguardo gelido. Credevo che si scacciasse lontano solo con le lacrime, ma mi sbagliavo e mi sono ritrovato senza. Sento un dolore allo stomaco, fisso, penetrante. Lo stesso malessere che sentivo prima di incontrarla, ma che poi si è trasformato in gioia, in passione, in amore.Stasera invece il dolore è il peso dell’animo ed il caldo abbraccio dell’amore è diventato un freddo che mi avvolge senza tregua. Non recrimino niente di ciò che ho fatto. Ho amato i suoi silenzi, come i suoi sorrisi. Ho cercato di capire il perché di tutto questo dolore. Anche se sapevo benissimo.Ho sopportato la sua presenza. Sicuramente meglio della sua assenza. Ho sopportato il suo silenzio completo. Ho sopportato che calpestasse i miei sentimenti. Vivi e dichiarati. Che giocasse con loro e di loro. Ben sapendo che non avrei saputo resistergli, mai. Non avrei saputo resistere ad un amore, ad un desiderio, ad un sorriso. Ad un semplice ed innocente bacio.Ho cercato di essere felice, per il solo fatto di aver vissuto pochi mesi l’incanto di un amore ideale : brevi momenti felici in attesa di una parola, di un semplice sorriso, ma anche solamente della sua presenza, intervallata dalle lunghe e dolorosissime attese. Ho cercato di smettere di amarla: ma non ci sono riuscito. Silenziosamente ho cercato di non disturbare. Lo so, non ci sono riuscito. Ho accettato che il mio amore fosse solamente lo sterile contatto tra due persone. Mentre io vivevo la magia e la poesia dell’amore.Ho accettato il suo rifiuto, mai arrivato. Ho accettato anche questo, ma mi andava bene comunque. Almeno c’era. Almeno mi sentivo vivo. Ho accettato anche questo. Lo so piangerò per questo. Griderò, ma capirò ed ascolterò.
Ora non ci sarà più nulla di tutto questo. Mi rimarrà soltanto la sofferenza e il dolore di narrarlo e di scriverlo nella mia vita. Di vedere la sua felicità. Di non sentirmi più parte di lei. Reprimerò il mio desiderio di volerla. Rispettando il suo volere. Anche se non la dimenticherò mai. Poco importa se ogni volta sarà come annegare in un mare di lacrime, accetterò anche questo.Mi sono chiesto cosa provava. Mi sono chiesto il significato di tutto questo. Ma soprattutto mi sono chiesto se io sarei stato capace di tutto ciò. Ho pianto per ore, incapace di darmi risposte. Ma alla fine ho sorriso, convinto che l’unica cosa bella di un amore è l’amore e nient’altro.