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Cari amici, pur di prendere i nostri pochi soldi, sulle bollette ci mettono di tutto. Ricordate la tassa sulla depurazione che pagavamo ingiustamente e che poi, con grande riluttanza e immenso riaardo hanno cercato a restituirci?
Ricordate che poi ci hanno imposto di nuovo la tassa dicendo che il "miracoloso" e "stupendo" depuratore funzionava?
Tutte "corbellerie" fatte per svuotare le nostre tasche.
E proprio vero, fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
E questa volta il mare è la vittima .
Visto che il "superdepuratrore" lo riempiva di schifezze.
Non sono mnostre invenzioni, ma fatti.
Leggete l'articolo che riportiamo di seguito.tratto dal sito http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/02/14/news/brolo_sequestrato_il_depuratore_la_procura_impianto_inefficiente-29891658/
"Brolo, sequestrato il depuratore
La Procura: "Impianto inefficiente"
di MANUELA MODICA
Un tuffo dove l'acqua è una fogna. I bagnanti della costa messinese tra Gliaca di Piraino e Brolo, di fronte le isole Eolie, facevano il bagno in acque inquinate, addirittura 720 di più del livello consentito per legge. Così conclude la polizia del Commissariato di Capo d'Orlando che ha chiuso le indagini su un depuratore al servizio di ben tre Comuni del Messinese: oltre Piraino, anche Brolo e Sant'Angelo di Brolo.
L'impianto di depurazione è stato così sottoposto a sequestro preventivo, provvedimento emesso dal gip presso il Tribunale di Patti su richiesta del pm Rosanna Casabona. Indagate tre personde tra cui il sindaco di Piraino, Giancarlo Campisi. Le indagine erano scaturite dalle denunce di alcuni bagnanti, in particolare un appassionato di pesca subacquea che aveva notato l'eccessivo reflusso del depuratore.
Già lo scorso agosto una prima ricognizione aveva confermato quanto lamentato dai cittadini della zona. Il depuratore scaricava materiale non depurato a 10 metri di profondità e 486 dalla costa. I risultati eclatanti, documentati con immersioni subacque, rilievi video, e controlli dei pozzetti esterni sono stati confermati dalle indagini dell'Arpa di Messina: i liquami scaricati dall'impianto di depurazione raggiungevano valori 720 volte superiori ai limiti di con una ricaduta gravissima sull'ambiente oltre gli elevati per la salute pubblica.
Eppure si trattava di uno dei migliori impianti di depurazione che la Sicilia potesse vantare, progettato dal professore Adolfo Parmaliana, che era atteso a Piraino proprio il giorno in cui decise di morire.
Cosa è successo allora al migliore depuratore della Sicilia? Secondo le ipotesi degli inquirenti la risposta è l'abbattimento dei costi gestione. È stata l'esigenza di risparmio a spingere verso il cattivo funzionamento del depuratore. Solo poco più di 4 metri cubi di fanghi, infatti, finivano in discarica a fronte di un enorme quantitativo gestito dall'impianto. Le analisi in mare, inoltre, da parte del gestore dovevano essere fatte almeno due volte l'anno per legge, mentre erano state fatte solo nel mese di aprile. Il gestore doveva far fronte a un capitolato di appalto particolarmente oneroso che poteva contare su un 2500 euro l'anno per lo scarico dei fanghi in discarica, mentre un solo viaggio costa oltre 4mila euro. Così i controllo previsti erano aggirati con l'impiego di una condotta secondaria che scaricava in mare. Questo si legge nel provvedimento di sequestro: "La cattiva e fraudolenta gestione dell'impianto consentiva un evidente risparmio sui costi finali.
Indagato Vincenzo Lenzo gestore dell'impianto, che dovrà rispondere di frode in pubbliche forniture, inadempimenti di contratti di pubbliche forniture, scarico in mare di acque reflue urbane non depurate, attività illecita di gestione di rifiuti speciali, omissione di atti d'ufficio e getto di sistanze pericolose. Indagati anche il sindaco di Piraino Giancarlo Campisi, in qualità di presidente del Consorzio Eco3, e il direttore dello stesso consorzio, Nunzio Catrini.
Entrambi dovranno rispondere di omesso controllo, per non aver cioè controllato che l'impianto funzionasse. "Rivendico con orgoglio il buon funzionamento dell'impianto oggetto di indagine ed, anzi- ha commentato il sindaco Campisi - auspico e mi auguro che i depuratori in Sicilia siano tutti e funzionino tutti come quello sequestrato stamattina".
Il ripristino del corretto funzionamento dell'impianto è stato affidato ad un tecnico dell'Arpa di Messina, nominato custode giudiziario dal Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Patti.
(14 febbraio 2012)
Sperando e confidando nella giustizia, affiche i responssabili paghino caro" LO SCHIFO" causato e i danni alla nostra saluta e ai nostri poveri portafogli, auspichgiamo quantomeno le dimissioni degli amministratori dei comuni coinvolti, naturalmente da Santangiolesi, speriamo che il BORGOMASTRO, dia il buon esempio.
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