Noi Zingari abbiamo una sola religione: la libertà.In cambio di questa rinunciamo alla ricchezza, al potere, alla scienza ed alla gloria.Viviamo ogni giorno come se fosse l'ultimo.Quando si muore si lascia tutto: un miserabile carrozzone come un grande impero.E noi crediamo che in quel momento sia molto meglio essere stati Zingari che re. Con queste parole del poeta sinto Spatzo apriamo l’editoriale del 19° numero di Esse Elle Movie Magazine dedicato interamente alla cultura tzigana.Abbiamo la fortuna di avere nello staff della redazione, una autentica zingara che ci aiuta e guida in questo percorso di conoscenza. Così Klara Nagy, oltre ad accompagnarci nel viaggio degli zingari dalle origini ai giorni nostri, propone un test semplice da fare per capire quanti pregiudizi o quanto sappiamo del popolo Rom.Se si parla di zingari non è possibile escludere la “gitana di SL”, Simba Shumann intervistata da Lion Igaly il quale termina pure il resoconto semiserio del Burning Man 2.0, iniziato nei numeri precedenti.Il Cameo di Kameo indaga il mito di Carmen declinato in film, danza e musica, mentre Ariolauro Auer preferisce “sniffare” profumo di zingara in un excursus sull’odore.Melusina Parkin ci parla del fascino dello stile Gipsy, che imperversa nella moda di Second Life, in un ampio servizio corredato di bellissime foto.Non mancano i racconti fantastici, legati alla nostra seconda vita, sospesi fra sogno e realtà, proposti da Ubik Kiopak e ancora da Klara Nagy illustrati dal fotoreporter Flyingboy Wonder.Una nuova interessante rivelazione, sia come cronista che fotografa, è Isadora Mirror, che entra a far parte del nostro staff e dove ci auguriamo resti a lungo, la quale ci descrive il nomadismo del “niubbo”.Infine, MinDBlinD Setsuko sospende il ciclo dei tarocchi per affrontare un tema più tecnico sulle Mesh, che non sono un modo per acconciare i capelli.Come sempre, la grafica è curata dal bravissimo Nino Vichan che ha rinnovato anche la testata del magazine. Concludiamo ancora con le parole di Spatzo che esprimono uno stato d’animo nel quale tutti noi possiamo riconoscerci. Perché alla fine, in Second Life, siamo tutti zingari. La nostra è una vita semplice, primitiva.Ci basta avere per tetto il cielo,un fuoco per scaldarcie le nostre canzoni, quando siamo tristi. Clicca sulla copertina qui sopra per leggere la rivista...