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I SESSANTENNI BAMBOCCIONI

Post n°7 pubblicato il 31 Agosto 2008 da egel800





> Eg. direttore,
> si legge sui giornali, nelle pagine locali, che il prof. Santagata, dell'ateneo pisano, ha scritto un libro, definendo i veri bamboccioni della nostra epoca non i giovani trentenni, bensì gli ultra sessantenni, rei, secondo il professore di aver dilapidato tutte le risorse e avere lasciato all'asciutto i propri figli.
> Ci sarebbe da fare una profonda riflessione su tutto ciò che il professore intende sostenere. Infatti dal 1945, anni in cui si inizia l'era post bellica, certamente la vita non è stata affatto facile per nessuno. Chi ha vissuto quegli anni, per esempio dal 1945 al 1960, sa benissimo cosa fosse la società di quel tempo: miseria a ballini, gravi malattie come la TBC lungi dall' essere debellate, tanto che a Pisa per esempio, a Cisanello, dove oggi dovrà sorgere il nuovo ospedale, era insediato il sanatorio. Locato lì perchè c'era un pò di verde e un pò di aria pulita. Tanta disoccupazione e chi aveva la fortuna di lavorare lo faceva per dodici tredici ore al giorno,ivi compresi i giorni festivi. All'epoca si lavorava in fabbrica, negli stabilimenti della meccanica, del vetro, della ceramica. Contavano assai le raccomandazioni del Prete e le informazioni del maresciallo dei carabinieri. I ragazzi andavano ad imparare i mestieri. Soltanto una minoranza proseguiva con gli studi. Erea l'epoca in cui per acedere alla scuola media ci voleva l'esame di ammissione.
> Le famiglie campavano alla meglio con lo stipendio del capo famiglia. I vestiti si riusavano con le stoffe rivoltate. I cappotti non dovevano mai consumarsi. La carne si mangiava una volta alla settimana. I ristoranti erano sconosciuti, così come il tempo libero. Divertimenti per i giovani dell'epoca erano pochi e di natura solitamente parrocchiale. Insomma questo era lo spaccato di quella società in cui i sessantenni di oggi hanno vissuto e cresciuto i propri figli. Oggi molti di essi sono nonni e, francamente, sentirsi definire bamboccioni, dall'intellettuale di turno, non può che farli arrabbiare e forse anche intristire.
> Ringrazio la direzione per la pubblicazione di questa nota

 
 
 

LA GELMINI E I PROFESSORI

Post n°6 pubblicato il 26 Agosto 2008 da egel800

Eg. direttore,
La Ministra Gelmini ha preso serie distanze dalla così detta preparazione dei professori delle nostre scuole medie e superiori. fra le altre cose ha affermato che le scuole del meridione necessitano di maggiori attenzioni didattiche. Alcuni professori si sono fortemente risentiti ed altri hanno minacciato perfino denunce. C'è però da far notare al nostro corpo docenti che per esempio la matematica nelle nostre scuole non ci pare dia degni risultati di apprendimento: siamo gli ultimi in Europa e fra gli ultimi nel mondo. C'è qualcosa allora che non funziona non nell'apprendimento, bensì nell'insegnamento. Dobbiamo allora intervenire con doverosi corsi di aggiornamento per insegnanti per completarne la preparazione. Vorrei capire dove sta il problema. C'è poi da osservare che d'ora innanzi l'assunzione in ruolo dei nostri insegnanti dovrà essere ben valutata e pesantemente dimostrata da una seria preparazione al ruolo che si intende ricoprire, che è anche educativo. Le proteste lasciano davvero il tempo che trovano: per insegnare dobbiamo davvero essere preparati.

 
 
 

I VENDITORI ABUSIVI

Post n°5 pubblicato il 24 Agosto 2008 da egel800

EG. DIRETTORE,

Sono pormai diversi mesi che nelle città
toscane si corre dietro al venditore abusivo in maniera assai
organizzata e fruttuosa. infatti molti di questi giovani
extracomunitari, vengono multati, arrestati, rinviati ai paesi
d'origine ove non siano in regola con le leggi sulla immigrazione.
Ci
domandiamo e domandiamo alle Istituzioni di cosa dovrebbero campare
questi giovani, che vengono in Italia, quì in tanti sono stati accolti
ed è stato dato loro il permesso di soggiorno, e che, anche cercandolo,
è assai difficile per loro trovare un lavoro ed una sistemazione
dignitosa. Allora prima di andare a delinquere, a spacciare droghe,
essi si improvvisano venditori di qualcosa, che in qualche maniera
permette loro d tirare avanti, pagando gli affitti delle case, che
solitamente sono assai alti, e mangiare almeno una volta al giorno.
Vendono occhiali, borsette, cappelli, ciiondoli vari, che non
dovrebbero avere riscontri problematici nella società, dove invece si
verificano. Si dice che vendono merce contraffatta, che lede
pesantemente il commercio reale e veritiero. Domandiamo agli esercenti,
alle associazioni di categoria, alle Istituzioni, ma come si può
pensare che questa merce leda la competitività del commercio vero,
quando questi beni vengono venduti a poche decine di euro e che gli
originali invece ne costano migliaia. Nessun cittadino che li acquista
pensa che siano marchi veri, i prezzi lo dimostrano. Insomma vorremmo
davvero sapere dove sta la truffa. essa ci sarebbe se questi beni
venissero venduti agli stessi prezzi dei marchi originali. Così però
non è e allora mal si comprende anche tutto questo accanimento.
C'è
poi da osservare. Si dice che invadono i nostri mercati in maniera
scorretta. Forse è vero e queste vendite andrebbero regolamentate, così
come tanti di questi giovani dovrebbero essere immessi nel mondo del
lavoro. C'è dunque da lavorare per migliorare queste condizioni. Ma
da
dire questo ad organizzare veri e propri bliz e arresti contro questa
gente, ci pare eccessivo. Bene faremmo invece a combattere di più e
meglio la vera delinquenza, quella degli spacciatori di droghe, dei
furti organizzati, delle violenze gratuite, delle sopraffazioni.

 
 
 

L'INNO D'ITALIA E BOSSI

Post n°4 pubblicato il 21 Agosto 2008 da egel800

dopo le
esternazioni e i gesti del Ministro Bossi sull'inno D'Italia
e il
ricordo del medesimo della canzone del Piave, vorrei fare alcune
riflessioni.
E' ovvio che il Ministro Bossi non può ogni volta
denigrare e
offendere i simboli del nostro Stato, soprattutto se lo
fa nelle vesti
di Ministro. Riguardo poi alla canzone del Piave, che
tanti italiani
hanno cantato durante la prima guerra mondiale, che
vide il nostro
paese e i nostri giovani in prima linea contro
l'allora nemico
austriaco, e che fu la canzone principe di quegli
anni, è stata ed è
tutt'oggi uno dei simboli massimi della nostra
Nazione. Nessuno però
ha mai pensato di negare l'ufficialità
dell'inno di Mameli, tanto meno
il generalissimo A. Diaz, vero
vincitore della prima guerra mondiale.
Il generale Diaz poco tempo
dopo il primo conflitto mondiale, si
trovava col proprio stato
maggiore in treno di ritorno da Conegliano
veneto. Ad un certo punto
il rumore del treno sui binari cambiò. Egli
allora scattò
sull'attenti e disse a voce alta: "signori, il Piave".
L'inno di
Mameli però è stato per loro ieri e per noi oggi il nostro
inno
nazionale e così dovrà esserlo per il futuro.
La canzone dl Piave è
importante farla conoscere ai nostri giovani,
così come la storia che
porta con sè. E' la storia di migliaia di
ragazzi morti per la patria
e quel saluto del generalissmo Diaz sta lì
a dimostrarlo. Grazie

 
 
 

LE ULTIME SU FAMIGLIA CRISTIANA

Post n°3 pubblicato il 21 Agosto 2008 da egel800

Ritengo che Famiglia Cristiana, pur nella propria libertà espressiva, bene farebbe a intraprendere corsi di pensiero giornalistico maggiormente adeguati alle proprie funzioni di settimanale cattolico, più vicino cioè al clero e al popolo della chiesa, senza per questo entrare pesantemente nel merito delle cose politiche del paese e degli scontri in essere fra maggioranza e opposizione.
   Facendo questo eviterebbe senz'altro le dannose divisioni che oggi si registrano nella chiesa

 
 
 
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