Ecologico

SI, NO, forse...


Non di rado siamo posti di fronte ad autentici dilemmi ai quali, spesso senza la necessaria preparazione, siamo chiamati a rispondere con un SI o con un NO. Ma non sempre questo è possibile; non sempre si può ridurre tutto a risposte così lapidarie: questioni che abbiano a monte contenuti e motivazioni poliedrici e spesso antitetici non si possono liquidare in modo sbrigativo costringendoci ad assumere posizioni ingiustificatamente estremiste.Personalmente mi rifaccio al motto latino "in medio stat virtus", senza però banalizzare una espressione che probabilmente racchiude qualcosa di più profondo che non si può tradurre con "una via di mezzo" ma ci fa capire che il rimuginare a lungo su un argomento, ascoltando le varie opinioni prima e soppesando tutti gli elementi poi, ci consente di formulare un pensiero il più possibile scevro da emozioni e condizionamenti ideologici.Per riallacciarmi al discorso referendum che ha riportato proprio una netta vittoria dei SI, dopo tre lustri di inefficacia dello strumento referendario per mancato raggiungimento del quorum, questa volta la partecipazione c'è stata perchè causata dai forti e ben noti coinvolgimenti emotivi della popolazione, avvenuti a brevissima distanza di tempo dalle consultazioni.Tralasciando, ora, la questione del "legittimo impedimento" che mi pare la sola alla quale si sia potuto rispondere in modo così netto, trattandosi dell'ennesima buffonata all'italiana, le altre due pongono una serie di riflessioni sul piano etico.Dal mio punto di vista, che mi pare rispecchi se non in tutto almeno in parte, quello della redazione di "Ecologico Film Festival", ritengo però che lo Stato debba farsi garante di quei beni che per loro natura (la cultura in primis, ma anche l'acqua, l'ambiente - in qualunque sua accezione lo si intenda - , le opere d'arte ma non mancano sicuramente altri esempi) non sono commerciabili e come tali non sono privatizzabili.Purtroppo per noi, che ci illudiamo di poter esercitare la democrazia, l'Amministrazione dello Stato affidata a delle teste di legno distribuite in un organigramma pregno di corruzione a tutti i livelli, non può darci nessuna assicurazione.E quanto si sente in giro sull'effetto serra, le polveri sottili, il buco dell'ozono e non ultime le allergie, prelude solo ad una imminente privatizzazione anche dell'aria.E allora trattenete il respiro e...Ad maiora Gianfranco Felline