Ecologico

"L'eccezione si è fatta regola"


Sono ormai diversi giorni che rimbalzano le notizie sulla loggia P4; coinvolti Bisignani, Papa (faccendiere e, si badi bene, magistrato in aspettativa), Adinolfi (attualmente Generale in forza alla Guardia di Finanza e numero due del corpo), Milanese (ex capitano della Guardia di Finanza, avvocato e ora Consigliere - dimissionario - del Tesoro) e molti altri i cui nomi non riportiamo, sia perchè coperti da omissis, sia per non tediarvi con enumerazioni che occuperebbero il resto della pagina. La Magistratura è al lavoro alla ricerca dei colpevoli e delle prove a loro carico disseminate in centinaia di intercettazioni telefoniche con gli interlocutori più disparati, più o meno legati al mondo politico, ma con un peculiare denominatore comune: la concupiscenza di acquisire notizie riservate, trafugate dagli uffici giudiziari per conoscere in anticipo le mosse degli inquirenti e preparare le necessarie contromisure. Notizie, coperte dal segreto d'ufficio, che il Papa (non Benedetto XVI, Deo gratias, ma il sunnominato faccendiere) carpiva a destra e a manca, negli ambienti giudiziari che disinvoltamente frequentava (sic et simpliciter! a voi giudicare...), custodiva gelosamente, cedeva al momento opportuno esigendo commisurate e laute contropartite. Il che dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, come i personaggi di cui sopra abbiano costruito un vero e proprio social network che collega alte cariche dello Stato e delle sue Istituzioni, Magistratura compresa - la quale poi indaga su queste realtà ed in questo senso si morde la coda - a personaggi del mondo dello spettacolo, del mondo imprenditoriale e di riflesso a  quello della criminalità.Dicebamus: la Magistratura si morde la coda e si dirà più in là, quando si sarà trovato qualche capro espiatorio e quando sarà giunta la sabbia che ricoprirà tutto sotto una spessa coltre, che la colpa era di esponenti e funzionari deviati (anche se occupano i primi posti nelle gerarghie istituzionali: ma poveracci... anche loro sbagliano! sono le vittime! si, ma chi è il boia?),  che non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, che "l'eccezione conferma la regola". Solo che, in casi come questo, le eccezioni sono talmente tante che diventano "la regola", una regola deviata che non si attaglia più a un sistema istituzionale democratico e trasparente come è, anzi come avrebbe velleità di essere, quello italiano.Un fatto è certo; al di là delle intenzioni e delle finalità ultime della cricca, la cui attività si basa, quindi, sulla cessione di queste informazioni, illecitamente assunte, in cambio di denaro, favori, clientelismo, raccomandazioni etc., le Istituzioni dello Stato sono ormai sterili nomi "evirati" di ogni funzione e non più in grado di rappresentare garanzie e punti di riferimento per i cittadini. "Ho fiducia nella Magistratura, la Giustizia farà il suo corso"; una frase che corre di frequente sulla bocca dei politici, vestiti di "buonismo e perbenismo" nonchè spudorati ostentatori di una simulata fiducia nell'Autorità Giudiziaria, che è diventata ormai una frase fatta, un luogo comune nei discorsi tra ipocriti. Non si può avere fiducia in ciò che non è più in grado di assolvere alla sua funzione e le nostre Istituzioni hanno ormai dato innumerevoli ed inconfutabili dimostrazioni sul piano della inettitudine e della corruttela. Un corrotto non può fare il moralista; ancor meno può una Istituzione dello Stato, nelle attuali condizioni di decadenza e delegittimazione, tacciare chicchessia di qualsivoglia reato.Gianfranco Felline