Ecologico

C'est l'argent qui fait la guerre... (Uomo, prego scendere! Ultima fermata.)


Le civiltà più antiche che, grazie agli studi e alle ricerche archeologiche, siamo riusciti a conoscere, risalgono a circa 5000 anni addietro. E la Storia, che qualunque alunno può apprendere negli ordinari corsi scolastici, ci insegna come l'uomo sia riuscito a progredire, aumentando gradualmente il suo grado di conoscenza, attraverso questo lasso di tempo plurimillenario.Un progresso lento ma costante, continuo che ha stimolato i migliori cervelli ad arrovellarsi su studi e scoperte in tutti i campi dello scibile. Personaggi di notevole caratura intellettuale e culturale mossi unicamente da uno smisurato amore per la Scienza, intesa nel senso più ampio del termine, e da una inappagabile curiosità.Scienziati che, disinteressatamente, hanno dato la propria vita per il progresso della Scienza - quantunque osteggiati da deficienti e decerebrati presenti in ogni era dell'umana esistenza - e per il miglioramento della condizione umana, sino a portare alle più grandi e rivoluzionarie scoperte avvenute, per gran parte, sino alla metà del secolo scorso. Basti pensare, a titolo esemplificativo ma niente affatto esaustivo, alla Tepria della Relatività, al Principio di Indeterminazione, alla scoperta del mondo sub-atomico e sub-nucleare, alla Meccanica Quantistica, alle teorie cosmologiche e cosmogoniche, al Teorema di Godel, agli studi di Turing.A partire dall'immediato dopoguerra, le cose iniziano a cambiare e si entra nell'era tecnologica, dapprima in punta di piedi poi con una escalation impressionante di scoperte ed innovazioni. E lo scenario muta radicalmente, in modo parossistico e spesso imprevedibile: il valore delle scoperte è, ora, esclusivamente rapportato al loro riscontro economico e commerciale, assistiamo alla diffusione di massa di oggetti in grado di cambiare il nostro stile di vita e persino il nostro modo di pensare.E' l'era tecnocratica in cui la tecnologia entra prepotentemente nella nostra, fino a qualche decennio addietro, tranquilla esistenza fino a sconvolgerla completamente. E a porre seri dubbi sulla nostra capacità di riacquistare il controllo della situazione, in una scena dominata dall'enorme profitto economico, dai fiumi di denaro che questi beni tecnologici sono in grado di garantire ai loro spietati sfruttatori.Già, il denaro: questo insulso meccanismo di scambio fatto di fruscianti foglietti il cui valore è pari, appena, a quello della carta stampata, così labili ed evanescenti eppure atti a promuovere le più recondite ed intemperanti passioni, ad accendere l'umana concupiscenza per la materia prevaricando sugli altri e danneggiando persino se stessi.E quando diciamo beni tecnologici non stiamo parlando solo di oggetti ma di qualunque bene o servizio a contenuto tecnologico-scientifico, concepito e realizzato per una diffusione di massa ed in grado, quindi, di procurare un utile economico: telefoni, computer, farmaci, chirurgia estetica, impianti protesici, alimenti specifici, casinò on-line, negozi virtuali e questo solo per fare qualche esempio pescando, a sorte, in un elenco infinito.Non voglio qui discutere, e lascio pertanto a voi una più serena valutazione, sull'utilità e sull'opportunità di utilizzo di siffatti beni o servizi che sicuramente, in molti casi, hanno contribuito ad elevare il nostro tenore di vita, a curare malattie gravi, a migliorare i rapporti fra i popoli (forse) e nondimeno a rimpinguare le casse delle aziende e delle multinazionali che dominano il mercato. Se però avete una malattia rara, scordatevi che qualcuno possa trovare il rimedio che fa per voi: curare una malattia rara non è economicamente conveniente e non crea profitto.Ma abbiamo trascurato un dettaglio molto importante: per produrre questi beni occorrono le risorse, occorrono i materiali e l'energia di cui il nostro pianeta, la nostra Terra dispone e che, con tanta e non pariteticamente corrisposta generosità, ci offre come nutrice premurosa e al tempo stesso inflessibile; per nulla reticente nel presentarci il conto per il nostro comportamento dissennato che ha appestato l'atmosfera e l'idrosfera determinando lo sterminio e l'estinzione di migliaia di specie animali, ha distrutto foreste e incendiato boschi inducendo una vasta desertificazione con la morte di numerose specie vegetali, ha innescato l'effeto serra con il conseguente innalzamento delle temperature e lo scioglimento dei ghiacciai ed ha creato una enorme sperequazione economica e sociale tra i popoli riducendone parte ai limiti estremi della sopravvivenza.E' questo il dettaglio che abbiamo trascurato: il rovescio della medaglia, la contropartita per un'umanità empia e scellerata, che si è faticosamente tirata su nei millenni e ha assunto un marcato atteggiamento autolesionista negli ultimi decenni. Un corrispettivo molto oneroso da versare a madre natura, se mai riusciremo a farlo, se mai usciremo da questa spirale che, in senso tutt'altro che metaforico, ci sta spazzando via come foglie ingiallite sul limitare d'autunno, emblema di caducità dell'esistenza e di benessere transeunte che non abbiamo saputo gestire.Spes, ultima Dea?Ad Aurora e FrancescoGianfranco FellineTutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione, anche parziale.