Ecologico

Sogni, speranze e chimere


Ciascuno di noi nutre le sue speranze notevolmente diversificate per sesso, età, condizione sociale ed in base anche alla propria visione e concezione della vita. Ciascuno ha le sue aspirazioni, i suoi sogni fatti il più delle volte ad occhi aperti, la sua capacità di elaborare idee e sviluppare progetti; e di proiettarli nel futuro cercando la maniera migliore per realizzarli.E d'altra parte, l'assenza di tali processi ideativi delinea un comportamento ai limiti del patologico: il rifiuto di immaginare e pianificare il futuro, il convincimento fobico che ciò che è di la da venire possa essere peggiore del presente e che pertanto possa riservarci sgradite e deludenti sorprese, la concezione godereccia e riduttiva dell'esistenza.Non che la filosofia del carpe diem sia un'invenzione dei giorni nostri, ma mi pare che questo modus vivendi, sempre più in voga negli ultimi anni, stia diventando un imperativo anche per i giovani che, tipicamente, dovrebbero meglio rappresentare questo ruolo da sognatori, da designers del proprio e del nostro futuro che però, per essere roseo e promettente, deve essere ancorato ai valori del passato.Ed invero il passato, la storia sono maestri di vita: dai loro insegnamenti non si può prescindere perchè dovrebbero essere l'essenza stessa del nostro modo di pensare e di decifrare il presente per costruire il futuro.Un presente, dunque, criptato agli occhi dei giovani che spesso non trovano la giusta chiave di lettura occultata da una società "à la fin de la decadence" consumista e conformista, fatta di sintagmi cristallizzati e falsa cultura. E così gettano la spugna rinunciando a sognare, a progettare il futuro e a mantenere la speranza nel domani, chiudendosi in se stessi e indirizzando l'attenzione verso un comportamento pragmatico e che procura soddisfazione e godimento tanto immediati quanto effimeri ed esiziali; cavalcando l'onda della trasgressione e della ricerca dell'estremo piuttosto che dei sentimenti e delle emozioni genuine; ripiegando sulla fruizione "usa e getta" dei valori inalienabili della nostra società mortificandoli ad oggettistica da gestire a proprio piacimento anche se lede i diritti e la dignità altrui.Ed ecco che "fare l'amore" diventa "fare sesso", anche estremo e fatale come avrete avuto modo di apprendere dalla cronaca; farsi avanti significa prevaricare gli altri; divertirsi vuol dire comportarsi in modo sfrenato e triviale emulando modelli e personaggi niente affatto esemplari.Una situazione in cui la famiglia, istituzione cardine della società, si va rapidamente disgregando sotto i nostri sguardi attoniti e ancor peggio inebetiti complice la nostra mancanza di impegno e assunzione di responsabilità; complici la politica e le istituzioni (ma si possono ancora definire tali?) rei di aver tradito la loro missione sociale e di averla sacrificata lasciando il posto ad una visione materialista ed opportunista; complice la scuola con il suo atteggiamento disattento e degradato da finalità, anche qui, di tipo economico in cui il ruolo del preside perde le funzioni didattiche ed assurge a quelle asettiche e non sempre disinteressate di manager.E allora, come dicevo in un recente articolo pubblicato sul blog di Ecologico International Film Festival, spes ultima dea? Possiamo ancora sperare?Gianfranco FellineTutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione, anche parziale.