Ecologico

Politica e Parassitologia


E' sorprendente osservare come siano penetranti e condizionanti i messaggi televisivi sapientemente diffusi con le più avanzate tecniche di marketing e come il potere ne faccia un subdolo utilizzo, pur di manipolare la mente degli Italiani e rifilare loro un mucchio di idiozie travestite da verità.E' ormai un fatto incontrovertibile che il marketing, esercitato con tutti i mezzi, non esclusi quelli subliminali, dal potere politico e dai burocrati, rappresenti il sistema per inculcare ai cittadini-elettori, in forma stereotipata, idee e modelli che gli stessi cittadini auspicheranno essere perseguite dai politici del loro partito.In altri termini il ruolo di controllori (i cittadini) e quello di controllati (i politici) si inverte e si arriva addirittura a condizionare l'opinione pubblica dirottandone l'attenzione su problemi-civetta per distoglierla da quelli più seri e pericolosi.Solo che, nella fattispecie che sottopongo alla vostra cortese attenzione, non mi sembra che questa manovra, così cara alla Casta, sia perfettamente riuscita; tutt'altro, e mi riferisco alla infelice trovata, diramata per il tramite dell'Agenzia delle Entrate, uno dei più imponenti e vessatori templi della burocrazia italiana: uno spot in cui il fisco, capo Tremonti ed ex braccio destro Marco Milanese allo stato indagato (così, tanto per farci un'idea della moralità delle persone interessate..., solo coincidenze?), ritiene di aver svelato l'identità dell'evasore fiscale definito "Parassita della società" e ne fornisce l'identikit con tanto di foto segnaletica. Il volto di un uomo con la barba incolta, con lo sguardo tra il mesto ed il truce confacentesi più ad uno scaricatore di porto che ad un evasore ardito e scaltro. Insomma uno con una faccia così può al massimo rubare galline o chiedere l'elemosina agli angoli delle strade.Ma stavolta non tutti ci sono cascati a giudicare dai numerosi spot paralleli diffusi sul web, e che vi invito a visionare tanto per il riuscito taglio satirico quanto per la loro esilarante comicità, da altrettanti accorti utenti che hanno reinterpretato il messaggio facendo ritornare il boomerang a chi l'aveva lanciato nel maldestro tentativo di scaricare sugli Italiani la responsabilità di una situazione politicamente incancrenita.Ora, sgombriamo subito il campo da possibili equivoci e diciamo subito senza retorica, senza falso moralismo e senza ipocrisia che le tasse vanno pagate nell'ottica che esse rappresentano il nostro doveroso contributo al buon funzionamento della macchina statale e nella misura in cui ciascuno di noi sia in grado di provvedervi.Acclarato ciò, cominciamo col dire che le valutazioni del Ministero delle Finanze in relazione all'entità dell'evasione, stimata in 120 miliardi di euro annui di imposta evasa (il che fa pensare, se la matematica non è un'opinione, ad una base imponibile non dichiarata di circa 600 miliardi di euro, quasi il 40% del PIL nazionale!), sono solo presunte e secondo me artificiosamente gonfiate. Del resto non si capisce perchè la Guardia di Finanza, tra l'altro con ben due generali attualmente indagati (così, tanto per farci un'idea della moralità delle persone interessate..., anche queste coincidenze?) dichiara che annualmente ravvisa, dai controlli fatti, imposte evase per soli 10 miliardi di euro: o sono inetti ed imbecilli oppure le cifre dichiarate da Tremonti non sono quelle, e di fole, in questi ultimi anni, ce ne hanno raccontate a iosa.Gli evasori poi, che sicuramente ci sono e che come abbiamo fatto notare non hanno la faccia indicata nello spot che al più si addice ad un barbone o a un relitto della società, hanno facce più "oneste" e pulite: avvocati, medici e professionisti ad esempio, categorie, come già abbiamo evidenziato in altri articoli su questo blog di EIFF, ben rappresentate in Parlamento e di cui molti cittadini che abbiano avuto inderogabile necessità della loro consulenza hanno potuto sperimentarne la famelicità e la naturale predisposizione ad evadere. Non me ne vogliano, ovviamente, i professionisti, tra i quali ho peraltro anche diversi amici, che questa predisposizione non l'hanno; non è di loro che sto parlando. Nè i nostri esempi, in quanto tali, possono avere il dono dell'esaustività. Ma il problema esiste, è esteso anche alle società del campo industriale, e non si possono chiudere gli occhi e far finta di ignorarlo. Solo che i primi ad ignorarlo sono proprio i politici cui manca evidentemente la volontà di istituire le giuste regole e procedure per tenere sotto controllo il problema e per fare in modo che il contribuente sia nelle condizioni di pagare quanto giustamente dovuto. E che sia soddisfatto perchè riceve in cambio dallo Stato i necessari servizi e le giuste garanzie per il prosieguo della sua attività che già svolge con i rischi connessi a proprio carico. Come dire che il comportamento punitivo e non educativo dello Stato costituisce un tacito invito all'evasione.Se questa reciprocità non esiste è perchè non ci sono i presupposti che sono compito precipuo della politica e che non si improvvisano con spot deliranti e fuorvianti che hanno il solo scopo di condizionare l'opinione del cittadino. E di distrarne l'attenzione dai problemi molto più seri dove gli attori sono i politici e dove pure le cifre in gioco (giacchè si parla praticamente di denaro e di corrispettivi e controprestazioni con attualizzabile valore di mercato) sono di entità paragonabili a quelle della sunnominata evasione e comunque di tutto rispetto; e di denaro "nero", di denaro rubato, prelevato dalle tasche degli Italiani in maniera indiscriminata con procedimenti aventi veste di legalità (ne portiamo un caso esemplare con il Governo del "ladro" Giuliano Amato di circa vent'anni fa, mai punito e tutt'ora a piede libero ma reo di aver prelevato il tristemente famoso "sei per mille" dai conti correnti e dai libretti di risparmio degli Italiani, verificare nella cronaca per credere, con la complicità delle banche e delle poste italiane; azione proditoria che ha fatto scuola) e di pura illegalità (ma tanto la sostanza non cambia) perpetrata dai politici di tutti gli schieramenti attraverso il finanziamento illecito ai partiti (parliamo di cifre non esattamente quantificabili ma di imponente entità) o le tangenti versate direttamente ai politici, di recente anche in "natura" se hanno ragione i magistrati di Milano sul caso Tarantini-Berlusconi & Co. ed annesse controprestazioni di tipo sessuale, che sono il presupposto per ungere il complesso meccanismo degli appalti e dei lavori pubblici.Teniamo altresì conto del fatto che il finanziamento pubblico ai partiti (quello lecito per intenderci) fu abrogato con consultazione referendaria popolare nel '93 e nell'arco di 13 anni è stato reintrodotto con una pluralità di disposizioni legislative, tanto per non dare nell'occhio, e addirittura potenziato e camuffato, ri-etichettandolo come "rimborso elettorale". E tanto con il concorso sia della destra che della sinistra a dimostrazione del fatto che i partiti tendono pacificamente ad accordarsi solo quando si tratta di salvaguardare i loro interessi.Ma di che democrazia parlano questi ipocriti? Di una democrazia che crea enorme sperequazione sociale e disattende la volontà popolare? A quale costituzione fanno riferimento? A quella creata nel '47 o a quella fatta per i loro comodi? Fra tutti gli articoli vi basti solo leggere, a titolo paradigmatico, il primo, il terzo ed il quarto (quello che, spudoratamente, osa parlare di diritto al lavoro) per capire che la vera Costituzione non è mai stata attuata nè tantomeno recepita dalla classe politica.O meglio dalla Casta alias "Parassita della società".Gianfranco FellineTutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione, anche parziale.