Ecologico

GAP


 Tra le varie amenità, chiamiamole così, della gestione dello Stato da parte dei nostri politici (tutti adepti della stessa Casta, nessuno escluso!), ve ne è una in particolare che colpisce la mia curiosità e nondimeno desta la mia preoccupazione per le abnormi implicazioni sul piano sociale e le devastanti conseguenze sui malcapitati cittadini, soprattutto sui giovani non esclusi gli adolescenti.Senza che dobbiate spingervi troppo in là con la fantasia vi annuncio subito che si tratta del gioco d'azzardo (mi riferisco in particolar modo a quello "legalizzato" e non "legale", anche perchè legale non potrebbe essere: i due lemmi, pur con qualche sfumatura semantica, hanno, nella pratica differenze sostanziali) in tutte le sue forme e tipologie ivi comprese quelle telematiche ovvero i casinò on line di recentissima introduzione in questo vastissimo panorama dei vizi di Stato.Ovviamente i giochi on line vanno ad aggiungersi alla lunghissima lista di quelli già esistenti, creati per la maggior parte negli ultimi quindici anni: superenalotto, scommesse sportive e di vario tipo, gratta e vinci, slot machine e win for life il cui nome ("vincere per la vita" per chi non conosce l'inglese) è già tutto un programma.Perchè si possa comprendere l'entità e la gravità del fenomeno non posso esimermi dal fornirvi qualche dato che limiterò all'essenziale per non perdere di vista la sostanza del nostro ragionamento.Dai dati del 2010 emerge che il giro d'affari dell'azienda "gioco d'azzardo legalizzato" cioè gestito dallo Stato supera i 61 miliardi di euro annui e che l'analoga azienda concorrente, gestita dalla criminalità organizzata (ma tra i due gestori non si capisce chi sia più criminale), ricava, giocoforza in nero, una cifra, forse sottostimata, di altri 50 miliardi di euro.Tali cifre, che per la loro imponente entità pongono l'azienda "gioco d'azzardo" ai vertici della classifica delle attività italiane, manifestano una straordinaria tendenza al rialzo anche nel 2011: un tasso di crescita che non ha eguali in nessuna altra attività.Se provate a dividere i circa 111 miliardi di euro, che costituiscono i proventi del gioco d'azzardo legalizzato e non, per i circa 61 milioni di abitanti in Italia avrete come risultato poco più di 1800 euro. Cioè la cifra che ogni italiano, dal bambino in fasce sino all'ultra novantenne, sperpera nel corso dell'anno in questo vizio di Stato.E siccome si tratta di una semplice media aritmetica, come dice Trilussa nella sua famosa poesia "La Statistica" riferendosi al pollo come indicatore di benessere (per quei tempi, ovvio): ..."ma se nun entra ne le spese tue, t'entra ne la statistica lo stesso perch'è c'è un antro che ne magna due", sicuramente l'entità delle somme spese da alcune persone è notevolmente superiore ai su indicati 1800 euro, al punto che non pochi ricorrono all'usura e ai giochi gestiti dai criminali, quelli propriamente detti, nell'inane tentativo di ripianare i debiti contratti in precedenza.E perseverando fino al punto da rovinare la propria esistenza e quella di familiari e congiunti.Così quello che all'inizio sembrava essere un divertimento, e una segreta, ma del tutto infondata, speranza di migliorare la propria situazione economica, si trasforma in una rovinosa sindrome da dipendenza e nei casi peggiori diventa un disturbo psichiatrico denominato "gioco d'azzardo patologico" (Gap). Un disturbo di tipo ossessivo-compulsivo, come lo definiscono gli addetti ai lavori, che farà entrare il giocatore in un tunnel senza uscita.Particolarmente esiziale si preannuncia, poi, il casinò on line che offre al giocatore la possibilità di attaccarsi per ore al suo PC e, senza più il deterrente rappresentato dagli sguardi indiscreti che avrebbe trovato nei convenzionali (e ormai superati) luoghi di perdizione, dove peraltro si sarebbe incautamente e coattivamente esposto all'altrui ludibrio, dare fondo ai suoi averi riposti nella sua carta di credito.In subordine, ma non marginale, il fatto che vengono meno l'aspetto socializzante del gioco che comunque avrebbe indotto un qualche freno inibitore e la virtualità delle procedure di esborso monetario veicolate, in modo indolore, dalla carta di credito.Mi sono chiesto, e sottopongo alla vostra cortese attenzione il mio interrogativo, se sono pazzo io, nel senso che la mia attività onirico-poietica mi porta a delineare situazioni oltre i limiti del paradosso, oppure se veramente siamo governati da una manica di criminali, in giacca e cravatta, che ci stanno portando alla rovina.Qualunque cosa pensiate attenetevi, e vi invito a verificare quanto da me dichiarato in merito ai dati numerici che vi ho esposto, ai fatti: i giochi sono stati introdotti nel corso degli ultimi 15 anni dai governi che si sono succeduti, tanto di destra quanto di sinistra, il che la dice lunga sulla moralità dei politici e sulle atrocità consapevolmente perpetrate al solo fine di introitare somme, peraltro ridicole se si pensa che nel 2010 solo 9 miliardi dei 61 rastrellati con l'azzardo hanno fatto cassa per l'erario, utilizzate per coprire i buchi, anzi le voragini, di bilancio create dalla loro, ormai proverbiale, inettitudine; l'introduzione del gioco on line rappresenta un incombente pericolo per i più giovani a causa della sua facile accessibilità e fruibilità fra le mura domestiche, complici troppo spesso i genitori che sorvolano sul comportamento dei loro figli declinando l'onere educativo e comunicativo.E potete rendervi conto di questa prassi, tutta italiana (politicamente parlando, in questo caso nessuna responsabilità può essere ascritta ai cittadini), di costruire bilanci previsionali utilizzando i proventi dei giochi d'azzardo e delle sanzioni amministrative pecuniarie perlopiù infrazioni al codice della strada, peraltro contestate ai cittadini con metodi illegali ed estorsivi evidenziati in numerosi fatti di cronaca che vedono coinvolti, e riconosciuti colpevoli, vigili urbani e i loro comandanti; manovre utilizzate con la complicità degli enti per fare cassa e ripianare debiti di bilancio causati dalla cattiva gestione ma anche per trarne utili personali poiché le strumentazioni e le metodiche utilizzate per l'accertamento delle infrazioni sono demandate ai privati e quindi è possibile fare di tutto: dai favoritismi con l'annullamento delle infrazioni ad amici e parenti, all'estorsione perpetrata con l'ausilio della strumentazione appositamente truccata, agli accordi sotto banco tra privato e pubblico ufficiale per dividere gli utili estorti ai cittadini.Insomma il diffuso malcostume indica che la misura è colma e a giusta ragione Grillo dice: "Ci pisciano addosso e ci dicono che piove". E il ruolo del pisseur, singolare figura d'altri tempi e oggi esecrabile cialtrone, è qui interpretato dal politico di turno che commette l'ennesimo atto criminale ai danni degli Italiani e in una tragicomica prosopopea con fare superbo e sprezzante li innaffia con le sue immonde escrezioni incurante di una improbabile, ma da noi vagheggiata nemesi vendicatrice.    Gianfranco FellineTutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione, anche parziale